Il passaggio del Corpus Domini. <span>Foto Gabriella Serrone</span>
Il passaggio del Corpus Domini. Foto Gabriella Serrone
Chiesa locale

Corpus Domini, il programma a Giovinazzo

Celebrazione eucaristica a San Domenico

Torna a Giovinazzo, dopo due anni di assenza dovuta all'emergenza sanitaria, la processione del Corpus Domini, nel giorno di una delle più importanti solennità della Chiesa cattolica.

Questa sera, domenica 19 giugno, a partire dalle ore 19.00 vi sarà la celebrazione eucaristica vespertina all'interno della parrocchia di San Domenico, dove si riuniranno clero cittadino, confraternite, pie associazioni, autorità civili e militari.
A seguire la solenne processione per le vie cittadine, coordinata dalla Confraternita del SS Sacramento, guidata dal Priore Domenico Fiorentino.

L'itinerario prevede la partenza dalla centralissima chiesa di piazza Vittorio Emanuele II, per poi procedere in via Bitonto, via Torino, via D'Azeglio, via Marconi, via Balilla, via Marziani, sino a giungere in via Cappuccini, prima del rientro da piazza Vittorio Emanuele II. Al termine della processione ci sarà la benedizione eucaristica imposta dal sagrato di San Domenico da don Pietro Rubini.

Il clero cittadino ha richiesto ai fedeli, come da tradizione, di abbellire i balconi a festa con l'esposizione dei fiori, soprattutto nelle strade lungo cui passerà la processione del SS Sacramento.

LA SOLENNITÀ DEL CORPUS DOMINI (*da Vatican News)

La fede in Dio, Padre e Figlio e Spirito Santo (Trinità), non è un'esperienza lontana e irraggiungibile, anzi, è vicina in un perenne "spezzarsi" per noi: "Questo è il mio Corpo", "Questo è il mio sangue".
Nel 1207 una monaca agostiniana appena quindicenne, Giuliana di Cornillon, di origini belghe, ha la visione di una luna piena con una macchia opaca che la sporca. Gli esperti suoi contemporanei la interpretano così: la luna piena simboleggia la Chiesa; la macchia opaca è l'assenza di una festa che celebri specificamente il Corpo di Gesù Eucaristia. L'anno successivo la stessa religiosa ha una visione più chiara, ma deve lottare molto per far istituire la festa: ci riuscirà solo a livello diocesano nel 1247 quando diventa vescovo di Liegi Roberto de Thourotte. Nel 1261 l'ex arcidiacono di Liegi diventa Papa Urbano IV.
Nel 1264, impressionato da un miracolo eucaristico avvenuto a Bolsena, vicino Orvieto, dove risiedeva, promulgò la bolla Transiturus con la quale istituiva la nuova solennità, da celebrarsi in onore del Santissimo Sacramento il giovedì dopo l'ottava di Pentecoste. Tommaso d'Aquino viene incaricato di comporne l'ufficio liturgico: il più famoso inno è Sacris solemniis, la cui penultima strofa che comincia con le parole Panis angelicus (Pane degli angeli) è stata spesso musicata separatamente dal resto dell'inno. Essendo poi Papa Urbano IV morto due mesi dopo aver istituito la festa, la bolla non fu attuata; ma fu confermata più tardi da Clemente V, primo Papa avignonese (1312). La ormai tradizionale processione del Corpus fu introdotta dal Papa Giovanni XXII nel 1316.
Durante la visita pastorale ad Orvieto, san Giovanni Paolo II disse: "Anche se la costruzione della cattedrale non è collegata direttamente alla solennità del "Corpus Domini", istituita dal Papa Urbano IV con la bolla Transiturus, nel 1264, né al miracolo avvenuto a Bolsena l'anno precedente, è però indubbio che il mistero eucaristico è qui potentemente evocato dal corporale di Bolsena, per il quale venne appositamente fabbricata la cappella, che ora lo custodisce gelosamente. La città di Orvieto è da allora conosciuta nel mondo intero per tale segno miracoloso, che a tutti ricorda l'amore misericordioso di Dio, fattosi cibo e bevanda di salvezza per l'umanità pellegrina sulla terra. Del culto verso così grande mistero, la vostra città conserva e alimenta l'inestinguibile fiamma" (17 giugno 1990).





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