Politica
Ex AFP, Sinistra Italiana Giovinazzo: «Nulla sappiamo sul futuro dell'area»
Una nota della locale sezione per chiarire la posizione del partito dopo il video del sindaco Sollecito
Giovinazzo - giovedì 6 ottobre 2022
«Abbiamo appreso da un video su Facebook, che è iniziato l'abbattimento del primo capannone delle ex Acciaierie Ferriere Pugliesi.
Pare arrivata alla conclusione una vicenda che ha segnato per molti anni la vita della nostra cittadina, nel bene e nel male».
Inizia così una nota della segreteria cittadina di Sinistra Italiana, guidata da Gaia Giannini. La locale sezione si interroga sul futuro di un'area dismessa da molti anni, ma che ha rappresentato il cuore pulsante dell'economia cittadina per alcuni decenni del secolo scorso.
«Generazioni intere di giovinazzesi hanno lavorato sotto quei capannoni, simbolo dell'industria che finalmente raggiungeva anche il Sud Italia.
E molte generazioni hanno pianto amici e parenti che a causa dei materiali in essi contenuti si sono ammalati irrimediabilmente.
Un pezzo della storia di Giovinazzo ha la forma di quei capannoni, sospesi da anni e di cui nulla sappiamo. Potremmo chiamarla l'incompiuta. Giovinazzo e l'industria, Giovinazzo e la salute, Giovinazzo e la sua vocazione produttiva dopo la chiusura dell'acciaieria.
Oggi non si può che gioire per l'inizio dei lavori di demolizione. Un momento che la città aspettava da tempo», si legge ancora nella nota.
Però c'è un "ma" che fa tutta la differenza politica del mondo: «Ma il senso di sospensione e di incompiutezza - spiegano da Sinistra Italiana Giovinazzo -, ad oggi rimane. Perché nulla sappiamo di questa iniziativa presa dai privati. Nulla sappiamo di cosa ci sia nei terreni sotto l'area dei capannoni. Nulla sappiamo della futura destinazione di quella zona. Noi abbiamo elaborato idee e soluzioni in questi lunghi anni, proponendo dibattito in città e coinvolgendo le diverse amministrazioni che si sono succedute».
La soluzione secondo il gruppo guidato da Giannini sarebbe «Il pieno coinvolgimento della città, oltre che degli enti sovracomunali per decidere il da farsi. In questo ci aspettiamo il sostegno di tutte le forze rappresentate in Consiglio Comunale, nonché dell'amministrazione comunale, affinché questo passaggio epocale per Giovinazzo sia un fatto pubblico e politico. Vorremmo una festa per i giovinazzesi e non per i "soliti ignoti" con i soliti appetiti…», è l'accusa neanche troppo velata avanzata.
Pare arrivata alla conclusione una vicenda che ha segnato per molti anni la vita della nostra cittadina, nel bene e nel male».
Inizia così una nota della segreteria cittadina di Sinistra Italiana, guidata da Gaia Giannini. La locale sezione si interroga sul futuro di un'area dismessa da molti anni, ma che ha rappresentato il cuore pulsante dell'economia cittadina per alcuni decenni del secolo scorso.
«Generazioni intere di giovinazzesi hanno lavorato sotto quei capannoni, simbolo dell'industria che finalmente raggiungeva anche il Sud Italia.
E molte generazioni hanno pianto amici e parenti che a causa dei materiali in essi contenuti si sono ammalati irrimediabilmente.
Un pezzo della storia di Giovinazzo ha la forma di quei capannoni, sospesi da anni e di cui nulla sappiamo. Potremmo chiamarla l'incompiuta. Giovinazzo e l'industria, Giovinazzo e la salute, Giovinazzo e la sua vocazione produttiva dopo la chiusura dell'acciaieria.
Oggi non si può che gioire per l'inizio dei lavori di demolizione. Un momento che la città aspettava da tempo», si legge ancora nella nota.
Però c'è un "ma" che fa tutta la differenza politica del mondo: «Ma il senso di sospensione e di incompiutezza - spiegano da Sinistra Italiana Giovinazzo -, ad oggi rimane. Perché nulla sappiamo di questa iniziativa presa dai privati. Nulla sappiamo di cosa ci sia nei terreni sotto l'area dei capannoni. Nulla sappiamo della futura destinazione di quella zona. Noi abbiamo elaborato idee e soluzioni in questi lunghi anni, proponendo dibattito in città e coinvolgendo le diverse amministrazioni che si sono succedute».
La soluzione secondo il gruppo guidato da Giannini sarebbe «Il pieno coinvolgimento della città, oltre che degli enti sovracomunali per decidere il da farsi. In questo ci aspettiamo il sostegno di tutte le forze rappresentate in Consiglio Comunale, nonché dell'amministrazione comunale, affinché questo passaggio epocale per Giovinazzo sia un fatto pubblico e politico. Vorremmo una festa per i giovinazzesi e non per i "soliti ignoti" con i soliti appetiti…», è l'accusa neanche troppo velata avanzata.