Politica
Emiliano non rinnova la tessera del PD
La decisione in ossequio ad una sentenza della Consulta con cui s'impone ai magistrati di non essere iscritti ad alcun partito politico
Giovinazzo - martedì 4 dicembre 2018
05.00
Michele Emiliano non rinnoverà la tessera del Partito Democratico. La notizia è rimbalzata ieri sera su molte agenzie di stampa ed è stata ripresa dai principali media nazionali e regionali.
La decisione sembra essere stata presa in ossequio ad una sentenza della Corte Costituzionale che vieta ai magistrati (Emiliano lo è ancora, sebbene in aspettativa per incarichi istituzionali) di essere iscritti ad un qualsiasi movimento politico.
Emiliano ha tuttavia giurato che continuerà a «a supportare il PD in ogni modo in cui mi venga richiesto», ricordando che la sua frequentazioni dei circoli periferici rimarrà costante. Il Governatore della Puglia si è spesso opposto alle politiche renziane, divenendo di fatto uno dei suoi maggiori contestatori all'interno del partito e questa decisione, per alcuni osservatori politici, sembrerebbe essere il risultato di un lungo processo interno.
Ma così, stando alle sue parole, non sembra essere. Non si iscriverà, dunque, impedito dalla legge e dalla Consulta, dopo che il CSM aveva avanzato un procedimento disciplinare nei suoi confronti, ma il suo ruolo «di capo politico della coalizione di centrosinistra della Regione Puglia - ha spiegato ai giornalisti - è per me co-essenziale alla mia militanza nel PD, a cui sarò sempre legato».
A Giovinazzo, Michele Emiliano ha un ottimo rapporto con settori consistenti dell'Amministrazione comunale, ma proprio nella locale sezione dei Dem ci sono sempre stati mal di pancia nei suoi confronti proprio per questo motivo, tanto che fu Renzi a spuntarla quando si trattò di votare alle primarie.
Se Emiliano continuerà il suo percorso senza distanziarsi troppo dal PD, allora il partito dovrebbe sostenerlo alle elezioni regionali del 2020, ma i maliziosi pensano già ad un suo lento distacco a favore di formazioni civiche.
La partita, se mai ve ne fosse una, è appena agli inizi e gli scenari possibili restano al momento difficilmente decifrabili.
La decisione sembra essere stata presa in ossequio ad una sentenza della Corte Costituzionale che vieta ai magistrati (Emiliano lo è ancora, sebbene in aspettativa per incarichi istituzionali) di essere iscritti ad un qualsiasi movimento politico.
Emiliano ha tuttavia giurato che continuerà a «a supportare il PD in ogni modo in cui mi venga richiesto», ricordando che la sua frequentazioni dei circoli periferici rimarrà costante. Il Governatore della Puglia si è spesso opposto alle politiche renziane, divenendo di fatto uno dei suoi maggiori contestatori all'interno del partito e questa decisione, per alcuni osservatori politici, sembrerebbe essere il risultato di un lungo processo interno.
Ma così, stando alle sue parole, non sembra essere. Non si iscriverà, dunque, impedito dalla legge e dalla Consulta, dopo che il CSM aveva avanzato un procedimento disciplinare nei suoi confronti, ma il suo ruolo «di capo politico della coalizione di centrosinistra della Regione Puglia - ha spiegato ai giornalisti - è per me co-essenziale alla mia militanza nel PD, a cui sarò sempre legato».
A Giovinazzo, Michele Emiliano ha un ottimo rapporto con settori consistenti dell'Amministrazione comunale, ma proprio nella locale sezione dei Dem ci sono sempre stati mal di pancia nei suoi confronti proprio per questo motivo, tanto che fu Renzi a spuntarla quando si trattò di votare alle primarie.
Se Emiliano continuerà il suo percorso senza distanziarsi troppo dal PD, allora il partito dovrebbe sostenerlo alle elezioni regionali del 2020, ma i maliziosi pensano già ad un suo lento distacco a favore di formazioni civiche.
La partita, se mai ve ne fosse una, è appena agli inizi e gli scenari possibili restano al momento difficilmente decifrabili.