Politica
Daniele de Gennaro: «Ora parlo io»
Intervista esclusiva al candidato di PVA, Civica 22, Sinistra Italiana e Per de Gennaro Sindaco
Giovinazzo - lunedì 14 marzo 2022
06.00
Era da tempo che avevamo promesso a voi lettori di farvi leggere il pensiero di Daniele de Gennaro. Lui è stato il primo a candidarsi ufficialmente alla poltrona di sindaco di Giovinazzo ed è stato a lungo in trattativa con le altre forze politiche di centrosinistra affinché si trovasse unità d'intenti. Così non è stato ed il quadro che emerge porta a quattro candidature: Roberto De Blasi, Daniele de Gennaro, appunto, Maria Rosaria Pugliese e Michele Sollecito.
Lo abbiamo inseguito e lui non ci ha mai chiuso le porte in faccia, tutt'altro. Ci ha sempre chiesto di attendere la fine dei tavoli politici ed oggi, finalmente pubblichiamo una lunga intervista. «Ora parlo io», ci aveva detto qualche giorno fa, e nel resoconto che vi proponiamo de Gennaro tocca tanti punti interessanti in chiave elettorale.
Buona lettura.
Consigliere, grazie intanto per la sua disponibile cortesia.
Partiamo dal quinquennio che sta per terminare. Guardandosi indietro, a suo avviso quali sono stati i punti di forza dell'azione politica del movimento a cui appartiene dentro e fuori il Consiglio comunale?
Prendo a prestito le parole di Maria, moglie del compianto Guglielmo Minervini: «Daniele e PVA ci sono sempre stati per Giovinazzo pure quando hanno perso, anzi di più!». La partecipazione democratica e aperta a tutti e l'ascolto delle istanze dei cittadini tutti, senza esclusione non sono belle parole, ma con noi sono diventati fatti concreti. Ad esempio, qualche giorno fa, in una assemblea plenaria affollatissima di PVA abbiamo deciso tutti insieme la linea politica da tenere. È facile parlare di difesa dei diritti e di partecipazione senza farla! Invece, noi ci siamo sempre stati! Ed uso volutamente il "noi", perché dietro di me, Nunzia Fiorentino e Sabrina Mastroviti in Consiglio, dei consiglieri non eletti, del Direttivo e dei Soci c'è sempre stato un percorso partecipato e trasparente che coinvolge gruppi politici come Sinistra Italiana, che è da anni con noi, e un variegato e colorato mondo dell'associazionismo giovanile, culturale ed ambientalista.
Al di là del dibattito politico più stretto e conoscendo la sua onestà intellettuale, ci riassume in pochi punti in che cosa la Giunta Depalma ha fallito, guardando il tutto con gli occhi del cittadino, prima che con quelli del candidato sindaco?
Su tutte, due cose: la Giunta Depalma, nata per combattere determinati centri di potere giovinazzesi, non solo li ha rafforzati, ma si è persino trasformata nella peggiore e odiosa delle oligarchie, interessata solo alla gestione del potere, con una sequela di decisioni discutibili, completamente "sganciate" dai bisogni della comunità e che ha finito per consegnare la città in mano ai "poteri forti" baresi. Il secondo fallimento, il peggiore, è rappresentato dall'avvelenamento del tessuto sociale del nostro paese, dall'aver alimentato un clima d'odio mai visto prima; pensi a cosa è oggi il Comune, una struttura quasi completamente svuotata di professionalità che preferiscono letteralmente scappare in altre sedi: e questa, con gli investimenti del PNRR alle porte, è una responsabilità gravissima di questa amministrazione.
Ecco, candidato sindaco… Veniamo al nocciolo delle questioni recenti: è sempre sicuro di candidarsi alla carica? E perché, secondo lei, Partito Democratico ed altri movimenti hanno deciso di virare su un altro nome? Che cosa è successo da OfficinaGiovinazzo22 in poi? Vi rimproverate qualcosa?
IO CI SONO! Come ci sono sempre stato in tutti questi 5 anni di opposizione, perché è la mia promessa fatta 6 anni fa a Giovinazzo. Sul PD e su Officina22, guardo avanti senza rancore. Anche le tazzine di caffè dei bar sanno che sono stato disponibile, da sempre e fino all'ultimo istante, a rendere contendibile la mia candidatura attraverso le primarie di coalizione. Ciò che non tanto io, ma chi mi sostiene, ha ritenuto inaccettabile è che sulla mia "testa" fosse calata la scure di una odiosa pregiudiziale. Mi hanno detto che dovevo farmi da parte perché "ero sgradito ai centri di potere in cui si forma il consenso politico". E le pare questa una ragione politica ed umana accettabile?! Ma oramai è acqua passata! Ripeto... Guardiamo avanti senza rancore! Io mi candido a guida di tutto il popolo del centrosinistra, che saprà valutare da solo chi debba e possa rappresentarne al meglio il suo bisogno di cambiamento!
Che rapporti ha con Antonio Galizia ora? Eravate sembrati molti vicini, ed invece…
…ed invece le "porte scorrevoli" di un certo modo di intendere la politica non si fermano mai. Mi è comunque dispiaciuto leggere i suoi commenti sul «maggiore spessore e qualità» di altri candidati, in quanto completamente avulsi dal contesto politico. I nostri rapporti personali, in ogni modo, restano del tutto inalterati e assolutamente buoni.
Michele Sollecito è ritenuto da voi come la continuazione dell'amministrazione guidata da Tommaso Depalma: perché non può essere un buon sindaco? I suoi sostenitori lo dipingono come pacato e preparato: cosa evidentemente non vi convince e vi rende lontanissimi da lui?
La candidatura di Michele Sollecito è un Depalma ter di fatto! Sollecito per dieci anni da vicesindaco è stato complice, spesso pure omertoso, di tutte le intemperanze gestionali comunicative ed amministrative di Depalma; anche di fronte alle situazioni più eclatanti, da parte sua non c'è stato mai un percorso critico, mai un dissociarsi, mai una presa di posizione. Come ha dimostrato la presentazione di sabato scorso siamo dinanzi alla solita "minestra riscaldata", con i "soliti noti al contorno". Con l'aggravante che tutti gli interventi durante la sua presentazione, ad iniziare da quello di Depalma, avevano il medesimo tenore: "Michele non è la brutta copia sbiadita di Tommaso", quasi a voler giustificare una scelta che non convince loro per primi.
PrimaVera Alternativa era la grande novità del 2017. Come si rinvigorisce quel progetto politico ambizioso e come è cambiata PVA rispetto a cinque anni fa? I giovani ci sono ancora e che spinta possono darvi?
PrimaVera Alternativa resta sempre un progetto politico "speciale", un modello politico popolare e di cittadinanza attiva a cui molti vorrebbero ispirarsi. Popolare per davvero, proprio perché fatto di persone che vengono dal popolo, dalle associazioni, dai quartieri, dalle parrocchie. Mai si era visto un movimento civico così intensamente presente e per un periodo così lungo. PVA non solo ha mantenuto tutte le personalità che lo hanno fondato nel 2016, ma ha anche allargato la sua base a decine di neo-maggiorenni appassionati.
È vero che siete un movimento un po' borghese che fa fatica a parlare alla pancia della gente? I vostri avversari vi dipingono così. Ricordiamo che c'era questo dibattito interno dopo le elezioni del 2017 a tal proposito. A noi sembra che sia invece cambiato il vostro modo di comunicare dopo la sconfitta di cinque anni fa al fotofinish. Ci sbagliamo?
Era e resta una comoda fake news creata ad arte dai nostri avversari, ma che in questi anni è stata smascherata. PVA è un Movimento popolare nei fatti, perché difende i diritti del popolo, dei "tanti" senza voce, contro i privilegi dei "pochi" soliti noti. Altro che borghesi: eravamo, siamo e saremo sempre dalla parte di tutti i cittadini, con una attenzione maggiore verso i più deboli! Sul piano comunicativo e sul piano politico è indubbio che siamo maturati molto; del resto, il fine ultimo dei fondatori di PVA era quello di creare una nuova classe dirigente politica cittadina, e mi pare che l'obiettivo sia stato centrato alla grande. E la riprova di quanto sto dicendo è che questa volta a stringere alleanze politiche e programmatiche con PVA ci saranno tanti gruppi politici che nel 2017 avevano creduto, salvo poi ricredersi, a quella narrazione distorta.
Mi descrive in cinque differenti punti le priorità assolute di Giovinazzo sino al 2027?
Non mi bastano 5 punti ma ci provo. Le priorità sono molteplici: ambiente (ex ferriere, discarica, coste, verde pubblico), urbanistica, rilancio dell'economia, dell'agricoltura e del commercio, parità di opportunità tra generi e tra cittadini. Ma soprattutto la cura dell'ordinario, i parcheggi e la viabilità, le manutenzioni, i marciapiedi, le cose concrete per i cittadini, per i genitori, per i diversamente abili, per i commercianti. Insomma un approccio meno megalomane e molto più vicino alle persone.
Per ultimo, invito gli altri candidati, e soprattutto Sollecito, a creare un nuovo clima di pace sociale a Giovinazzo, chiunque vinca: basta rancore, basta bullismo istituzionale, archiviamo la stagione di "odio personale", ad iniziare dalla campagna elettorale (ad esempio dissociandosi dalle decine di profili social fake "spargi veleno" in giro).
Se la crisi internazionale dovesse allargarsi, Dio non voglia, quali sono le sfide che un amministratore locale dovrà affrontare? Si è fatto un'idea di quanto gravoso potrebbe diventare il compito di un sindaco? A noi sembra sempre che le campagne elettorali comunali si giochino su temi avulsi dall'attualità globale e questo aspetto, non glielo nascondiamo, ogni tanto ci infastidisce.
Difficile dirlo. Ai tanti problemi materiali derivanti dalla difficoltà di approvvigionamento di materie prime essenziali (generi alimentari di prima necessità, carburanti, ecc.) e da un prevedibile generalizzato impoverimento della popolazione, bisognerà anche far fronte ai gravi riflessi negativi che il conflitto determinerà sugli umori e sull'equilibrio psichico della gente, già messa a dura prova dalla pandemia. Occorrerà lavorare su un recupero di valori di solidarietà e fiducia nell'altro, di sana convivenza civile, di salvaguardia del bene comune, di parità nei diritti e doveri.
Chiudiamo con un aspetto più privato, ma vogliamo che dalla nostra chiacchierata emerga l'uomo, prima che il politico. In questi mesi il suo nome è stato sulla bocca di molti, anche a sproposito, ed abbiamo contezza che non sempre sono state carezze per lei. Quanto l'ha disturbata che si sia anche talvolta attaccata la persona, il professionista e non invece l'uomo che fa politica? Cosa sente oggi di rispondere? Ed infine: sappiamo quanto sia legato alla sua famiglia e alla luce del peso che ha dovuto sopportare negli ultimi mesi, ha mai pensato "chi me lo fa fare"?
Ho subito gli attacchi peggiori, purtroppo anche da persone - sulla carta - ideologicamente più affini, nel momento forse più delicato della mia vita, quando la mia famiglia ha dovuto "vivere" il dolore, l'ansia e la paura della malattia. Ma come ho sempre detto, è mio dovere essere come i nostri meravigliosi ulivi: generare raccolti abbondanti, sopportando e superando la siccità estiva ed i rigidi climi invernali. Dunque, nessuna risposta ai detrattori da bar. Chi ha grandi responsabilità non può sprecare neanche un attimo, men che meno autocommiserandosi.
Lo abbiamo inseguito e lui non ci ha mai chiuso le porte in faccia, tutt'altro. Ci ha sempre chiesto di attendere la fine dei tavoli politici ed oggi, finalmente pubblichiamo una lunga intervista. «Ora parlo io», ci aveva detto qualche giorno fa, e nel resoconto che vi proponiamo de Gennaro tocca tanti punti interessanti in chiave elettorale.
Buona lettura.
Consigliere, grazie intanto per la sua disponibile cortesia.
Partiamo dal quinquennio che sta per terminare. Guardandosi indietro, a suo avviso quali sono stati i punti di forza dell'azione politica del movimento a cui appartiene dentro e fuori il Consiglio comunale?
Prendo a prestito le parole di Maria, moglie del compianto Guglielmo Minervini: «Daniele e PVA ci sono sempre stati per Giovinazzo pure quando hanno perso, anzi di più!». La partecipazione democratica e aperta a tutti e l'ascolto delle istanze dei cittadini tutti, senza esclusione non sono belle parole, ma con noi sono diventati fatti concreti. Ad esempio, qualche giorno fa, in una assemblea plenaria affollatissima di PVA abbiamo deciso tutti insieme la linea politica da tenere. È facile parlare di difesa dei diritti e di partecipazione senza farla! Invece, noi ci siamo sempre stati! Ed uso volutamente il "noi", perché dietro di me, Nunzia Fiorentino e Sabrina Mastroviti in Consiglio, dei consiglieri non eletti, del Direttivo e dei Soci c'è sempre stato un percorso partecipato e trasparente che coinvolge gruppi politici come Sinistra Italiana, che è da anni con noi, e un variegato e colorato mondo dell'associazionismo giovanile, culturale ed ambientalista.
Al di là del dibattito politico più stretto e conoscendo la sua onestà intellettuale, ci riassume in pochi punti in che cosa la Giunta Depalma ha fallito, guardando il tutto con gli occhi del cittadino, prima che con quelli del candidato sindaco?
Su tutte, due cose: la Giunta Depalma, nata per combattere determinati centri di potere giovinazzesi, non solo li ha rafforzati, ma si è persino trasformata nella peggiore e odiosa delle oligarchie, interessata solo alla gestione del potere, con una sequela di decisioni discutibili, completamente "sganciate" dai bisogni della comunità e che ha finito per consegnare la città in mano ai "poteri forti" baresi. Il secondo fallimento, il peggiore, è rappresentato dall'avvelenamento del tessuto sociale del nostro paese, dall'aver alimentato un clima d'odio mai visto prima; pensi a cosa è oggi il Comune, una struttura quasi completamente svuotata di professionalità che preferiscono letteralmente scappare in altre sedi: e questa, con gli investimenti del PNRR alle porte, è una responsabilità gravissima di questa amministrazione.
Ecco, candidato sindaco… Veniamo al nocciolo delle questioni recenti: è sempre sicuro di candidarsi alla carica? E perché, secondo lei, Partito Democratico ed altri movimenti hanno deciso di virare su un altro nome? Che cosa è successo da OfficinaGiovinazzo22 in poi? Vi rimproverate qualcosa?
IO CI SONO! Come ci sono sempre stato in tutti questi 5 anni di opposizione, perché è la mia promessa fatta 6 anni fa a Giovinazzo. Sul PD e su Officina22, guardo avanti senza rancore. Anche le tazzine di caffè dei bar sanno che sono stato disponibile, da sempre e fino all'ultimo istante, a rendere contendibile la mia candidatura attraverso le primarie di coalizione. Ciò che non tanto io, ma chi mi sostiene, ha ritenuto inaccettabile è che sulla mia "testa" fosse calata la scure di una odiosa pregiudiziale. Mi hanno detto che dovevo farmi da parte perché "ero sgradito ai centri di potere in cui si forma il consenso politico". E le pare questa una ragione politica ed umana accettabile?! Ma oramai è acqua passata! Ripeto... Guardiamo avanti senza rancore! Io mi candido a guida di tutto il popolo del centrosinistra, che saprà valutare da solo chi debba e possa rappresentarne al meglio il suo bisogno di cambiamento!
Che rapporti ha con Antonio Galizia ora? Eravate sembrati molti vicini, ed invece…
…ed invece le "porte scorrevoli" di un certo modo di intendere la politica non si fermano mai. Mi è comunque dispiaciuto leggere i suoi commenti sul «maggiore spessore e qualità»
Michele Sollecito è ritenuto da voi come la continuazione dell'amministrazione guidata da Tommaso Depalma: perché non può essere un buon sindaco? I suoi sostenitori lo dipingono come pacato e preparato: cosa evidentemente non vi convince e vi rende lontanissimi da lui?
La candidatura di Michele Sollecito è un Depalma ter di fatto! Sollecito per dieci anni da vicesindaco è stato complice, spesso pure omertoso, di tutte le intemperanze gestionali comunicative ed amministrative di Depalma; anche di fronte alle situazioni più eclatanti, da parte sua non c'è stato mai un percorso critico, mai un dissociarsi, mai una presa di posizione. Come ha dimostrato la presentazione di sabato scorso siamo dinanzi alla solita "minestra riscaldata", con i "soliti noti al contorno". Con l'aggravante che tutti gli interventi durante la sua presentazione, ad iniziare da quello di Depalma, avevano il medesimo tenore: "Michele non è la brutta copia sbiadita di Tommaso", quasi a voler giustificare una scelta che non convince loro per primi.
PrimaVera Alternativa era la grande novità del 2017. Come si rinvigorisce quel progetto politico ambizioso e come è cambiata PVA rispetto a cinque anni fa? I giovani ci sono ancora e che spinta possono darvi?
PrimaVera Alternativa resta sempre un progetto politico "speciale", un modello politico popolare e di cittadinanza attiva a cui molti vorrebbero ispirarsi. Popolare per davvero, proprio perché fatto di persone che vengono dal popolo, dalle associazioni, dai quartieri, dalle parrocchie. Mai si era visto un movimento civico così intensamente presente e per un periodo così lungo. PVA non solo ha mantenuto tutte le personalità che lo hanno fondato nel 2016, ma ha anche allargato la sua base a decine di neo-maggiorenni appassionati.
È vero che siete un movimento un po' borghese che fa fatica a parlare alla pancia della gente? I vostri avversari vi dipingono così. Ricordiamo che c'era questo dibattito interno dopo le elezioni del 2017 a tal proposito. A noi sembra che sia invece cambiato il vostro modo di comunicare dopo la sconfitta di cinque anni fa al fotofinish. Ci sbagliamo?
Era e resta una comoda fake news creata ad arte dai nostri avversari, ma che in questi anni è stata smascherata. PVA è un Movimento popolare nei fatti, perché difende i diritti del popolo, dei "tanti" senza voce, contro i privilegi dei "pochi" soliti noti. Altro che borghesi: eravamo, siamo e saremo sempre dalla parte di tutti i cittadini, con una attenzione maggiore verso i più deboli! Sul piano comunicativo e sul piano politico è indubbio che siamo maturati molto; del resto, il fine ultimo dei fondatori di PVA era quello di creare una nuova classe dirigente politica cittadina, e mi pare che l'obiettivo sia stato centrato alla grande. E la riprova di quanto sto dicendo è che questa volta a stringere alleanze politiche e programmatiche con PVA ci saranno tanti gruppi politici che nel 2017 avevano creduto, salvo poi ricredersi, a quella narrazione distorta.
Mi descrive in cinque differenti punti le priorità assolute di Giovinazzo sino al 2027?
Non mi bastano 5 punti ma ci provo. Le priorità sono molteplici: ambiente (ex ferriere, discarica, coste, verde pubblico), urbanistica, rilancio dell'economia, dell'agricoltura e del commercio, parità di opportunità tra generi e tra cittadini. Ma soprattutto la cura dell'ordinario, i parcheggi e la viabilità, le manutenzioni, i marciapiedi, le cose concrete per i cittadini, per i genitori, per i diversamente abili, per i commercianti. Insomma un approccio meno megalomane e molto più vicino alle persone.
Per ultimo, invito gli altri candidati, e soprattutto Sollecito, a creare un nuovo clima di pace sociale a Giovinazzo, chiunque vinca: basta rancore, basta bullismo istituzionale, archiviamo la stagione di "odio personale", ad iniziare dalla campagna elettorale (ad esempio dissociandosi dalle decine di profili social fake "spargi veleno" in giro).
Se la crisi internazionale dovesse allargarsi, Dio non voglia, quali sono le sfide che un amministratore locale dovrà affrontare? Si è fatto un'idea di quanto gravoso potrebbe diventare il compito di un sindaco? A noi sembra sempre che le campagne elettorali comunali si giochino su temi avulsi dall'attualità globale e questo aspetto, non glielo nascondiamo, ogni tanto ci infastidisce.
Difficile dirlo. Ai tanti problemi materiali derivanti dalla difficoltà di approvvigionamento di materie prime essenziali (generi alimentari di prima necessità, carburanti, ecc.) e da un prevedibile generalizzato impoverimento della popolazione, bisognerà anche far fronte ai gravi riflessi negativi che il conflitto determinerà sugli umori e sull'equilibrio psichico della gente, già messa a dura prova dalla pandemia. Occorrerà lavorare su un recupero di valori di solidarietà e fiducia nell'altro, di sana convivenza civile, di salvaguardia del bene comune, di parità nei diritti e doveri.
Chiudiamo con un aspetto più privato, ma vogliamo che dalla nostra chiacchierata emerga l'uomo, prima che il politico. In questi mesi il suo nome è stato sulla bocca di molti, anche a sproposito, ed abbiamo contezza che non sempre sono state carezze per lei. Quanto l'ha disturbata che si sia anche talvolta attaccata la persona, il professionista e non invece l'uomo che fa politica? Cosa sente oggi di rispondere? Ed infine: sappiamo quanto sia legato alla sua famiglia e alla luce del peso che ha dovuto sopportare negli ultimi mesi, ha mai pensato "chi me lo fa fare"?
Ho subito gli attacchi peggiori, purtroppo anche da persone - sulla carta - ideologicamente più affini, nel momento forse più delicato della mia vita, quando la mia famiglia ha dovuto "vivere" il dolore, l'ansia e la paura della malattia. Ma come ho sempre detto, è mio dovere essere come i nostri meravigliosi ulivi: generare raccolti abbondanti, sopportando e superando la siccità estiva ed i rigidi climi invernali. Dunque, nessuna risposta ai detrattori da bar. Chi ha grandi responsabilità non può sprecare neanche un attimo, men che meno autocommiserandosi.