Cronaca
Discarica, per Daneco «il problema è una pozza di acque di scolo»
La società spiega le ragioni del provvedimento eseguito nell'ambito delle indagini della Procura di Bari
Giovinazzo - giovedì 5 maggio 2016
18.11
In merito al sequestro della discarica di Giovinazzo, gestita dalla Daneco Impianti s.r.l., e disposto dalla Procura della Repubblica di Bari, la società precisa che «il provvedimento è stato causato dal rilevamento di una pozza di acque di scolo che potrebbero contenere presenze inquinanti».
La Daneco Impianti sottolinea che sono stati apposti i sigilli alla discarica in via precauzionale, così come si evince anche dalla nota diffusa dalla Procura stessa, «in cui emerge chiaramente - spiega - come, in passato, la zona di San Pietro Pago sconti decenni di accumuli di rifiuti in cave trasformate in discariche abusive. Situazione che ha quindi inevitabilmente compromesso l'ambiente circostante».
«In quest'area Daneco Impianti che da sempre svolge la sua attività nel pieno rispetto delle norme vigenti, ha segnalato - sostiene ancora la società con sede legale a Roma - in diverse occasioni alle autorità competenti la presenza di sostanze inquinanti, rendendosi disponibile, ove necessario, a procedere con la relativa bonifica. Sia Daneco Impianti sia Arpa hanno poi provveduto, in questi anni, a effettuare le analisi periodiche delle acque di falda senza mai riscontrare sostanze inquinanti».
«Ciò premesso, Daneco Impianti - conclude - si è già resa disponibile con la magistratura al fine di predisporre un piano di analisi per procedere quindi alle operazioni di bonifica».
La Daneco Impianti sottolinea che sono stati apposti i sigilli alla discarica in via precauzionale, così come si evince anche dalla nota diffusa dalla Procura stessa, «in cui emerge chiaramente - spiega - come, in passato, la zona di San Pietro Pago sconti decenni di accumuli di rifiuti in cave trasformate in discariche abusive. Situazione che ha quindi inevitabilmente compromesso l'ambiente circostante».
«In quest'area Daneco Impianti che da sempre svolge la sua attività nel pieno rispetto delle norme vigenti, ha segnalato - sostiene ancora la società con sede legale a Roma - in diverse occasioni alle autorità competenti la presenza di sostanze inquinanti, rendendosi disponibile, ove necessario, a procedere con la relativa bonifica. Sia Daneco Impianti sia Arpa hanno poi provveduto, in questi anni, a effettuare le analisi periodiche delle acque di falda senza mai riscontrare sostanze inquinanti».
«Ciò premesso, Daneco Impianti - conclude - si è già resa disponibile con la magistratura al fine di predisporre un piano di analisi per procedere quindi alle operazioni di bonifica».