Cronaca
Due tartarughe marine trovate senza vita sulle spiagge di Giovinazzo
Gli esemplari ritrovati sulla costa dopo le ultime mareggiate: entrambi sono della specie caretta caretta
Giovinazzo - venerdì 1 aprile 2022
10.50
Due tartarughe marine spiaggiate e ormai prive di vita in poche ore è il triste bilancio dei volontari del WWF Puglia sul fenomeno che continua a ripetersi lungo le coste di Giovinazzo. Gli ultimi due esemplari sono stati rinvenuti a Ponente: a trovarle alcuni cittadini che hanno subito allertato i militari della Guardia Costiera.
Entrambi gli esemplari, recuperati assieme alla Polizia Locale e al veterinario dell'Azienda Sanitaria Locale di Bari, erano in condizioni critiche: la più grande delle due, una femmina adulta di 85 centimetri di carapace ritrovata in località Trincea, era collocabile in una prima fase di decomposizione, morta presumibilmente da pochi giorni, mentre l'altra, più piccola (di circa 50 centimetri, rinvenuta qualche centinaio di metri più a sud) era già in avanzato stato di decomposizione.
Su entrambi i luoghi sono giunti anche i volontari del centro di recupero tartarughe marine di Molfetta, diretti da Pasquale Salvemini, secondo cui «le incessanti mareggiate degli ultimissimi giorni hanno provocato il recente spiaggiamento di altri due esemplari della specie caretta caretta», la tartaruga marina più comune presente nel Mediterraneo. Fortemente minacciata in tutto il bacino del Mediterraneo, e ormai a rischio estinzione, la specie è diffusa in molti mari del pianeta. In caso di rinvenimento di una tartaruga spiaggiata bisogna segnalare con tempestività il ritrovamento alla Capitaneria di Porto e, in battuta successiva, al centro di recupero tartarughe marine di Molfetta: «Se si ha il dubbio che l'esemplare possa essere ancora vivo inviare al centro una foto o un breve video e poi cercare di essere il più precisi possibile sulla localizzazione dello spiaggiamento, in modo da favorire il ritrovamento dell'esemplare», ha precisato ancora Salvemini.
Tra le cause delle morti, sempre più frequenti, l'inquinamento in mare, l'inalazione di sostanze tossiche oppure l'ingerimento di detriti. In altri casi ancora, però, si tratta delle conseguenze della presenza delle reti da pesca lasciate in mare senza controllo. Le analisi sui corpi delle tartarughe decedute avrebbero dimostrato la morte degli animali per soffocamento: gli animali non sarebbero riusciti a risalire a galla, per poter prendere l'ossigeno per respirare e tornare a immergersi.
Per questo il WWF Italia ha ulteriormente intensificato un dialogo col settore della pesca che potrebbe contribuire al recupero di molte tartarughe per salvarle. Il nostro augurio è quello di non imbattersi ancora in altre tartarughe marine morte, ultimi resti delle mareggiate spinte dalle correnti, sulle coste di Giovinazzo.
Entrambi gli esemplari, recuperati assieme alla Polizia Locale e al veterinario dell'Azienda Sanitaria Locale di Bari, erano in condizioni critiche: la più grande delle due, una femmina adulta di 85 centimetri di carapace ritrovata in località Trincea, era collocabile in una prima fase di decomposizione, morta presumibilmente da pochi giorni, mentre l'altra, più piccola (di circa 50 centimetri, rinvenuta qualche centinaio di metri più a sud) era già in avanzato stato di decomposizione.
Su entrambi i luoghi sono giunti anche i volontari del centro di recupero tartarughe marine di Molfetta, diretti da Pasquale Salvemini, secondo cui «le incessanti mareggiate degli ultimissimi giorni hanno provocato il recente spiaggiamento di altri due esemplari della specie caretta caretta», la tartaruga marina più comune presente nel Mediterraneo. Fortemente minacciata in tutto il bacino del Mediterraneo, e ormai a rischio estinzione, la specie è diffusa in molti mari del pianeta. In caso di rinvenimento di una tartaruga spiaggiata bisogna segnalare con tempestività il ritrovamento alla Capitaneria di Porto e, in battuta successiva, al centro di recupero tartarughe marine di Molfetta: «Se si ha il dubbio che l'esemplare possa essere ancora vivo inviare al centro una foto o un breve video e poi cercare di essere il più precisi possibile sulla localizzazione dello spiaggiamento, in modo da favorire il ritrovamento dell'esemplare», ha precisato ancora Salvemini.
Tra le cause delle morti, sempre più frequenti, l'inquinamento in mare, l'inalazione di sostanze tossiche oppure l'ingerimento di detriti. In altri casi ancora, però, si tratta delle conseguenze della presenza delle reti da pesca lasciate in mare senza controllo. Le analisi sui corpi delle tartarughe decedute avrebbero dimostrato la morte degli animali per soffocamento: gli animali non sarebbero riusciti a risalire a galla, per poter prendere l'ossigeno per respirare e tornare a immergersi.
Per questo il WWF Italia ha ulteriormente intensificato un dialogo col settore della pesca che potrebbe contribuire al recupero di molte tartarughe per salvarle. Il nostro augurio è quello di non imbattersi ancora in altre tartarughe marine morte, ultimi resti delle mareggiate spinte dalle correnti, sulle coste di Giovinazzo.