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Dimensionamento scolastico, gli insegnanti scrivono al sindaco

Letta aperta dei docenti della “Buonarroti-Marconi” al primo cittadino

«Egregio sindaco Depalma, con amarezza si leggono sui social commenti poco edificanti, se non malevoli, nei confronti della scuola media "Michelangelo Buonarroti-Guglielmo Marconi" e, ciò che sconcerta maggiormente, è che siano fatti dal primo cittadino… che ha il dovere morale, prima di proferire parola, di documentarsi a tutto tondo e di non fidarsi del "sentito dire"».

Inizia così la missiva, giunta alle redazioni dei media locali, firmata "I Docenti della Scuola Secondaria Statale di I Grado di Giovinazzo", indirizzata al primo cittadino. Nocciolo della questione sarebbero alcune affermazioni apparse sui social network e non andate giù agli insegnanti, nell'ambito dell'ampio progetto di dimensionamento scolastico che andrà in vigore dal settembre 2015. La previsione è quella secondo cui Giovinazzo riavrà due dirigenti scolastici reggenti con la seguente ripartizione: il primo circolo didattico sarà composto dall'attuale "San Giovanni Bosco", dalla scuola dell'infanzia "San Tommaso" (oggi incardinata nel II circolo) e dalla scuola secondaria inferiore "Michelangelo Buonarroti", per un totale di 828 alunni. Il secondo sarà invece formato dalla "don Saverio Bavaro" e dall'altra scuola secondaria di primo grado, il plesso "Guglielmo Marconi", che conterà così 1063 allievi.

«Ci spieghi - continuano i docenti - sindaco Depalma, cosa intende per "sana competizione", "basso cabotaggio", "capacità migliori", "offerta formativa" (parola usata ed abusata), "stimoli", "guardare avanti", "motivazioni poco convincenti", "pedagogia didattica". Tali arzigogoli linguistici possono influenzare solo chi non conosce la realtà scolastica. Con presunzione, si pretende di svalutare i docenti al fine di giustificare scelte condivise dagli amministratori, ma poco condivise dalle famiglie degli alunni e dai docenti i quali, Le assicuriamo, non soffrono di "conservatorismo" (buona parte di essi è a fine carriera) né di "didattica urlata"».

Poi l'affondo ancor più duro: «i docenti, a differenza dei burocrati, hanno una visione ben diversa, seria, dell'istituzione scolastica; con dedizione e zelo hanno speso e continuano a spendere le proprie energie anche gratuitamente. Per quanto poi concerne l'illazione da Lei formulata in merito al fatto che per sette anni i docenti non si siano attivati in alcun progetto sottolineano - La invitiamo a documentarsi e ad essere più attento, in quanto, negli "improduttivi" sette anni (a suo dire) sono stati realizzati PON FESR per dotazioni tecnologiche e laboratori multimediali e PON FSE di lingua spagnola, inglese, francese, matematica, fisica, chimica, scienze, informatica per un importo di oltre 800.000 euro!».

Il passaggio più accorato della nota tocca proprio la contesa del dimensionamento scolastico, quella che, sempre secondo questo gruppo di insegnanti ha portato ad una sorta di «bottino da spartire fra chi sa far sentire di più la propria voce…; la divisione della scuola media - evidenziano con forza - comporta lo smembramento del corpo docente, l'eventuale perdita di continuità didattica per gli alunni, l'inevitabile creazione di una scuola di serie A ed una di serie B, per via di un ristretto numero di utenza e per la continua sottrazione di aule che l'amministrazione comunale impone. La scuola non è un'azienda, non è un luogo di spot pubblicitari, non è un "Expo" di imbonitori, ma è innanzitutto agenzia educativa, formativa e tale obiettivo è stato il faro guida dei docenti che costituiscono, nonostante i giudizi poco lusinghieri espressi da Lei, una notevole risorsa apprezzata sul nostro territorio e fuori di esso».

«In merito infine alla sete di progetti - ribadiscono in chiusura - possiamo garantirLe che la scelta è stata sempre fatta in base alla ricaduta positiva sull'apprendimento degli alunni e non su "progetti specchietto per allodole"… che, invece, rappresentano uno spreco finanziario, un aggravio di spesa per le famiglie e, a detta dei genitori stessi, fonte di distrazione per gli alunni».

Una missiva dura nei toni, quella degli insegnati, evidentemente meditata a lungo, che rivela parecchio malcontento tra insegnanti e dirigenti.
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