Cronaca
Escalation di furti d'auto a Giovinazzo. Caccia alla banda dell'Audi
In azione un trio di professionisti: le auto vengono rubate dopo essere messe in moto a spinta o utilizzando una centralina sostitutiva
Giovinazzo - lunedì 7 febbraio 2022
La mano potrebbe essere la stessa dei ladri d'auto (mezzi rubati e ridotti ai minimi termini per farne pezzi e alimentare così il redditizio mercato della vendita dei ricambi, nda), che agiscono sul territorio di Giovinazzo e nelle città vicine. Lo indicano la tecnica e il modello d'auto che sarebbe stata notata, un'Audi A3.
A dare la caccia alla vettura ci sono i Carabinieri. La banda di professionisti del furto, che ha collezionato una lunga serie di colpi in città, dalle indicazioni fin qui raccolte, è composta da tre persone, vestite di nero e a volto coperto. E tutte le volte che in città è avvenuto un furto d'auto (messe in moto a spinta o utilizzando una centralina sostitutiva dopo aver rotto il vetro, nda), in zona è stata segnalata, o immortalata, la presenza della stessa vettura: un'Audi A3 nera.
Ma da dove arrivano questi ladri? Bande simili, specializzate, provengono spesso dalla sesta provincia (Andria), ma anche dal sud-foggiano (Cerignola), grazie anche a basisti e contatti con il territorio bitontino. E una delle piste è che sia così anche in questo caso, come già scoperto nel corso di altre indagini svolte in passato da Polizia e Carabinieri. I banditi mirano in particolar modo a suv e crossover, evidentemente più profittevoli al momento dello smercio di parti usate.
Gli stratagemmi usati sono molti e anche tecnologici, «per esempio - spiegano vari portali web del settore - l'uso di una chiave con la quale forzare la portiera e accedere alle informazioni del transponder così da ricreare la chiave giusta; oppure attraverso il cosiddetto "relay attack": il ladro d'auto in tal modo non forza la portiera, ma deve solo captare il segnale della chiave elettrica». Dispositivi, questi, che consentono ai banditi di rubare un'auto a Bitonto in un pugno di minuti.
La piaga dei furti d'auto è un fenomeno che colpisce Giovinazzo da tempo immemore, ma dopo mesi di flessione positiva, dovuta al lockdown e ai controlli del territorio, è ora ripresa con grande vigore. I banditi si sono si adeguati alle richieste del mercato, rubando le auto con ii ricambi più richiesti. Le auto, spiegano gli inquirenti, vengono infatti rubate in base alla precisa richiesta che arriva dei pezzi di ricambio. E i profitti generati da questo business sono in forte crescita.
Le auto vengono portate nell'agro di Giovinazzo (ma anche fra il nord barese e il sud foggiano), occultate nelle campagne e infine cannibalizzate. Un fenomeno in fermento che vede coinvolte organizzazioni criminali al cui interno opera una "squadra operativa" dedita al furto del mezzo, la "squadra dei tagliatori" che seziona le auto e una "piattaforma logistica" in grado di ripulire i pezzi fra i tanti demolitori compiacenti, utilizzando documentazione soltanto apparentemente lecita.
Un fenomeno rivelato da Giancarlo Squeo durante la puntata di "Avamposti, dispacci dal confine". Nella docuserie che ha raccontato la quotidianità di Cerignola, «lo snodo principale del più grande mercato di autovetture rubate del Mediterraneo», il maresciallo molfettese in servizio sul Tavoliere delle Puglie ha spiegato che Cerignola, «un paese di 60.000 abitanti ha 50 demolizioni dichiarate. E per servirle - è stata la sua riflessione - almeno un'auto al giorno la devi portare?».
I ladri d'auto «viaggiano ad una velocità impressionante sulla strada statale 16 bis. A me è capitato - ha detto -, ma loro spingono oltre i 180 chilometri orari, la nostra Punto arriva a 160 chilometri orari». Un'auto rubata «viene portata a Cerignola e smembrata: in un'ora e mezza dall'auto riesci a smontare le componenti principali». Ma qual è il destino dei pezzi di ricambio? La merce viene rivenduta attraverso internet, con annunci sui siti di e-commerce e sui vari social network.
«Provate a cercare, su un sito di annunci online, i ricambi d'auto - ha detto Squeo -. Questi annunci vi porteranno ad aziende che non esistono, in vie che esistono, con un civico di un appartamento di una persona che non c'entra niente e con un numero di telefono intestato ad uno straniero a cui ordini il pezzo di ricambio». I Carabinieri della locale Stazione e i colleghi della Compagnia di Molfetta hanno aumentato i controlli in città e continuano ad indagare sulla banda di banditi.
I ladri sono scaltri e senza scrupoli, ma non solo. Si dimostrano (secondo le dichiarazioni delle vittime e le immagini delle telecamere) veri professionisti del furto lampo d'auto. In realtà sorprenderli è sempre molto difficile. Anche perché per ogni arresto - in flagranza o meno - c'è sempre qualcuno già pronto a subentrare.
A dare la caccia alla vettura ci sono i Carabinieri. La banda di professionisti del furto, che ha collezionato una lunga serie di colpi in città, dalle indicazioni fin qui raccolte, è composta da tre persone, vestite di nero e a volto coperto. E tutte le volte che in città è avvenuto un furto d'auto (messe in moto a spinta o utilizzando una centralina sostitutiva dopo aver rotto il vetro, nda), in zona è stata segnalata, o immortalata, la presenza della stessa vettura: un'Audi A3 nera.
Ma da dove arrivano questi ladri? Bande simili, specializzate, provengono spesso dalla sesta provincia (Andria), ma anche dal sud-foggiano (Cerignola), grazie anche a basisti e contatti con il territorio bitontino. E una delle piste è che sia così anche in questo caso, come già scoperto nel corso di altre indagini svolte in passato da Polizia e Carabinieri. I banditi mirano in particolar modo a suv e crossover, evidentemente più profittevoli al momento dello smercio di parti usate.
Gli stratagemmi usati sono molti e anche tecnologici, «per esempio - spiegano vari portali web del settore - l'uso di una chiave con la quale forzare la portiera e accedere alle informazioni del transponder così da ricreare la chiave giusta; oppure attraverso il cosiddetto "relay attack": il ladro d'auto in tal modo non forza la portiera, ma deve solo captare il segnale della chiave elettrica». Dispositivi, questi, che consentono ai banditi di rubare un'auto a Bitonto in un pugno di minuti.
La piaga dei furti d'auto è un fenomeno che colpisce Giovinazzo da tempo immemore, ma dopo mesi di flessione positiva, dovuta al lockdown e ai controlli del territorio, è ora ripresa con grande vigore. I banditi si sono si adeguati alle richieste del mercato, rubando le auto con ii ricambi più richiesti. Le auto, spiegano gli inquirenti, vengono infatti rubate in base alla precisa richiesta che arriva dei pezzi di ricambio. E i profitti generati da questo business sono in forte crescita.
Le auto vengono portate nell'agro di Giovinazzo (ma anche fra il nord barese e il sud foggiano), occultate nelle campagne e infine cannibalizzate. Un fenomeno in fermento che vede coinvolte organizzazioni criminali al cui interno opera una "squadra operativa" dedita al furto del mezzo, la "squadra dei tagliatori" che seziona le auto e una "piattaforma logistica" in grado di ripulire i pezzi fra i tanti demolitori compiacenti, utilizzando documentazione soltanto apparentemente lecita.
Un fenomeno rivelato da Giancarlo Squeo durante la puntata di "Avamposti, dispacci dal confine". Nella docuserie che ha raccontato la quotidianità di Cerignola, «lo snodo principale del più grande mercato di autovetture rubate del Mediterraneo», il maresciallo molfettese in servizio sul Tavoliere delle Puglie ha spiegato che Cerignola, «un paese di 60.000 abitanti ha 50 demolizioni dichiarate. E per servirle - è stata la sua riflessione - almeno un'auto al giorno la devi portare?».
I ladri d'auto «viaggiano ad una velocità impressionante sulla strada statale 16 bis. A me è capitato - ha detto -, ma loro spingono oltre i 180 chilometri orari, la nostra Punto arriva a 160 chilometri orari». Un'auto rubata «viene portata a Cerignola e smembrata: in un'ora e mezza dall'auto riesci a smontare le componenti principali». Ma qual è il destino dei pezzi di ricambio? La merce viene rivenduta attraverso internet, con annunci sui siti di e-commerce e sui vari social network.
«Provate a cercare, su un sito di annunci online, i ricambi d'auto - ha detto Squeo -. Questi annunci vi porteranno ad aziende che non esistono, in vie che esistono, con un civico di un appartamento di una persona che non c'entra niente e con un numero di telefono intestato ad uno straniero a cui ordini il pezzo di ricambio». I Carabinieri della locale Stazione e i colleghi della Compagnia di Molfetta hanno aumentato i controlli in città e continuano ad indagare sulla banda di banditi.
I ladri sono scaltri e senza scrupoli, ma non solo. Si dimostrano (secondo le dichiarazioni delle vittime e le immagini delle telecamere) veri professionisti del furto lampo d'auto. In realtà sorprenderli è sempre molto difficile. Anche perché per ogni arresto - in flagranza o meno - c'è sempre qualcuno già pronto a subentrare.