Eventi e cultura
"Conversazioni dal mare" a Giovinazzo, nella prima serata protagonista Anabel Hernandez Garcia
Buona la prima, divertente lo spazio con Luca Bianchini
Giovinazzo - sabato 22 giugno 2024
13.04
La prima serata della rassegna letteraria di respiro internazionale "Conversazioni dal mare", evento di alto spessore culturale, è stata introdotta nella prima parte dalla presentazione di varie start up - "Storie pugliesi innovative che fanno impresa" - guidate da donne intraprendenti, spazio seguito dall'incontro di presentazione del libro "Come chiedere l'aumento" della scrittrice ed economista femminista Azzurra Rinaldi, accompagnata da Angela Paparella, responsabile sviluppo organizzativo nel gruppo Exprivia. Tema dell'incontro, in riferimento al libro, la discriminazione salariale differente tra uomo e donna, la traccia di consapevolezza che ciò avviene, che porta a uno stereotipo di genere e che determina un gender gap: un differenziale retributivo tra uomo e donna, secondo la scrittrice dato anche
dalla ritrosia da parte delle donne nel
chiedere aumento di stipendio. Si è trattato di un momento divulgativo ad ampio raggio calato nella realtà sociale ed economica che stiamo vivendo e che è tutt'oggi scottante tema di attualità.
Anabel Hernàndez
L'incontro di presentazione del libro "Emma la regina del Chapo e le altre signore del narcotraffico", scritto dalla giornalista e scrittrice messicana di fama mondiale Anabel Hernàndez Garcia, è stato il clou della serata. A condurre l'incontro con stile e opportuni interventi il giornalista di Repubblica Giuliano Foschini. La presenza di una giornalista e scrittrice di questo calibro è stata un momento di rilievo per la città di Giovinazzo. Aver incontrato Anabel Hernàndez prima della conversazione è stato emozionante perché la giornalista ha messo fuori il suo vigore espressivo e narrativo per condividere le scottanti e pericolose verità da lei scoperte sul narcotraffico di cui racconta nel suo libro d'inchiesta, successo letterario nel mondo.
Un viaggio per le strade del Messico con la giornalista che ha pubblicato una vera e propria denuncia visto che è riuscita a entrare nella vita di Emma, la moglie di El Chapo, criminale e padrone del mercato della droga messicano, a capo di un'organizzazione criminale dedita al traffico internazionale della droga, chiamata "cartello di Sinaloa" nome dello stato messicano da cui lui proviene e luogo base da cui parte il narcotraffico.
L'incontro con la scrittrice e giornalista
«Nella mia inchiesta parlo di ciò che accade nel " cartello della droga", mai ero entrata nelle case, nell'intimità della famiglia, sono riuscita a farlo parlando con Emma e con le altre signore del narcotraffico, ho raccontato quello che accade lì, nel loro privato- ha con fermezza affermato Anabel Hernàndez. Alle mie spalle ho trent'anni di giornalismo d'inchiesta, a carattere sociale. Ho fatto una lunghissima intervista a Emma sposata con El Chapo e mi ha raccontato tutto, in una prima fase erano tutte menzogne; Emma si è mostrata con un profilo psicologico della personalità dissociato: da una parte lei voleva fare una vita semplice, dall'altra parte è diventata moglie di un uomo spazzatura, violento e stupratore; lei mi ha detto che voleva una vita diversa». Giuliano Foschini le ha chiesto in cosa sono accomunate le donne del narcotraffico. «Hanno in comune educazione patriarcale, sono donne che devono dimostrare di essere in grado di avere un posto in un mondo maschile, fatto sta che nessuna di loro ha un conto corrente bancario personale perché è un sistema maschilista; la criminalità è gestita dagli uomini e l'immenso potere economico che ne deriva è nelle loro mani. Le donne che sono sposate con criminali, hanno fatto figli, ma sono donne legate a un sistema maschilista; pian piano hanno imparato a fare meglio dei loro uomini- ha così raccontato la scrittrice». Il giornalista Foschini le ha poi chiesto se le donne sono in grado di bloccare il sistema criminale.« Penso di sì- ha risposto Anabel Hernàndez- le signore del narcotraffico sono vittime non dico che sono innocenti, si muovono in un sistema patriarcale ma non le giustifico, sono anche loro vittime e carnefici allo stesso tempo. Ho imparato che ì criminali fanno tanti soldi perché hanno uno scopo. El Chapo ha fatto diciotto figli, per utilizzarli come suoi successori. La donna è indispensabile per questi criminali, per puro piacere sessuale e per procreare. Io ho cercato le donne, ho cercato di far rompere il silenzio e la mia inchiesta dimostra questo, ho scritto un secondo libro su questo contenuto di scottante e drammatica attualità. Le donne per arrivare al potere hanno fatto di tutto, amanti, mogli che hanno vissuto a stretto contatto con i narcotrafficanti; ognuna di loro sarà sempre soggetta al sistema patriarcale pur di diventare importante. Quante donne sono arrivate al potere con la loro capacità? Io credo poche o nessuna, è ancora forte e sentita la presenza della cultura patriarcale». È davvero molto interessante la domanda posta da Giuliano Foschini per giungere alla conclusione dell'incontro che ha evidenziato il coraggio della scrittrice Hernàndez nel fare inchiesta e denunciare un sistema sporco e marcio anche a rischio della sua vita. Le ha chiesto se servono le operazioni di polizia.
«Il cartello della droga ha comprato i vari presidenti in Messico, il capo della polizia nazionale era come un cameriere per il narcotraffico, lui aveva organizzato tutto per farmi uccidere dalla polizia collusa e corrotta e ho capito che dovevo andare via dal Messico. Dal 2010 sono andata via per aver pubblicato libri che erano " pericolosi " per il loro contenuto rischioso, ora vivo in Italia, l'Associazione Libera mi ha invitato varie volte a prendere parte alle sue iniziative. L'unico modo di raccontare è crudo e diretto, la verità è terribile, per parlare del narcotraffico si dovrebbe far vedere commercio di organi, violenza su donne e bambini; ogni grammo di cocaina ti sballa tanto il cervello che commetti violenza. Tanti bambini e adulti sono morti in Messico, è stata trovata una fossa clandestina dove i narcos buttano i corpi, è tutto inaccettabile.
In Messico la società sembra che dica che va bene così, condivide la presenza di questo problema droga; anche in Italia credo ci sia normalizzazione della violenza e mi preoccupa molto. El Chapo è stato così potente che ha avuto ai suoi piedi donne bellissime, una fiction su questo tema farebbe male alla gioventù che vedrebbe esempi terribili e violenti. Oggi c'è un nuovo problema, il Fentalin, nuova droga pericolosa, oppiaceo sintetico, nato come antidolorifico per malati oncologici.La guerra globale contro il cartello della droga non si riesce a debellare perché vive dei consumatori. Vuoi essere libero? Non devi consumare droga altrimenti diventi il cane di tutti-ha concluso con forza, vigore e determinazione la giornalista messicana».
La conclusione della prima serata con l'ironia e la simpatia di Luca Bianchini
La Puglia piace molto a Luca Bianchini scrittore e conduttore radiofonico originario di Torino, che ha raccontato del suo libro" Il cuore è uno zingaro", divagando sulla nostra regione con il suo sguardo narrativo ironico e molto simpatico legato alle tradizioni, agli usi e costumi e alle emozioni che vive qui in Puglia esprimendo amore per i pugliesi che ritiene empatici perché si emozionano, hanno cura dell'ospite. La simpatia verso la Puglia è stata espressa con i nostri modi di dire e con la modalità di entrare in confidenza con l'ospite cui dedicare attenzione massima. Può sembrare invadenza ma a Luca Bianchini piace perché scalda il cuore. Il suo libro è, in effetti, un giallo che ha come protagonisti due personaggi pugliesi, di Polignano, il Maresciallo Gino Clemente e sua moglie Felicetta che dalla Puglia vanno a Bressanone per motivi di lavoro e incontrano quella cortese e educata freddezza propria del territorio del nord Italia. Nel suo romanzo si respira la nostalgia data anche dalla musica degli anni ottanta. Con le sue bizzarrie ironiche e narrative lo scrittore ha divertito il numeroso pubblico che nonostante l'ora tarda ha ascoltato con grande attenzione e interesse tutto il suo raccontare divertente sulla pugliesità, sul nostro modo di parlare e ha acquistato il suo libro per un firmacopie dai tempi lunghi perché ricchi dell'incontro simpatico con un artista bizzarro e colto.
Il pensiero dell'Assessore alla Cultura e al Turismo
Ecco cosa ci ha detto l'assessore a fine serata: «Giovinazzo è stata pronta ad accogliere un evento culturale di grande qualità come "Conversazioni dal mare". Lo ha dimostrato in questa prima giornata di apertura di una delle più importante iniziative dedicate alla lettura, agli autori, alle tematiche di rilievo. Una grande partecipazione, code per poter salutare gli autori, temi di grande spessore e attualità affrontati da nomi di rilievo nazionale, con uno sguardo rivolto sempre al nostro territorio. Questo risultato ci conferma la scelta fatta da questa amministrazione nel puntare su tale iniziativa, che diverrà un riferimento del nostro cartellone estivo.
Un'ulteriore occasione di visibilità della nostra città e del suo scorcio più pittoresco, questa volta in una veste che dona ulteriore attrattività e valore alla stessa».
dalla ritrosia da parte delle donne nel
chiedere aumento di stipendio. Si è trattato di un momento divulgativo ad ampio raggio calato nella realtà sociale ed economica che stiamo vivendo e che è tutt'oggi scottante tema di attualità.
Anabel Hernàndez
L'incontro di presentazione del libro "Emma la regina del Chapo e le altre signore del narcotraffico", scritto dalla giornalista e scrittrice messicana di fama mondiale Anabel Hernàndez Garcia, è stato il clou della serata. A condurre l'incontro con stile e opportuni interventi il giornalista di Repubblica Giuliano Foschini. La presenza di una giornalista e scrittrice di questo calibro è stata un momento di rilievo per la città di Giovinazzo. Aver incontrato Anabel Hernàndez prima della conversazione è stato emozionante perché la giornalista ha messo fuori il suo vigore espressivo e narrativo per condividere le scottanti e pericolose verità da lei scoperte sul narcotraffico di cui racconta nel suo libro d'inchiesta, successo letterario nel mondo.
Un viaggio per le strade del Messico con la giornalista che ha pubblicato una vera e propria denuncia visto che è riuscita a entrare nella vita di Emma, la moglie di El Chapo, criminale e padrone del mercato della droga messicano, a capo di un'organizzazione criminale dedita al traffico internazionale della droga, chiamata "cartello di Sinaloa" nome dello stato messicano da cui lui proviene e luogo base da cui parte il narcotraffico.
L'incontro con la scrittrice e giornalista
«Nella mia inchiesta parlo di ciò che accade nel " cartello della droga", mai ero entrata nelle case, nell'intimità della famiglia, sono riuscita a farlo parlando con Emma e con le altre signore del narcotraffico, ho raccontato quello che accade lì, nel loro privato- ha con fermezza affermato Anabel Hernàndez. Alle mie spalle ho trent'anni di giornalismo d'inchiesta, a carattere sociale. Ho fatto una lunghissima intervista a Emma sposata con El Chapo e mi ha raccontato tutto, in una prima fase erano tutte menzogne; Emma si è mostrata con un profilo psicologico della personalità dissociato: da una parte lei voleva fare una vita semplice, dall'altra parte è diventata moglie di un uomo spazzatura, violento e stupratore; lei mi ha detto che voleva una vita diversa». Giuliano Foschini le ha chiesto in cosa sono accomunate le donne del narcotraffico. «Hanno in comune educazione patriarcale, sono donne che devono dimostrare di essere in grado di avere un posto in un mondo maschile, fatto sta che nessuna di loro ha un conto corrente bancario personale perché è un sistema maschilista; la criminalità è gestita dagli uomini e l'immenso potere economico che ne deriva è nelle loro mani. Le donne che sono sposate con criminali, hanno fatto figli, ma sono donne legate a un sistema maschilista; pian piano hanno imparato a fare meglio dei loro uomini- ha così raccontato la scrittrice». Il giornalista Foschini le ha poi chiesto se le donne sono in grado di bloccare il sistema criminale.« Penso di sì- ha risposto Anabel Hernàndez- le signore del narcotraffico sono vittime non dico che sono innocenti, si muovono in un sistema patriarcale ma non le giustifico, sono anche loro vittime e carnefici allo stesso tempo. Ho imparato che ì criminali fanno tanti soldi perché hanno uno scopo. El Chapo ha fatto diciotto figli, per utilizzarli come suoi successori. La donna è indispensabile per questi criminali, per puro piacere sessuale e per procreare. Io ho cercato le donne, ho cercato di far rompere il silenzio e la mia inchiesta dimostra questo, ho scritto un secondo libro su questo contenuto di scottante e drammatica attualità. Le donne per arrivare al potere hanno fatto di tutto, amanti, mogli che hanno vissuto a stretto contatto con i narcotrafficanti; ognuna di loro sarà sempre soggetta al sistema patriarcale pur di diventare importante. Quante donne sono arrivate al potere con la loro capacità? Io credo poche o nessuna, è ancora forte e sentita la presenza della cultura patriarcale». È davvero molto interessante la domanda posta da Giuliano Foschini per giungere alla conclusione dell'incontro che ha evidenziato il coraggio della scrittrice Hernàndez nel fare inchiesta e denunciare un sistema sporco e marcio anche a rischio della sua vita. Le ha chiesto se servono le operazioni di polizia.
«Il cartello della droga ha comprato i vari presidenti in Messico, il capo della polizia nazionale era come un cameriere per il narcotraffico, lui aveva organizzato tutto per farmi uccidere dalla polizia collusa e corrotta e ho capito che dovevo andare via dal Messico. Dal 2010 sono andata via per aver pubblicato libri che erano " pericolosi " per il loro contenuto rischioso, ora vivo in Italia, l'Associazione Libera mi ha invitato varie volte a prendere parte alle sue iniziative. L'unico modo di raccontare è crudo e diretto, la verità è terribile, per parlare del narcotraffico si dovrebbe far vedere commercio di organi, violenza su donne e bambini; ogni grammo di cocaina ti sballa tanto il cervello che commetti violenza. Tanti bambini e adulti sono morti in Messico, è stata trovata una fossa clandestina dove i narcos buttano i corpi, è tutto inaccettabile.
In Messico la società sembra che dica che va bene così, condivide la presenza di questo problema droga; anche in Italia credo ci sia normalizzazione della violenza e mi preoccupa molto. El Chapo è stato così potente che ha avuto ai suoi piedi donne bellissime, una fiction su questo tema farebbe male alla gioventù che vedrebbe esempi terribili e violenti. Oggi c'è un nuovo problema, il Fentalin, nuova droga pericolosa, oppiaceo sintetico, nato come antidolorifico per malati oncologici.La guerra globale contro il cartello della droga non si riesce a debellare perché vive dei consumatori. Vuoi essere libero? Non devi consumare droga altrimenti diventi il cane di tutti-ha concluso con forza, vigore e determinazione la giornalista messicana».
La conclusione della prima serata con l'ironia e la simpatia di Luca Bianchini
La Puglia piace molto a Luca Bianchini scrittore e conduttore radiofonico originario di Torino, che ha raccontato del suo libro" Il cuore è uno zingaro", divagando sulla nostra regione con il suo sguardo narrativo ironico e molto simpatico legato alle tradizioni, agli usi e costumi e alle emozioni che vive qui in Puglia esprimendo amore per i pugliesi che ritiene empatici perché si emozionano, hanno cura dell'ospite. La simpatia verso la Puglia è stata espressa con i nostri modi di dire e con la modalità di entrare in confidenza con l'ospite cui dedicare attenzione massima. Può sembrare invadenza ma a Luca Bianchini piace perché scalda il cuore. Il suo libro è, in effetti, un giallo che ha come protagonisti due personaggi pugliesi, di Polignano, il Maresciallo Gino Clemente e sua moglie Felicetta che dalla Puglia vanno a Bressanone per motivi di lavoro e incontrano quella cortese e educata freddezza propria del territorio del nord Italia. Nel suo romanzo si respira la nostalgia data anche dalla musica degli anni ottanta. Con le sue bizzarrie ironiche e narrative lo scrittore ha divertito il numeroso pubblico che nonostante l'ora tarda ha ascoltato con grande attenzione e interesse tutto il suo raccontare divertente sulla pugliesità, sul nostro modo di parlare e ha acquistato il suo libro per un firmacopie dai tempi lunghi perché ricchi dell'incontro simpatico con un artista bizzarro e colto.
Il pensiero dell'Assessore alla Cultura e al Turismo
Ecco cosa ci ha detto l'assessore a fine serata: «Giovinazzo è stata pronta ad accogliere un evento culturale di grande qualità come "Conversazioni dal mare". Lo ha dimostrato in questa prima giornata di apertura di una delle più importante iniziative dedicate alla lettura, agli autori, alle tematiche di rilievo. Una grande partecipazione, code per poter salutare gli autori, temi di grande spessore e attualità affrontati da nomi di rilievo nazionale, con uno sguardo rivolto sempre al nostro territorio. Questo risultato ci conferma la scelta fatta da questa amministrazione nel puntare su tale iniziativa, che diverrà un riferimento del nostro cartellone estivo.
Un'ulteriore occasione di visibilità della nostra città e del suo scorcio più pittoresco, questa volta in una veste che dona ulteriore attrattività e valore alla stessa».