Politica
Discarica e D1.1: Depalma non fa sconti
Ieri sera le Comunicazioni del sindaco alla città in piazza Vittorio Emanuele II
Giovinazzo - domenica 2 agosto 2020
05.30
È tornato in piazza, tra la gente di Giovinazzo, dopo mesi di pausa forzata dovuta all'emergenza sanitaria peraltro ancora in corso. Il Sindaco Tommaso Depalma ha tenuto ieri sera, 1° agosto, le sue periodiche comunicazioni alla cittadinanza cercando di sviscerare alcuni temi ritenuti dalla sua Amministrazione fondamentali.
Depalma ha anche lanciato una riflessione sul sesto lotto: pur misurando da solo una volumetria maggiore dei primi tre, dal «2006 è stato riempito tutto e questo stimola considerazioni. Sfido chiunque - ha poi detto il sindaco - a dire che stasera stiamo dicendo fesserie, ma il dato di fatto è che in pochi anni hanno abbancato tanti rifiuti per una scelta scellerata. E tutta quella roba che si genera - ha rimarcato - è solo ed esclusivamente frutto del sesto lotto». Depalma ha anche aggiunto che Daneco ha gestito «senza un appalto» quell'area ampissima per volere delle Amministrazioni precedenti alla sua e, secondo il primo cittadino di Giovinazzo, le volumetrie di quella porzione di discarica sarebbero state raddoppiate per volere della Giunta regionale guidata da Nichi Vendola. «Se qualcuno ha carte diverse - ha sottolineato infine Depalma - le porti qui ed io chiederò scusa davanti a tutti. Sono anni che li aspetto, ma non si è mai presentato nessuno per spiegarlo e nessuno è mai venuto a chiedere a sua volta scusa a Giovinazzo».
In questa fase il sito di San Pietro Pago verrà sostanzialmente sigillato con teli e successivamente bisognerà aprire la delicatissima fase di chiusura e post-gestione che durerà diversi anni. Per queste operazioni, è notizia recente, Depalma ha spiegato che a Giovinazzo verranno riconosciuti tra i 10 ed i 13 milioni di euro.
Sul punto è anche intervenuto il Consigliere comunale Gianni Del Giudice, parte nel procedimento ed addirittura tra in condannati, che ha tenuto a ribadire il suo punto di vista. Lui farebbe parte di quello che i giudici della Corte d'Appello hanno definito nell'ordinanza di rinvio alla Corte Costituzionale del provvedimento di confisca, «anello debole di un meccanismo» più ampio che avrebbe coinvolto tecnici comunali che, a detta dell'esponente di maggioranza, non avrebbero «lavorato per il bene comune». Del Giudice, emotivamente coinvolto, ha quindi spiegato che le vicende legate a quella maglia urbana, dolorose per molti imprenditori ed artigiani che avevano creduto nella possibilità di un lancio dell'area e quindi delle loro aziende, riguardano non solo loro, bensì tutta la città, poiché si tratta di un fatto senza precedenti nella storia giovinazzese. «Doveva essere un fiore - ha detto Del Giudice con una metafora riferendosi alla D1.1 -, ma purtroppo quel fiore, grazie a qualcuno, si è appassito».
Depalma non ha perso occasione per ribadire che in quella drammatica vicenda vi sarebbero state responsabilità a Palazzo di Città e che comunque si concluderà il procedimento, essa rappresenterà un peso enorme che graverà sui bilanci comunali e sulle tasche dei giovinazzesi. Sospesa la vicenda della confisca in attesa che si pronunci la Consulta, al fine di capire se questa pena accessoria fosse congrua, il sindaco di Giovinazzo ha altresì rimarcato come nell'ordinanza vi sia da parte dei giudici il convincimento che vi fosse «una parte forte ed una parte debole che è stata individuata nei proprietari dei lotti». Depalma ha quindi continuato asserendo che di questa vicenda giudiziaria i giovinazzesi abbiano il diritto di sapere e che in Consiglio comunale vi sarebbe stato ostruzionismo da parte delle forze di opposizione. Se la confisca dovesse essere confermata, ai lottizzanti verrà tolto tutto, mentre nella migliore delle ipotesi, ha raccontato Depalma, «dovranno realizzare opere di sistemazione, probabilmente dovranno eliminare parte dei loro manufatti e quei danni li pagheremo noi. Sono pronto - ha detto - a qualsiasi confronto su questo».
Il primo cittadino ha quindi ripercorso le tappe che hanno portato ai recenti lavori di urbanizzazione di un'area che non sembrava aver mai pace. Il 24 maggio 2017, ha evidenziato Depalma, era decaduta la convenzione coi lottizzanti e a novembre del 2018 il sindaco aveva comunicato alla Corte d'Appello di Bari di voler procedere al ripristino della viabilità ed a completare la pubblica illuminazione. Il 13 novembre di quell'anno il Comune deliberò la declaratoria di decadenza di quel piano di lottizzazione ed il 22 dello stesso mese giunse a Palazzo di Città la risposta del Sostituto procuratore generale che sostanzialmente dava l'ok alla messa in sicurezza dell'area.
A fine dicembre 2018 l'Ente aveva dato l'avvio al procedimento di verifica della consistenza delle urbanizzazioni ed a maggio 2019 la Giunta prendeva atto degli elaborati derivanti da incarichi dati ai tecnici e da quel momento sono partite, ha concluso Depalma, le attività che hanno portato alla realizzazione delle recenti opere.
Sulla vicenda giudiziaria in sé, Depalma ha infine richiamato quanto scritto a pagina 26 dell'ordinanza dai giudici della Corte d'Appello di Bari, per i quali il «piano di lottizzazione privo di NTA, dapprima fu stravolto in sostanza con il rilascio di permessi di costruire illegittimi, deponenti per una palese collusione tra ufficio tecnico e privati, e poi fu strategicamente rielaborato con una variante atta a trasformare la zona in un'area a prevalente vocazione residenziale in contrasto con le citate NTA del Piano Regolatore Generale».
La conclusione di Depalma è un manifesto politico degli intenti della sua maggioranza. Il Sindaco ha ribadito infatti un concetto: «quando qualche Consigliere di opposizione dice che noi vogliamo dividere la città, dice il vero. Noi la vogliamo dividere in questo senso: i cittadini devono decidere se vogliono stare con questo sistema (ha detto facendo riferimento a quanto sancito nell'ordinanza, ndr) che faceva inciuci oppure se vogliono stare dalla parte di chi, pur con tutti i nostri limiti, di questi imbrogli non ne ha mai fatti».
Parole fortissime che non resteranno indifferenti alle orecchie degli avversari politici e che certamente infiammeranno ancora una volta il dibattito. Sin qui i virgolettati, quello che il primo cittadino ha detto ieri sera, verificabile dal video che potrete vedere integralmente cliccando qui .
La nostra redazione, come già ribadito a più riprese in un recentissimo passato, si limita a far cronaca (abbiamo sentito politici e avvocati delle parti in causa), attendendo la fine del procedimento penale per poter trarre successivamente e una volta per tutte, a bocce ferme, nostre legittime conclusioni sull'intera vicenda.
LAVORI IN DISCARICA
Il Comune di Giovinazzo, ha spiegato il primo cittadino, ha ricevuto dalla Regione Puglia 850.000 euro per la primissima fase di messa in sicurezza d'emergenza del sito di San Pietro Pago. Depalma ha specificato che fino ad oggi sono stati estratti dai lotti 3570 tonnellate di percolato per un costo pari a 435.577 euro. Il Sindaco ha ricordato anche che il Comune di Giovinazzo è risultato primo in graduatoria in un bando regionale e grazie a questo è stato beneficiario di 4 milioni e mezzo per la vera e propria messa in sicurezza di emergenza della discarica. L'Agenzia Regionale per il Servizio di gestione dei rifiuti (AGER) sta definendo il progetto e procederà ad appaltare il tutto, evitando che il sito continui a produrre percolato, pericolosissimo per le colture circostanti.Depalma ha anche lanciato una riflessione sul sesto lotto: pur misurando da solo una volumetria maggiore dei primi tre, dal «2006 è stato riempito tutto e questo stimola considerazioni. Sfido chiunque - ha poi detto il sindaco - a dire che stasera stiamo dicendo fesserie, ma il dato di fatto è che in pochi anni hanno abbancato tanti rifiuti per una scelta scellerata. E tutta quella roba che si genera - ha rimarcato - è solo ed esclusivamente frutto del sesto lotto». Depalma ha anche aggiunto che Daneco ha gestito «senza un appalto» quell'area ampissima per volere delle Amministrazioni precedenti alla sua e, secondo il primo cittadino di Giovinazzo, le volumetrie di quella porzione di discarica sarebbero state raddoppiate per volere della Giunta regionale guidata da Nichi Vendola. «Se qualcuno ha carte diverse - ha sottolineato infine Depalma - le porti qui ed io chiederò scusa davanti a tutti. Sono anni che li aspetto, ma non si è mai presentato nessuno per spiegarlo e nessuno è mai venuto a chiedere a sua volta scusa a Giovinazzo».
In questa fase il sito di San Pietro Pago verrà sostanzialmente sigillato con teli e successivamente bisognerà aprire la delicatissima fase di chiusura e post-gestione che durerà diversi anni. Per queste operazioni, è notizia recente, Depalma ha spiegato che a Giovinazzo verranno riconosciuti tra i 10 ed i 13 milioni di euro.
MAGLIA D1.1
Uno degli argomenti più dolorosi da affrontare a Giovinazzo continua a confermarsi la vicenda processuale legata alla lottizzazione abusiva ed al conseguente processo relativo alla maglia urbana D1.1, comunemente conosciuta come zona artigianale.Sul punto è anche intervenuto il Consigliere comunale Gianni Del Giudice, parte nel procedimento ed addirittura tra in condannati, che ha tenuto a ribadire il suo punto di vista. Lui farebbe parte di quello che i giudici della Corte d'Appello hanno definito nell'ordinanza di rinvio alla Corte Costituzionale del provvedimento di confisca, «anello debole di un meccanismo» più ampio che avrebbe coinvolto tecnici comunali che, a detta dell'esponente di maggioranza, non avrebbero «lavorato per il bene comune». Del Giudice, emotivamente coinvolto, ha quindi spiegato che le vicende legate a quella maglia urbana, dolorose per molti imprenditori ed artigiani che avevano creduto nella possibilità di un lancio dell'area e quindi delle loro aziende, riguardano non solo loro, bensì tutta la città, poiché si tratta di un fatto senza precedenti nella storia giovinazzese. «Doveva essere un fiore - ha detto Del Giudice con una metafora riferendosi alla D1.1 -, ma purtroppo quel fiore, grazie a qualcuno, si è appassito».
Depalma non ha perso occasione per ribadire che in quella drammatica vicenda vi sarebbero state responsabilità a Palazzo di Città e che comunque si concluderà il procedimento, essa rappresenterà un peso enorme che graverà sui bilanci comunali e sulle tasche dei giovinazzesi. Sospesa la vicenda della confisca in attesa che si pronunci la Consulta, al fine di capire se questa pena accessoria fosse congrua, il sindaco di Giovinazzo ha altresì rimarcato come nell'ordinanza vi sia da parte dei giudici il convincimento che vi fosse «una parte forte ed una parte debole che è stata individuata nei proprietari dei lotti». Depalma ha quindi continuato asserendo che di questa vicenda giudiziaria i giovinazzesi abbiano il diritto di sapere e che in Consiglio comunale vi sarebbe stato ostruzionismo da parte delle forze di opposizione. Se la confisca dovesse essere confermata, ai lottizzanti verrà tolto tutto, mentre nella migliore delle ipotesi, ha raccontato Depalma, «dovranno realizzare opere di sistemazione, probabilmente dovranno eliminare parte dei loro manufatti e quei danni li pagheremo noi. Sono pronto - ha detto - a qualsiasi confronto su questo».
Il primo cittadino ha quindi ripercorso le tappe che hanno portato ai recenti lavori di urbanizzazione di un'area che non sembrava aver mai pace. Il 24 maggio 2017, ha evidenziato Depalma, era decaduta la convenzione coi lottizzanti e a novembre del 2018 il sindaco aveva comunicato alla Corte d'Appello di Bari di voler procedere al ripristino della viabilità ed a completare la pubblica illuminazione. Il 13 novembre di quell'anno il Comune deliberò la declaratoria di decadenza di quel piano di lottizzazione ed il 22 dello stesso mese giunse a Palazzo di Città la risposta del Sostituto procuratore generale che sostanzialmente dava l'ok alla messa in sicurezza dell'area.
A fine dicembre 2018 l'Ente aveva dato l'avvio al procedimento di verifica della consistenza delle urbanizzazioni ed a maggio 2019 la Giunta prendeva atto degli elaborati derivanti da incarichi dati ai tecnici e da quel momento sono partite, ha concluso Depalma, le attività che hanno portato alla realizzazione delle recenti opere.
Sulla vicenda giudiziaria in sé, Depalma ha infine richiamato quanto scritto a pagina 26 dell'ordinanza dai giudici della Corte d'Appello di Bari, per i quali il «piano di lottizzazione privo di NTA, dapprima fu stravolto in sostanza con il rilascio di permessi di costruire illegittimi, deponenti per una palese collusione tra ufficio tecnico e privati, e poi fu strategicamente rielaborato con una variante atta a trasformare la zona in un'area a prevalente vocazione residenziale in contrasto con le citate NTA del Piano Regolatore Generale».
La conclusione di Depalma è un manifesto politico degli intenti della sua maggioranza. Il Sindaco ha ribadito infatti un concetto: «quando qualche Consigliere di opposizione dice che noi vogliamo dividere la città, dice il vero. Noi la vogliamo dividere in questo senso: i cittadini devono decidere se vogliono stare con questo sistema (ha detto facendo riferimento a quanto sancito nell'ordinanza, ndr) che faceva inciuci oppure se vogliono stare dalla parte di chi, pur con tutti i nostri limiti, di questi imbrogli non ne ha mai fatti».
Parole fortissime che non resteranno indifferenti alle orecchie degli avversari politici e che certamente infiammeranno ancora una volta il dibattito. Sin qui i virgolettati, quello che il primo cittadino ha detto ieri sera, verificabile dal video che potrete vedere integralmente cliccando qui .
La nostra redazione, come già ribadito a più riprese in un recentissimo passato, si limita a far cronaca (abbiamo sentito politici e avvocati delle parti in causa), attendendo la fine del procedimento penale per poter trarre successivamente e una volta per tutte, a bocce ferme, nostre legittime conclusioni sull'intera vicenda.