Cultura
È di Saverio Amorisco l'abito che rivestirà la Madonna del Pozzo di Trani
Si tratta di un'antica effigie risalente al 1831
Giovinazzo - lunedì 29 aprile 2024
La comunità parrocchiale Santa Maria delle Grazie di Trani, dai locali conosciuta come Chiesa dei Cappuccini, insieme all'Associazione religiosa Santa Maria del Pozzo che ha sede presso la parrocchia, ha vissuto un momento straordinario di fede e di grazia: l'accoglienza dell'antica immagine della Madonna del Pozzo, che si è tenuta sabato 27 aprile, vestita con un abito realizzato da Saverio Amorisco.
Fino al 1956, infatti, l'associazione venerava un'antica immagine del 1831. Purtroppo, durante i festeggiamenti dell'agosto 1956, s'incendiò. Da allora, l'immagine fu conservata dalle suore della casa di riposo Vittorio Emanuele II e l'associazione provvide a realizzarne un'altra, di splendida manifattura, dagli scultori d'arte sacra Ferdinando Perathoner (Ortisei). Nel 2018, l'allora parroco e padre spirituale, don Gaetano Lops, diede inizio ai lavori di restauro dell'antica immagine per ridare valore ad un pezzo di storia dell'associazione e per ridare dignità ad una immagine che ha accolto e raccolto più di un secolo di preghiere, lacrime e suppliche.
Nell'ottobre scorso, don Vincenzo Giannico, divenuto il nuovo parroco della parrocchia Santa Maria delle Grazie, ha portato a termine i lavori di restauro facendo realizzare anche un nuovo abito, in quanto, con l'incendio ne rimase sprovvista.
Ed è dunque di manifattura giovinazzese l'opera tessile che riveste finalmente dopo tanti anni l'immagine realizzata dal maestro ottocentesco Brudaglio. Un'opera importante per via delle tante ore di lavoro che hanno impegnato l'artista del sacro Saverio Amorisco, nel comporre prima il disegno e poi fattivamente i fili d'oro, ricamati con grandissima maestria. Dopo un'attenta ricostruzione mediante le poche foto in bianco e nero a disposizione del disegno dell'abito andato perduto durante l'incendio, si è proceduto alla scelta attenta delle sete utilizzate per l'abito e il manto dell'effigie veneratissima non solo a Capurso, ma in tutta la Città metropolitana di Bari e nel capoluogo della Bat. Ancora una volta la ricerca storica e l'estro di Saverio Amorisco hanno fatto la differenza.
Fino al 1956, infatti, l'associazione venerava un'antica immagine del 1831. Purtroppo, durante i festeggiamenti dell'agosto 1956, s'incendiò. Da allora, l'immagine fu conservata dalle suore della casa di riposo Vittorio Emanuele II e l'associazione provvide a realizzarne un'altra, di splendida manifattura, dagli scultori d'arte sacra Ferdinando Perathoner (Ortisei). Nel 2018, l'allora parroco e padre spirituale, don Gaetano Lops, diede inizio ai lavori di restauro dell'antica immagine per ridare valore ad un pezzo di storia dell'associazione e per ridare dignità ad una immagine che ha accolto e raccolto più di un secolo di preghiere, lacrime e suppliche.
Nell'ottobre scorso, don Vincenzo Giannico, divenuto il nuovo parroco della parrocchia Santa Maria delle Grazie, ha portato a termine i lavori di restauro facendo realizzare anche un nuovo abito, in quanto, con l'incendio ne rimase sprovvista.
Ed è dunque di manifattura giovinazzese l'opera tessile che riveste finalmente dopo tanti anni l'immagine realizzata dal maestro ottocentesco Brudaglio. Un'opera importante per via delle tante ore di lavoro che hanno impegnato l'artista del sacro Saverio Amorisco, nel comporre prima il disegno e poi fattivamente i fili d'oro, ricamati con grandissima maestria. Dopo un'attenta ricostruzione mediante le poche foto in bianco e nero a disposizione del disegno dell'abito andato perduto durante l'incendio, si è proceduto alla scelta attenta delle sete utilizzate per l'abito e il manto dell'effigie veneratissima non solo a Capurso, ma in tutta la Città metropolitana di Bari e nel capoluogo della Bat. Ancora una volta la ricerca storica e l'estro di Saverio Amorisco hanno fatto la differenza.