Enti locali
Consiglio Comunale, alla ASL il diritto di superficie per Casa della Salute
Ieri sera voto all'unanimità della massima assise cittadina
Giovinazzo - giovedì 11 maggio 2017
8.27
Via libera per la cessione del diritto di superficie alla ASL Bari per realizzare la Casa della Salute, già finanziata dalla Regione Puglia con 5 milioni di euro. Questa la decisione principale del Consiglio Comunale riunitosi nella serata di ieri.
Assenti tutti i Consiglieri di opposizione eccetto Vincenzo D'Amato, che ha votato favorevolmente dicendosi soddisfatto di aver dato il suo assenso ad «un provvedimento storico per la città».
Il Consigliere Gianni Camporeale, seppur assente, aveva inviato al Prefetto di Bari, al Segretario Generale del Comune di Giovinazzo ed al Presidente del Consiglio comunale una diffida a deliberare in tal senso, visto che l'atto, a suo avviso, non rientrerebbe tra quelli contingenti ed urgenti previsti dalla legge. Un'accusa respinta sia dallo stesso Vito Favuzzi, sia dal Sindaco, Tommaso Depalma, che ha voluto si allegasse alla delibera una sua nota con cui si rappresentavano le ragioni per cui il provvedimento aveva carattere d'urgenza.
Citando l'art.38 comma 5 del Testo Unico degli Enti locali ed una Circolare Ministeriale del dicembre 2006, Depalma ha inquadrato giuridicamente la decisione dell'Amministrazione di portare al vaglio del Consiglio questo atto, frutto del protocollo d'intesa già firmato con la ASL. Vi sarebbero quindi i requisiti di urgenza perché la Casa della Salute è opera strategica per la città e soprattutto, secondo Depalma, vi sarebbe stata anche l'ipotesi di perdita del finanziamento.
In precedenza vi era stata la relazione del presidente della Commissione consigliare sull'ASI, Ruggero Iannone, che aveva relazionato l'assise circa la decisione congiunta dei Comuni di Bitonto e Giovinazzo, maturata in seno ad un incontro con i vertici del Consorzio, di liberare dal vincolo di destinazione d'uso industriale i terreni ricadenti nell'area. L'idea è stata portata avanti per via dei tributi esosi pagati negli anni dai proprietari dei terreni stessi.
Vi sarebbe anche l'ipotesi, per ora al vaglio, di spostare i finanziamenti di 15 milioni di euro ripartiti a metà tra le due cittadine, in altre aree, che risponderebbero meglio ai nuovi requisiti di sviluppo industriale. Per il Consigliere di maggioranza, Alfonso Arbore, non vi sarebbe tuttavia questa opportunità e sarebbe meglio restare sul pratico, ovvero sulla liberazione dei fondi dal vincolo. Liquidate infine spese legali dovute alla soccombenza dell'Ente in cause con privati.
Assenti tutti i Consiglieri di opposizione eccetto Vincenzo D'Amato, che ha votato favorevolmente dicendosi soddisfatto di aver dato il suo assenso ad «un provvedimento storico per la città».
Il Consigliere Gianni Camporeale, seppur assente, aveva inviato al Prefetto di Bari, al Segretario Generale del Comune di Giovinazzo ed al Presidente del Consiglio comunale una diffida a deliberare in tal senso, visto che l'atto, a suo avviso, non rientrerebbe tra quelli contingenti ed urgenti previsti dalla legge. Un'accusa respinta sia dallo stesso Vito Favuzzi, sia dal Sindaco, Tommaso Depalma, che ha voluto si allegasse alla delibera una sua nota con cui si rappresentavano le ragioni per cui il provvedimento aveva carattere d'urgenza.
Citando l'art.38 comma 5 del Testo Unico degli Enti locali ed una Circolare Ministeriale del dicembre 2006, Depalma ha inquadrato giuridicamente la decisione dell'Amministrazione di portare al vaglio del Consiglio questo atto, frutto del protocollo d'intesa già firmato con la ASL. Vi sarebbero quindi i requisiti di urgenza perché la Casa della Salute è opera strategica per la città e soprattutto, secondo Depalma, vi sarebbe stata anche l'ipotesi di perdita del finanziamento.
In precedenza vi era stata la relazione del presidente della Commissione consigliare sull'ASI, Ruggero Iannone, che aveva relazionato l'assise circa la decisione congiunta dei Comuni di Bitonto e Giovinazzo, maturata in seno ad un incontro con i vertici del Consorzio, di liberare dal vincolo di destinazione d'uso industriale i terreni ricadenti nell'area. L'idea è stata portata avanti per via dei tributi esosi pagati negli anni dai proprietari dei terreni stessi.
Vi sarebbe anche l'ipotesi, per ora al vaglio, di spostare i finanziamenti di 15 milioni di euro ripartiti a metà tra le due cittadine, in altre aree, che risponderebbero meglio ai nuovi requisiti di sviluppo industriale. Per il Consigliere di maggioranza, Alfonso Arbore, non vi sarebbe tuttavia questa opportunità e sarebbe meglio restare sul pratico, ovvero sulla liberazione dei fondi dal vincolo. Liquidate infine spese legali dovute alla soccombenza dell'Ente in cause con privati.