Politica
D1.1, le verità di Depalma e Sollecito
La maggioranza in piazza: «Mai più conflitti di interesse a Giovinazzo»
Giovinazzo - domenica 20 settembre 2015
13.46
«Dalla lettura del dispositivo della sentenza emerge un dato incontestabile su cui concordiamo: noi riteniamo, infatti, che non possa essere progettista e direttore dei lavori colui il quale ha il potere di far votare un partito quella lottizzazione. Si chiama conflitto di interessi e non dovrà mai più esserci a Giovinazzo».
Così Michele Sollecito, Vice-Sindaco, in apertura del comizio pubblico sulla sentenza relativa alla zona artigianale D1.1, tenutosi ieri sera in piazza Vittorio Emanuele II. Il concetto del conflitto di interessi è stato più volte ripreso nel corso dei due interventi, tenuti da Sollecito prima e dal Sindaco, Tommaso Depalma, poi.
Sollecito ha toccato anche la questione morale di "berlingueriana" memoria, su cui, a suo dire, «da parte di alcuni di questa sinistra continua ad esservi doppiopesismo». La questione morale come tema centrale, quindi, per un'Amministrazione «sana, che non cede a compromessi», come invece, secondo il numero due a Palazzo di Città, sarebbe accaduto più volte in passato. Poi la precisazione: «Non ce l'abbiamo con il Partito Democratico in genere, né con i suoi elettori, perché c'è tanta brava gente tra loro. Ce l'abbiamo - ha evidenziato - con il PD cittadino, il cui padre nobile è coinvolto nei fatti della D1.1». Sollecito ha sottolineato come la maggioranza «abbia il dovere morale di offrire il dato oggettivo degli interessi che si sono palesati con questa sentenza».
Infine l'affondo su quelli che sono stati i tanti attacchi ricevuti negli ultimi tempi: «Dovremmo vergognarci di cosa? - ha tuonato -. Di aver portato a termine una gara in ambito ARO che cambierà il modo di concepire la differenziata a Giovinazzo? Dei 340.000 euro spesi per la ristrutturazione della scuola "Papa Giovanni XXIII" e di altro danaro speso per altri plessi? Di aver utilizzato tutti i fondi FESR a disposizione? Di aver finalmente eliminato il traffico dal centro storico? Siamo fieri di tutto questo e siamo fieri, ad esempio, di aver messo rotatorie dove prima c'erano photored che gravavano sulle tasche dei cittadini».
«Ed è assurdo - ha poi concluso - vedere qualcuno gioire per la sottrazione dei fondi per la realizzazione della ciclovia per Santo Spirito da parte del Governo centrale, ed esser quasi delusi quando la Regione Puglia, visto che i lavori erano già appaltati, ha deciso di finanziare con 900.000 euro quel cantiere. Questo - ha chiosato - non è voler bene a questa comunità».
Tommaso Depalma, invece, è entrato nel dettaglio della sentenza sulla D1.1, citando passaggi importanti del dispositivo depositato poco più di un mese e mezzo fa. Entrando a gamba tesa sull'argomento, il primo cittadino ha poi detto: «Quelle condanne, dolorosissime per tanta gente, sono il risultato delle politiche di interesse portate avanti nella passata Amministrazione. Certi millantatori - ha precisato - possono solo vendere fumo e noi siamo e saremo sempre i primi avversari di questi signori. Sono diventato Sindaco - ha poi rimarcato con orgoglio - per dare una svolta, una ramazzata».
Il riferimento è a quello che più volte, ieri sera, è stato definito un «sistema» ben collaudato nel passato recente di Giovinazzo. A detta di Depalma, vi sarebbe stato un «professionista che dava ordini al Comune per confondere interessi pubblici con quelli privati». E ritornando sulla sentenza e le condanne sulla D1.1, il Sindaco ha ricordato anche chi si è tolto la vita per quella vicenda arrivata, è bene sempre precisarlo, solo al primo grado di giudizio, ed ha detto: «Ci faremo carico di rispondere alle persone coinvolte nella vicenda, non le abbandoneremo al loro destino, sempre dicendo chiaramente cosa pensiamo, pane al pane e vino al vino». Ritornando sulla questione morale, Depalma ha puntato sulla «responsabilità etica e morale di chi ha votato quella lottizzazione, anche se i giudici non hanno ritenuto vi fossero imputazioni oggettive da rivolgere alla politica locale».
L'ultima parte del comizio del Sindaco ha posto l'accento sui prossimi interventi dell'Amministrazione da lui guidata, oltre a quelli in atto sui due lungomari: «Abbiamo appaltato - ha detto - i lavori per piazzetta Cairoli ed asfalteremo tratti di diverse strade (tra di esse via delle Carrare e via Sottotenente Deceglie) per un importo di 40.000 euro. L'ex istituto "Santarella" diverrà un infopoint del GAL, mentre la sala San Felice diverrà un Urban Center attivo tutti i giorni. Inoltre - ha sottolineato Depalma - sulla piattaforma ministeriale ci sono già le richieste per il cambio di destinazione d'uso degli immobili quali l'ex carcere e l'ex mattatoio, che alieneremo per farne strutture ricettive alberghiere per assicurare futuro ai ragazzi di questa città».
Depalma, dopo aver nuovamente puntato il dito contro quanto sarebbe accaduto, a suo dire, a favore di uno studio in passato, ha altresì elencato gli interventi per l'agibilità (ferma dal 1996, ndr) del Palazzetto dello Sport di viale Moro e quelli operati nelle ex Acciaierie e Ferriere Pugliesi, su cui però nei prossimi giorni la nostra testata intende aprire un canale diretto tra lettori e primo cittadino, con domande già pervenuteci in redazione e che gli gireremo.
Un Sindaco ed un Vice-Sindaco all'attacco, quelli visti ieri sera, dopo aver giocato per tanto tempo in difesa. Ieri sera, in piazza Vittorio Emanuele II, è forse iniziata la lunga campagna elettorale che porterà al voto nella primavera del 2017. Ma, giornalisticamente parlando, era importante che la maggioranza portasse fuori da Palazzo di Città il suo punto di vista sulla vicenda D1.1, ben oltre un comunicato stampa. Prima vi sarebbe stato un sistema che da tre anni si tenta di estirpare. Oggi si punterebbe su legalità e trasparenza.
Ora sarà la volta del Partito Democratico, che potrà giocare di rimessa. Anche in quel caso sarebbe, forse, il momento di andare incontro alla gente, di tornare a parlare da un palco come non accade da tanto tempo, di esprimere il proprio punto di vista non solo attraverso i mezzi di informazione locale. Di giocare una partita a viso aperto e che aiuti la cittadinanza a capire come stanno i fatti anche sentendo l'altra campana.
Da qualunque lato la si guardi, tuttavia, la vicenda legata alla D1.1 resterà una ferita nella storia giovinazzese difficilissima da sanare e che comporterà strascichi anche negli anni a venire.
Così Michele Sollecito, Vice-Sindaco, in apertura del comizio pubblico sulla sentenza relativa alla zona artigianale D1.1, tenutosi ieri sera in piazza Vittorio Emanuele II. Il concetto del conflitto di interessi è stato più volte ripreso nel corso dei due interventi, tenuti da Sollecito prima e dal Sindaco, Tommaso Depalma, poi.
Sollecito ha toccato anche la questione morale di "berlingueriana" memoria, su cui, a suo dire, «da parte di alcuni di questa sinistra continua ad esservi doppiopesismo». La questione morale come tema centrale, quindi, per un'Amministrazione «sana, che non cede a compromessi», come invece, secondo il numero due a Palazzo di Città, sarebbe accaduto più volte in passato. Poi la precisazione: «Non ce l'abbiamo con il Partito Democratico in genere, né con i suoi elettori, perché c'è tanta brava gente tra loro. Ce l'abbiamo - ha evidenziato - con il PD cittadino, il cui padre nobile è coinvolto nei fatti della D1.1». Sollecito ha sottolineato come la maggioranza «abbia il dovere morale di offrire il dato oggettivo degli interessi che si sono palesati con questa sentenza».
Infine l'affondo su quelli che sono stati i tanti attacchi ricevuti negli ultimi tempi: «Dovremmo vergognarci di cosa? - ha tuonato -. Di aver portato a termine una gara in ambito ARO che cambierà il modo di concepire la differenziata a Giovinazzo? Dei 340.000 euro spesi per la ristrutturazione della scuola "Papa Giovanni XXIII" e di altro danaro speso per altri plessi? Di aver utilizzato tutti i fondi FESR a disposizione? Di aver finalmente eliminato il traffico dal centro storico? Siamo fieri di tutto questo e siamo fieri, ad esempio, di aver messo rotatorie dove prima c'erano photored che gravavano sulle tasche dei cittadini».
«Ed è assurdo - ha poi concluso - vedere qualcuno gioire per la sottrazione dei fondi per la realizzazione della ciclovia per Santo Spirito da parte del Governo centrale, ed esser quasi delusi quando la Regione Puglia, visto che i lavori erano già appaltati, ha deciso di finanziare con 900.000 euro quel cantiere. Questo - ha chiosato - non è voler bene a questa comunità».
Tommaso Depalma, invece, è entrato nel dettaglio della sentenza sulla D1.1, citando passaggi importanti del dispositivo depositato poco più di un mese e mezzo fa. Entrando a gamba tesa sull'argomento, il primo cittadino ha poi detto: «Quelle condanne, dolorosissime per tanta gente, sono il risultato delle politiche di interesse portate avanti nella passata Amministrazione. Certi millantatori - ha precisato - possono solo vendere fumo e noi siamo e saremo sempre i primi avversari di questi signori. Sono diventato Sindaco - ha poi rimarcato con orgoglio - per dare una svolta, una ramazzata».
Il riferimento è a quello che più volte, ieri sera, è stato definito un «sistema» ben collaudato nel passato recente di Giovinazzo. A detta di Depalma, vi sarebbe stato un «professionista che dava ordini al Comune per confondere interessi pubblici con quelli privati». E ritornando sulla sentenza e le condanne sulla D1.1, il Sindaco ha ricordato anche chi si è tolto la vita per quella vicenda arrivata, è bene sempre precisarlo, solo al primo grado di giudizio, ed ha detto: «Ci faremo carico di rispondere alle persone coinvolte nella vicenda, non le abbandoneremo al loro destino, sempre dicendo chiaramente cosa pensiamo, pane al pane e vino al vino». Ritornando sulla questione morale, Depalma ha puntato sulla «responsabilità etica e morale di chi ha votato quella lottizzazione, anche se i giudici non hanno ritenuto vi fossero imputazioni oggettive da rivolgere alla politica locale».
L'ultima parte del comizio del Sindaco ha posto l'accento sui prossimi interventi dell'Amministrazione da lui guidata, oltre a quelli in atto sui due lungomari: «Abbiamo appaltato - ha detto - i lavori per piazzetta Cairoli ed asfalteremo tratti di diverse strade (tra di esse via delle Carrare e via Sottotenente Deceglie) per un importo di 40.000 euro. L'ex istituto "Santarella" diverrà un infopoint del GAL, mentre la sala San Felice diverrà un Urban Center attivo tutti i giorni. Inoltre - ha sottolineato Depalma - sulla piattaforma ministeriale ci sono già le richieste per il cambio di destinazione d'uso degli immobili quali l'ex carcere e l'ex mattatoio, che alieneremo per farne strutture ricettive alberghiere per assicurare futuro ai ragazzi di questa città».
Depalma, dopo aver nuovamente puntato il dito contro quanto sarebbe accaduto, a suo dire, a favore di uno studio in passato, ha altresì elencato gli interventi per l'agibilità (ferma dal 1996, ndr) del Palazzetto dello Sport di viale Moro e quelli operati nelle ex Acciaierie e Ferriere Pugliesi, su cui però nei prossimi giorni la nostra testata intende aprire un canale diretto tra lettori e primo cittadino, con domande già pervenuteci in redazione e che gli gireremo.
Un Sindaco ed un Vice-Sindaco all'attacco, quelli visti ieri sera, dopo aver giocato per tanto tempo in difesa. Ieri sera, in piazza Vittorio Emanuele II, è forse iniziata la lunga campagna elettorale che porterà al voto nella primavera del 2017. Ma, giornalisticamente parlando, era importante che la maggioranza portasse fuori da Palazzo di Città il suo punto di vista sulla vicenda D1.1, ben oltre un comunicato stampa. Prima vi sarebbe stato un sistema che da tre anni si tenta di estirpare. Oggi si punterebbe su legalità e trasparenza.
Ora sarà la volta del Partito Democratico, che potrà giocare di rimessa. Anche in quel caso sarebbe, forse, il momento di andare incontro alla gente, di tornare a parlare da un palco come non accade da tanto tempo, di esprimere il proprio punto di vista non solo attraverso i mezzi di informazione locale. Di giocare una partita a viso aperto e che aiuti la cittadinanza a capire come stanno i fatti anche sentendo l'altra campana.
Da qualunque lato la si guardi, tuttavia, la vicenda legata alla D1.1 resterà una ferita nella storia giovinazzese difficilissima da sanare e che comporterà strascichi anche negli anni a venire.