Del racconto, il Film. <span>Foto Marzia Morva</span>
Del racconto, il Film. Foto Marzia Morva
Eventi e cultura

"Del racconto...Il film", tanto pubblico in piazzale Aeronautica Militare

Ancora una bella serata nell'ambito del cartellone Estate a Giovinazzo 2024

La XV edizione del Driffest-Del Racconto Il Film Festival ha fatto tappa a Giovinazzo, città tra quelle che da anni hanno scelto di ospitare e proporre, oltre che promuovere, cinema e letteratura con sguardo attento a un racconto e a un film. Nell'edizione dell'estate 2024 lo scenario dell'Anfiteatro sito nel Piazzale Aeronautica è stato ancora una volta giusta location per lo svolgimento delle serate. L'incontro letterario con narrazione prima e con visione del film dopo, svoltosi l'11 luglio è stato pari a una bella carezza sul cuore del pubblico lì attento a vivere ogni passo e momento del racconto prima e del film dopo. In programma alle ore 20.00 la presentazione del libro "Inventario di quel che resta dopo che la foresta brucia" scritto da Michele Ruol. Il libro è in concorso nella sezione "Non ci resta che leggere" e il pubblico, a fine incontro, sulla scheda prestampata ha scritto la sua votazione. Lo scrittore è un medico anestesista al suo primo romanzo di narrativa dopo svariate esperienze di scrittore per il teatro.

Del racconto…

Il racconto è drammatico nei suoi tratti iniziali perché narra dell'incidente stradale che strappa alla vita i due figli maschi della coppia protagonista della storia. Come si può sopravvivere a una tragedia di questa entità? Il viaggio nel racconto è stato amabilmente condotto dalla giornalista Gilda Camero che in ogni suo intervento e domanda ha saputo toccare le corde giuste per far sì che lo scrittore aprisse il suo animo delicato e profondo verso un racconto molto forte nel contenuto.
La storia è stata ricostruita attraverso gli oggetti presenti in una casa vuota; ogni capitolo fa riferimento a un singolo oggetto che è collegato a ogni componente della famiglia, gli oggetti custodiscono ricordi ed episodi che assumono un significato. In fondo per tutti gli esseri umani ogni oggetto costruisce un tassello della storia e riporta anche indietro nella memoria di un vissuto.

Gilda Camero ha condotto con delicati interventi sulla storia di una famiglia e di una storia d'amore di due persone che sopravvivono a una tragedia. La giornalista si è collegata a ogni piccolo particolare e dettaglio e ha affrontato il passaggio relativo alla reazione dei genitori al lutto. «Ognuno di noi ha tempi e modi diversi di reazione. La vita va avanti nella costruzione di una seconda vita con tutte le difficoltà che ne conseguono- ha affermato lo scrittore ». Tanti gli elementi sui quali poter riflettere: il racconto di due genitori che vivono la tragedia della morte dei due figli in un incidente; la casa che diviene guscio protettivo ma fonte di dolore perché luogo pieno di tanti oggetti legati al vivere della famiglia, ai ricordi e alle emozioni che rievocano il passato. Con delicatezza e sensibilità sia la giornalista Gilda Camero che lo scrittore Michele Ruol hanno affrontato ad ampio spettro quelli che sono gli aspetti di una tragedia che squarcia la vita di due genitori e quanta forza, anche attraverso grande sofferenza, serve trovare per mettere insieme "un inventario di quel che resta dopo che la foresta brucia" facendo preciso riferimento al titolo del libro.

Il film…

Al racconto ha fatto seguito la visione del film "L'imprevedibile viaggio di Harold Fry" della regista inglese Hettie MacDonald, proiezione introdotta da Giancarlo Visitilli, direttore del Driffestival. «Il romanzo e il film hanno un elemento che li collega: il viaggio - ha affermato Giancarlo Visitilli. Si tratta di un viaggio esterno e di un viaggio interiore; il protagonista Harold può essere considerato un Francesco D'Assisi che sceglie l'essenziale, abbandona la carta di credito e tutte le cose che ha e diventa errante. Errare, voce del verbo andare, è un lasciare andare e significa crescere; l'esperienza del protagonista Harold Fry fa pensare all'intermittenza del cuore a quell'avere fiducia in noi stessi e in chi ci sta vicino: di sicuro così tutto andrà bene ». Il film ricco di ottimismo e altruismo ha trasmesso un pieno di umanità di cui c'è tanto bisogno. La storia "on the road" a tratti fa pensare a Forrest Gump, a quella bontà disarmante che ha accarezzato la sensibilità di tutti perché ha rafforzato il concetto di bellezza dell'amicizia e dell'amore universale. Il film celebra la vita in una visione ottimista e rivolge attenzione alla cura che si ha dell'altro raccontando di un viaggio ricco di emozioni, di delicatezza e di poesia.
  • Festival Del Racconto il Film
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