Eventi e cultura
Ennio Morricone, storia di un genio e della sua grande umiltà
Alessandro De Rosa ha presentato la prima biografia del Premio Oscar
Giovinazzo - mercoledì 23 novembre 2016
06.00
«Un uomo con una dignità esemplare, che non si culla nel suo successo e si esprime con pacatezza e misura». Questo è il ritratto di Ennio Morricone dipinto da Alessandro De Rosa, durante la presentazione dell'autobiografia del Maestro "Inseguendo quel suono. La mia musica, la mia vita", tenutasi ieri sera in Sala San Felice.
La serata, introdotta da Marianna Paladino, Assessore alla Cultura, da Florinda Bavaro, Vice Presidentessa dell'Associazione Touring Juvenatium, che hanno voluto fortemente l'evento, e dal Sindaco, Tommaso Depalma, è stata un excursus nella fortunata carriera del celebre compositore ed un viaggio nella sua profonda umanità. De Rosa si è reso interprete del genio artistico e della sensibilità di Morricone, svelando qualche piccolo aneddoto legato al suo rapporto personale con il Premio Oscar ed a quelle musiche diventate patrimonio non solo di noi italiani ma del mondo intero.
De Rosa ha raccontato di quando con coraggio ed ostinazione nel 2005 riuscì ad avvicinare Morricone dopo una conferenza ed a proporgli l'ascolto di un suo CD, da cui il Maestro colse le potenzialità del ragazzo. Da allora nacque un legame di rispetto e stima, che si tramutò presto in amicizia e fiducia. Sentimenti che convinsero Morricone a lasciarsi andare a confidenze, registrate da De Rosa accuratamente ad ogni incontro e tramutate in parola scritta fino a renderle fruibili in un libro, che raccoglie quattro anni di conversazioni. Un documento raro, dunque, se si considera la reticenza del maestro a rilasciare interviste ed a raccontarsi nei salotti televisivi, segno questo della sua estrema riservatezza.
Partendo dalla più recente consegna dell'Oscar di quest'anno per la colonna sonora del film "The Hateful Eight" di Quentin Tarantino, lavoro che inizialmente aveva rifiutato, la macchina del tempo messa in moto da De Rosa si è fermata nel 1986 quando il Maestro diede vita a "Gabriel's oboe" per il film "Mission". Una melodia complessa, composta sovrapponendo ed alternando quattro temi che richiamavano il film: il tema che evoca Padre Gabriel, un ottetto che simula il supporto della Chiesa alla sua missione, gli indios e la natura. Quattro identità diverse che si traducono in suoni e si fondono in un contrappunto magistrale.
Poi, con un tuffo nel passato, l'autore ha illustrato i primissimi anni della carriera di Morricone, l'incontro con Sergio Leone, suo compagno di scuola in terza elementare, gli studi da trombettista e poi il passaggio a quelli da compositore, la scoperta in Germania delle correnti avanguardistiche, che consideravano fonte di musica anche i rumori.
A seguire, le esperienze da arrangiatore di canzoni di alcuni grandi artisti come Gianni Morandi, Gino Paoli e Edoardo Vianello, senza dimenticare la parentesi rappresentata dal programma "Aria Condizionata" per cui arrangiò l'intramontabile "Se telefonando" interpretata da Mina. Ed infine, la colonna sonora del film "Uccellacci e uccellini" di Pier Paolo Pasolini, cantata da Domenico Modugno.
«Morricone è compositore non solo di musica, ma di fatti musicali, solitamente non trattati dai più – ha affermato De Rosa -. La sua genialità consiste nel comporre esperienze, non perdendo quella dignità che gli è propria».
A De Rosa va dunque il merito di aver così raccontato un genio "umile", incapace di mettersi in mostra, ma maniacale nel lavoro. Un uomo che continua a riempire d'orgoglio una nazione intera e che racchiude in sé alcune delle migliori virtù della gente del Bel Paese, talvolta dimenticate dagli stessi italiani.
La serata, introdotta da Marianna Paladino, Assessore alla Cultura, da Florinda Bavaro, Vice Presidentessa dell'Associazione Touring Juvenatium, che hanno voluto fortemente l'evento, e dal Sindaco, Tommaso Depalma, è stata un excursus nella fortunata carriera del celebre compositore ed un viaggio nella sua profonda umanità. De Rosa si è reso interprete del genio artistico e della sensibilità di Morricone, svelando qualche piccolo aneddoto legato al suo rapporto personale con il Premio Oscar ed a quelle musiche diventate patrimonio non solo di noi italiani ma del mondo intero.
De Rosa ha raccontato di quando con coraggio ed ostinazione nel 2005 riuscì ad avvicinare Morricone dopo una conferenza ed a proporgli l'ascolto di un suo CD, da cui il Maestro colse le potenzialità del ragazzo. Da allora nacque un legame di rispetto e stima, che si tramutò presto in amicizia e fiducia. Sentimenti che convinsero Morricone a lasciarsi andare a confidenze, registrate da De Rosa accuratamente ad ogni incontro e tramutate in parola scritta fino a renderle fruibili in un libro, che raccoglie quattro anni di conversazioni. Un documento raro, dunque, se si considera la reticenza del maestro a rilasciare interviste ed a raccontarsi nei salotti televisivi, segno questo della sua estrema riservatezza.
Partendo dalla più recente consegna dell'Oscar di quest'anno per la colonna sonora del film "The Hateful Eight" di Quentin Tarantino, lavoro che inizialmente aveva rifiutato, la macchina del tempo messa in moto da De Rosa si è fermata nel 1986 quando il Maestro diede vita a "Gabriel's oboe" per il film "Mission". Una melodia complessa, composta sovrapponendo ed alternando quattro temi che richiamavano il film: il tema che evoca Padre Gabriel, un ottetto che simula il supporto della Chiesa alla sua missione, gli indios e la natura. Quattro identità diverse che si traducono in suoni e si fondono in un contrappunto magistrale.
Poi, con un tuffo nel passato, l'autore ha illustrato i primissimi anni della carriera di Morricone, l'incontro con Sergio Leone, suo compagno di scuola in terza elementare, gli studi da trombettista e poi il passaggio a quelli da compositore, la scoperta in Germania delle correnti avanguardistiche, che consideravano fonte di musica anche i rumori.
A seguire, le esperienze da arrangiatore di canzoni di alcuni grandi artisti come Gianni Morandi, Gino Paoli e Edoardo Vianello, senza dimenticare la parentesi rappresentata dal programma "Aria Condizionata" per cui arrangiò l'intramontabile "Se telefonando" interpretata da Mina. Ed infine, la colonna sonora del film "Uccellacci e uccellini" di Pier Paolo Pasolini, cantata da Domenico Modugno.
«Morricone è compositore non solo di musica, ma di fatti musicali, solitamente non trattati dai più – ha affermato De Rosa -. La sua genialità consiste nel comporre esperienze, non perdendo quella dignità che gli è propria».
A De Rosa va dunque il merito di aver così raccontato un genio "umile", incapace di mettersi in mostra, ma maniacale nel lavoro. Un uomo che continua a riempire d'orgoglio una nazione intera e che racchiude in sé alcune delle migliori virtù della gente del Bel Paese, talvolta dimenticate dagli stessi italiani.