Eventi e cultura
Ecco perché una mostra di Renato Casaro è un evento
Vi raccontiamo chi è questo straordinario artista
Giovinazzo - martedì 13 settembre 2016
0.44
Claude Lelouch, Francis Ford Coppola, Wolfgang Petersen, Bernardo Bertolucci, Luc Besson, Sergio Leone, Franco Zeffirelli, Rainer Werner Fassbinder. Sono solo alcuni dei grandi registi del cinema con cui Renato Casaro ha collaborato.
Lui, classe 1935, trevigiano di nascita, è conosciuto in tutto il mondo per i suoi manifesti e le locandine delle grandi pellicole. Ed avere una sua mostra all'interno dell'Istituto Vittorio Emanuele II, nel corso del 1° Festival Nazionale di Aerografia in programma nel prossimo fine settimana, è un evento a tutti gli effetti. In Puglia giungeranno 53 sue opere, ve lo abbiamo scritto nel pezzo di Marzia Morva, una rarità, visto che tutte insieme sono state raramente esposte.
Casaro inizia la sua carriera a 17 anni, disegnando gratuitamente le sue locandine per il cinema Garibaldi, una sala della città veneta. A 19 anni è a Roma ed a 21 aprirà il suo primo studio da cine-pittore, come è stato più volte definito dalla critica internazionale che ha imparato ad amarlo. Ma la consacrazione arriverà nel 1965: in quell'anno disegnerà poster e locandine per "La Bibbia", il colossal prodotto da Dino De Laurentiis. Ed è allora che anche Hollywood si accorgerà definitivamente di lui.
Le case produttrici americane impazziranno per il suo talento, che lo porterà a realizzare le locandine che hanno fatto epoca anche per lo spaghetti western di Sergio Leone. Le locandine di "Per un pugno di dollari" e "C'era una volta in America" sono il frutto del suo genio, che ha travalicato i confini nazionali sconvolgendo le logiche con cui si era disegnato sino ad allora. E per uno che si definisce "un autodidatta" non è poco.
Nell'83 vincerà il Premio Cinema e Società come miglior cartellonista, mentre tra il 1988 ed il 1991 farà suoi due Ciak d'oro per i disegni per "Opera" di Dario Argento ed "Il tè nel deserto" di Bernardo Bertolucci. Nel 1992 arriva anche un Jupiter Awards come miglior manifesto per "Balla coi lupi" di Kevin Costner.
Sono tantissimi i film di cui ha realizzato manifesti, poster e locandine ufficiali ed il suo stile è stato ed è studiato, copiato, apprezzato, invidiato.
Per questi e tanti altri motivi la mostra di questo fine settimana non solo chiuderà degnamente l'Estate Giovinazzese, ma rappresenta un vero evento, imperdibile non solo per chi ama l'arte. Tre giorni per osservare da vicino queste opere e volare col pensiero su quei set ormai consegnati alla storia del cinema.
Lui, classe 1935, trevigiano di nascita, è conosciuto in tutto il mondo per i suoi manifesti e le locandine delle grandi pellicole. Ed avere una sua mostra all'interno dell'Istituto Vittorio Emanuele II, nel corso del 1° Festival Nazionale di Aerografia in programma nel prossimo fine settimana, è un evento a tutti gli effetti. In Puglia giungeranno 53 sue opere, ve lo abbiamo scritto nel pezzo di Marzia Morva, una rarità, visto che tutte insieme sono state raramente esposte.
Casaro inizia la sua carriera a 17 anni, disegnando gratuitamente le sue locandine per il cinema Garibaldi, una sala della città veneta. A 19 anni è a Roma ed a 21 aprirà il suo primo studio da cine-pittore, come è stato più volte definito dalla critica internazionale che ha imparato ad amarlo. Ma la consacrazione arriverà nel 1965: in quell'anno disegnerà poster e locandine per "La Bibbia", il colossal prodotto da Dino De Laurentiis. Ed è allora che anche Hollywood si accorgerà definitivamente di lui.
Le case produttrici americane impazziranno per il suo talento, che lo porterà a realizzare le locandine che hanno fatto epoca anche per lo spaghetti western di Sergio Leone. Le locandine di "Per un pugno di dollari" e "C'era una volta in America" sono il frutto del suo genio, che ha travalicato i confini nazionali sconvolgendo le logiche con cui si era disegnato sino ad allora. E per uno che si definisce "un autodidatta" non è poco.
Nell'83 vincerà il Premio Cinema e Società come miglior cartellonista, mentre tra il 1988 ed il 1991 farà suoi due Ciak d'oro per i disegni per "Opera" di Dario Argento ed "Il tè nel deserto" di Bernardo Bertolucci. Nel 1992 arriva anche un Jupiter Awards come miglior manifesto per "Balla coi lupi" di Kevin Costner.
Sono tantissimi i film di cui ha realizzato manifesti, poster e locandine ufficiali ed il suo stile è stato ed è studiato, copiato, apprezzato, invidiato.
Per questi e tanti altri motivi la mostra di questo fine settimana non solo chiuderà degnamente l'Estate Giovinazzese, ma rappresenta un vero evento, imperdibile non solo per chi ama l'arte. Tre giorni per osservare da vicino queste opere e volare col pensiero su quei set ormai consegnati alla storia del cinema.