Politica
Di Maio in Puglia: «Noi unica alternativa per restituire dignità all'Italia in Europa»
Il suo "Rally" ha toccato Foggia, Andria e Bari dove ha incontrato anche i candidati dei collegi che riguardano Giovinazzo
Giovinazzo - venerdì 9 febbraio 2018
0.10
È arrivato ieri in Puglia il "Rally" di Luigi Di Maio, il candidato premier del Movimento 5 Stelle. Con lui, a Foggia, prima tappa del tour pugliese, tra gli altri c'era anche Angela Bruna Piarulli, direttrice del carcere di Trani e candidata nel Collegio Puglia 3 del Senato, quello che riguarda anche Giovinazzo.
Piarulli e Di Maio hanno parlato di sicurezza e legalità, prima che quest'ultimo proseguisse per Andria, dove si è invece soffermato su agricoltura e rapporti con l'Unione Europea, puntando i riflettori sulla tutela del comparto oleario, in una regione in cui l'olio è il vero oro verde che muove l'economia di diversi centri dell'ex provincia barese e della Bat.
«L'Europa - ha detto Di Maio - deve cominciare ad ascoltarci. O si cominciano a proteggere le nostre eccellenze, le nostre imprese dell'agroalimentare, del reparto olivicolo, di tutti i settori che riguardano questa regione, oppure una parte di quei 20 miliardi che diamo come italiani all'Unione Europea ce la teniamo e cominciamo a proteggere da soli i nostri agricoltori, i nostri artigiani e il nostro made in Italy».
«Non credo sia più tollerabile - ha continuato - che in Europa si facciano continuamente trattati, regolamenti e direttive che tendono a danneggiare questa terra, come il resto del Sud Italia, che potrebbe vivere solo delle sue eccellenze, del suo turismo e delle sue bellezze».
Particolarmente apprezzato il suo passaggio sul rapporto con l'UE in fatto di valorizzazione del comparto agricolo. Per Di Maio c'è bisogno di far sentire la nostra voce a Bruxelles, cercando di far sedere ai tavoli tecnici i migliori tecnici italiani del ramo: «L'agricoltura è uno di quei settori - ha sottolineato il candidato premier dei 5 Stelle - che paga lo scotto delle follie di questo Paese.
Se a livello europeo, fino ad oggi, hanno vinto sempre gli altri è semplicemente perché noi una squadra per vincere non l'abbiamo neanche mai schierata: basti pensare che la Germania ha 45 funzionari, noi due. A livello europeo bisogna sedersi a un tavolo con i migliori funzionari italiani e far controllare loro ogni virgola delle leggi approvate, perché a questi livelli anche le virgole possono cambiare la vita delle persone. E quando in Europa non ti ascoltano basterebbe ricordargli che, ad oggi, diamo 20 miliardi di euro e ne riceviamo indietro solo 12. Negli anni - ha detto amaro - altri Stati europei si sono convinti che bastava fare una bella conferenza per tenerci buoni».
Inevitabile, poi, l'aggancio con l'eccessiva burocratizzazione delle procedure nel nostro Paese, un cavallo di battaglia dei grillini che intendono snellire l'intero apparato, avvicinandolo a modelli di altre nazioni. «Ci sono troppe leggi inutili - ha dichiarato - e per questo, in cima al nostro programma, c'è l'abolizione di 400 leggi inutili.
È inaccettabile - ha poi evidenziato Luigi Di Maio - che le imprese, anche quelle agricole, passino 100 giorni inutili a fare carte per lo Stato e 60 giorni per i controlli. In questi giorni sentiamo tanto parlare di riforme, ma prima di riformare settori come la scuola bisogna fare i giusti investimenti. Anche per queste ragioni noi abbiamo chiesto alle migliori competenze dell'Italia di farsi avanti e queste persone l'hanno fatto, ma non basta solo la competenza, serve il cuore. Non bisogna solo far quadrare i bilanci quando si fanno leggi sull'agricoltura o sulla riforma delle pensioni - ha chiosato -, bisogna pensare all'impatto sulla gente».
Piarulli e Di Maio hanno parlato di sicurezza e legalità, prima che quest'ultimo proseguisse per Andria, dove si è invece soffermato su agricoltura e rapporti con l'Unione Europea, puntando i riflettori sulla tutela del comparto oleario, in una regione in cui l'olio è il vero oro verde che muove l'economia di diversi centri dell'ex provincia barese e della Bat.
«L'Europa - ha detto Di Maio - deve cominciare ad ascoltarci. O si cominciano a proteggere le nostre eccellenze, le nostre imprese dell'agroalimentare, del reparto olivicolo, di tutti i settori che riguardano questa regione, oppure una parte di quei 20 miliardi che diamo come italiani all'Unione Europea ce la teniamo e cominciamo a proteggere da soli i nostri agricoltori, i nostri artigiani e il nostro made in Italy».
«Non credo sia più tollerabile - ha continuato - che in Europa si facciano continuamente trattati, regolamenti e direttive che tendono a danneggiare questa terra, come il resto del Sud Italia, che potrebbe vivere solo delle sue eccellenze, del suo turismo e delle sue bellezze».
Particolarmente apprezzato il suo passaggio sul rapporto con l'UE in fatto di valorizzazione del comparto agricolo. Per Di Maio c'è bisogno di far sentire la nostra voce a Bruxelles, cercando di far sedere ai tavoli tecnici i migliori tecnici italiani del ramo: «L'agricoltura è uno di quei settori - ha sottolineato il candidato premier dei 5 Stelle - che paga lo scotto delle follie di questo Paese.
Se a livello europeo, fino ad oggi, hanno vinto sempre gli altri è semplicemente perché noi una squadra per vincere non l'abbiamo neanche mai schierata: basti pensare che la Germania ha 45 funzionari, noi due. A livello europeo bisogna sedersi a un tavolo con i migliori funzionari italiani e far controllare loro ogni virgola delle leggi approvate, perché a questi livelli anche le virgole possono cambiare la vita delle persone. E quando in Europa non ti ascoltano basterebbe ricordargli che, ad oggi, diamo 20 miliardi di euro e ne riceviamo indietro solo 12. Negli anni - ha detto amaro - altri Stati europei si sono convinti che bastava fare una bella conferenza per tenerci buoni».
Inevitabile, poi, l'aggancio con l'eccessiva burocratizzazione delle procedure nel nostro Paese, un cavallo di battaglia dei grillini che intendono snellire l'intero apparato, avvicinandolo a modelli di altre nazioni. «Ci sono troppe leggi inutili - ha dichiarato - e per questo, in cima al nostro programma, c'è l'abolizione di 400 leggi inutili.
È inaccettabile - ha poi evidenziato Luigi Di Maio - che le imprese, anche quelle agricole, passino 100 giorni inutili a fare carte per lo Stato e 60 giorni per i controlli. In questi giorni sentiamo tanto parlare di riforme, ma prima di riformare settori come la scuola bisogna fare i giusti investimenti. Anche per queste ragioni noi abbiamo chiesto alle migliori competenze dell'Italia di farsi avanti e queste persone l'hanno fatto, ma non basta solo la competenza, serve il cuore. Non bisogna solo far quadrare i bilanci quando si fanno leggi sull'agricoltura o sulla riforma delle pensioni - ha chiosato -, bisogna pensare all'impatto sulla gente».