Attualità
Conte proroga le misure restrittive al 3 maggio ed attacca Salvini e Meloni
Il Premier conferma l'impossibilità di ripartire a pieno regime con le attività produttive e di non voler firmare il MES
Giovinazzo - venerdì 10 aprile 2020
19.39
Le misure restrittive di distanziamento sociale resteranno in vigore in tutta Italia sino al 3 maggio.
È quanto confermato in conferenza stampa dal Presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte. Impossibile, per il Premier, sentito il Comitato Tecnico Scientifico, riaprire a tutte le attività produttive, con alcune eccezioni che ritorneranno in attività da martedì 14 aprile. Si tratta dei negozi per neonati e di cartolibrerie e librerie. Riapertura confermata solo per silvicoltura (taglio e produzione del legname combustibile) ed attività forestali. «Una decisione difficile ma necessaria - ha detto - di cui mi assumo tutte le responsabilità politiche».
«Siamo già al lavoro - ha quindi detto Conte - con le parti sociali per rendere pronti i luoghi di lavoro quando saranno riaperti».
Il Presidente del Consiglio ha quindi annunciato di aver firmato il decreto per l'istituzione di un Comitato di esperti che affiancherà il Comitato Tecnico Scientifico nella fase 2. A presiederlo ci sarà Vittorio Colao, ex amministratore delegato di Vodafone.
Conte ha ribadito che il MES rappresenta uno strumento inadeguato a fronteggiare questa emergenza e che l'Italia non ha firmato nulla. Ha quindi direttamente attaccato Matteo Salvini, leader della Lega, e Giorgia Meloni, omologa di Fratelli d'Italia, sostenendo che hanno mentito nelle scorse ore quando hanno sostenuto che il MES fosse stato attivato la scorsa notte.
«Esiste dal 2012 - ha ribadito il Premier - e mi piace dirlo guardando in faccia il Paese. Questo Governo non lavora con il favore delle tenebre: guarda in faccia gli italiani e parla con chiarezza. Abbiamo bisogno di unità ed avevo chiesto alle opposizioni di collaborare. Quelle falsità, in questa fase di un negoziato difficilissimo, indeboliscono l'Italia al tavolo del confronto. Se quella del MES è considerata una trappola per l'Italia, bisogna assumersi le responsabilità. Io non c'ero e c'è chi all'epoca era Ministro. Dobbiamo far capire qual è il nostro progetto ad altri 26 Paesi. Se il dibattito continua in questi termini, rischia di indebolirci».
Il Presidente del Consiglio ha quindi sottolineato che la proposta italiana «o è ambiziosa o non lo è» ed ha poi aggiunto che «al prossimo Consiglio europeo combatteremo per gli Eurobond ed io non firmerò se non avrò un pacchetto di strumenti validi. Questa è l'unica strada che può servire all'Europa per rialzare le reni».
È quanto confermato in conferenza stampa dal Presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte. Impossibile, per il Premier, sentito il Comitato Tecnico Scientifico, riaprire a tutte le attività produttive, con alcune eccezioni che ritorneranno in attività da martedì 14 aprile. Si tratta dei negozi per neonati e di cartolibrerie e librerie. Riapertura confermata solo per silvicoltura (taglio e produzione del legname combustibile) ed attività forestali. «Una decisione difficile ma necessaria - ha detto - di cui mi assumo tutte le responsabilità politiche».
«Siamo già al lavoro - ha quindi detto Conte - con le parti sociali per rendere pronti i luoghi di lavoro quando saranno riaperti».
Il Presidente del Consiglio ha quindi annunciato di aver firmato il decreto per l'istituzione di un Comitato di esperti che affiancherà il Comitato Tecnico Scientifico nella fase 2. A presiederlo ci sarà Vittorio Colao, ex amministratore delegato di Vodafone.
SITUAZIONE CON L'UE E LA STOCCATA ALLE OPPOSIZIONI
Conte ha poi spostato il discorso sulle decisioni dell'Eurogruppo di ieri, 9 aprile. Per Conte il Ministro Roberto Gualtieri ha fatto un ottimo lavoro ma non basta. «La principale battaglia che l'Italia deve condurre - ha ribadito - è quello di un fondo europeo che abbia una potenza di fuoco proporzionata alle esigenze di una economia di guerra».Conte ha ribadito che il MES rappresenta uno strumento inadeguato a fronteggiare questa emergenza e che l'Italia non ha firmato nulla. Ha quindi direttamente attaccato Matteo Salvini, leader della Lega, e Giorgia Meloni, omologa di Fratelli d'Italia, sostenendo che hanno mentito nelle scorse ore quando hanno sostenuto che il MES fosse stato attivato la scorsa notte.
«Esiste dal 2012 - ha ribadito il Premier - e mi piace dirlo guardando in faccia il Paese. Questo Governo non lavora con il favore delle tenebre: guarda in faccia gli italiani e parla con chiarezza. Abbiamo bisogno di unità ed avevo chiesto alle opposizioni di collaborare. Quelle falsità, in questa fase di un negoziato difficilissimo, indeboliscono l'Italia al tavolo del confronto. Se quella del MES è considerata una trappola per l'Italia, bisogna assumersi le responsabilità. Io non c'ero e c'è chi all'epoca era Ministro. Dobbiamo far capire qual è il nostro progetto ad altri 26 Paesi. Se il dibattito continua in questi termini, rischia di indebolirci».
Il Presidente del Consiglio ha quindi sottolineato che la proposta italiana «o è ambiziosa o non lo è» ed ha poi aggiunto che «al prossimo Consiglio europeo combatteremo per gli Eurobond ed io non firmerò se non avrò un pacchetto di strumenti validi. Questa è l'unica strada che può servire all'Europa per rialzare le reni».