Eventi e cultura
Comunicazione e condivisione nell'era 2.0
Ieri sera presentato il libro di Agostino Picicco in Sala San Felice
Giovinazzo - sabato 27 aprile 2019
12.59
Giornalista, scrittore, Coordinatore della Comunicazione ed eventi istituzionali all'Università Cattolica di Milano e responsabile culturale dell'Associazione Regionale Pugliesi nel capoluogo lombardo. Ma anche elegante osservatore del mondo che lo circonda, delle nostre abitudini, digitali e reali. Ironico, raffinatamente ironico, e talvolta nostalgico, con moderazione, di tempi e maniere che furono.
Agostino Picicco è tutto questo e certamente molto altro. Il suo ultimo libro "Comunicare è condividere" è stato presentato ieri sera, 26 aprile, in una gremita Sala San Felice a Giovinazzo, in cui sono accorsi amici, conoscenti, uomini e donne delle istituzioni locali e soprattutto tanti lettori che lo seguono da anni nelle sue fatiche letterarie.
A moderare e ad introdurre la serata ci ha pensato Raffaella Leone per Secop Edizioni, la casa editrice di Peppino Piacente che ha il grande merito di essere incubatrice di talenti nostrani indipendentemente dal saldo anagrafico. Con loro il Sindaco di Giovinazzo, Tommaso Depalma, ed i giornalisti Michele Marolla e Gianluca Battista.
"Comunicare è condividere" è quindi il risultato di una indagine empirica di Agostino Picicco, compiuta nel mondo dei social network e nell'era digitale, quella 2.0, dell'apparenza che supera spesso la sostanza, del narcisismo ad ogni costo e ad ogni età, ma che rappresenta anche un mezzo estremamente utile per accorciare le distanze e riallacciare rapporti, per far del bene in tempi brevi, per ritrovarsi dopo essersi persi.
Come ha ricordato efficacemente Michele Marolla, firma storica della Gazzetta del Mezzogiorno, per la nostra dipendenza dai social network «abbiamo dimenticato le regole del buon vivere», quelle che ci portavano al dialogo, all'incontro di sguardi ed alle connessioni non virtuali, ma empatiche. Anche il giornalismo ne ha risentito, con una informazione spesso veloce, che non lascia spazio all'inchiesta, all'indagine, all'approfondimento.
Gianluca Battista, nostro caporedattore, ha confermato questa visione ed ha però voluto rimarcare la distanza tra l'informazione in senso stretto, anche on line, che segue sempre le regole deontologiche del giornalismo, e quella "presunta" che scaturisce dai social network, in cui spesso i commenti alle notizie stesse sembrano dettare verità assolute ed invece sono sovente inutili esercizi di pavoneggiamento mediatico, privi di fondamento. Si legge poco, ci si sofferma sui titoli, ha ribadito Battista, senza nemmeno peritarsi di comprendere ciò che il giornalista aveva voluto scrivere. Un mondo di esperti e commentatori seriali, insomma, che puntano ai "mi piace" facili e che poco conoscono i fatti che commentano improvvisandosi operatori dell'informazione per qualche ora.
È dunque tutto perduto? La tecnologia 2.0, tanto cara ai cosiddetti millennials, ha definitivamente soverchiato i ritrovi fisici, le comitive, i caffè presi per parlare ed il tempo libero inteso come assenza di influenze esterne nei nostri pensieri?
La risposta è solo parzialmente affermativa secondo Agostino Picicco ed i relatori, poiché, pur restando acclarato il tentativo di "dittatura" di questi mezzi di comunicazione moderna, i rapporti umani finiranno in ogni caso per prevalere (è questo il messaggio positivo che arriva dalla serata di ieri), volenti o nolenti, perché la natura "politica" dell'essere umano non verrà mai meno.
Torneremo quindi a corteggiarci nelle piazze o agli angoli di strada, o forse, in fondo non abbiamo mai smesso, nonostante la devastante invadenza della tecnologia di massa.
Di particolare pregio nel libro di Picicco, come ha ricordato Raffaella Leone, il capitolo in cui l'autore immagina (ed immagina bene!) come si comporterebbe con i social network don Tonino Bello se fosse vivo. Ne emerge un quadro romantico, che porta il magone a salire, ma che inquadra l'uomo ed il pastore di anime il cui valore va oltre il suo tempo.
Al Sindaco Tommaso Depalma è andato il compito dei saluti iniziali. Si è detto orgoglioso di ospitare a Giovinazzo la prima nazionale di questo nuovo libro di Picicco, figliol prodigo che mai dimentica le sue radici, nonostante le grandi fortune ottenute in Lombardia. Il primo cittadino ha anche raccontato, attraverso la sua esperienza, quanto i nuovi social network influiscano nella sua vita politica, citando esempi di notizie che dai confini cittadini lo hanno proiettato su agenzie, giornali e tv nazionali.
Vita da web, dunque, con pro e contro tutti ben raccontati da Agostino Picicco nel suo libro scorrevole, in cui ci si ritrova anche a dover fare i conti con se stessi e con le proprie inclinazioni digitali o presunte tali. Non un saggio, ma una «acuta ed empirica» dimostrazione, per dirla come Marolla e Battista, di quanto l'autore conosca un mondo nuovo in continua evoluzione, ricco di risorse ed opportunità, ma che nasconde insidie e trappole da schivare per conservare la propria libertà.
Sorpresa a fine serata, con l'arrivo in San Felice di Mons. Domenico Cornacchia, che ha salutato volentieri i pugliesi residenti al nord, intrattenendosi con loro. In gallery alcuni momenti dell'evento.
Agostino Picicco è tutto questo e certamente molto altro. Il suo ultimo libro "Comunicare è condividere" è stato presentato ieri sera, 26 aprile, in una gremita Sala San Felice a Giovinazzo, in cui sono accorsi amici, conoscenti, uomini e donne delle istituzioni locali e soprattutto tanti lettori che lo seguono da anni nelle sue fatiche letterarie.
A moderare e ad introdurre la serata ci ha pensato Raffaella Leone per Secop Edizioni, la casa editrice di Peppino Piacente che ha il grande merito di essere incubatrice di talenti nostrani indipendentemente dal saldo anagrafico. Con loro il Sindaco di Giovinazzo, Tommaso Depalma, ed i giornalisti Michele Marolla e Gianluca Battista.
"Comunicare è condividere" è quindi il risultato di una indagine empirica di Agostino Picicco, compiuta nel mondo dei social network e nell'era digitale, quella 2.0, dell'apparenza che supera spesso la sostanza, del narcisismo ad ogni costo e ad ogni età, ma che rappresenta anche un mezzo estremamente utile per accorciare le distanze e riallacciare rapporti, per far del bene in tempi brevi, per ritrovarsi dopo essersi persi.
Come ha ricordato efficacemente Michele Marolla, firma storica della Gazzetta del Mezzogiorno, per la nostra dipendenza dai social network «abbiamo dimenticato le regole del buon vivere», quelle che ci portavano al dialogo, all'incontro di sguardi ed alle connessioni non virtuali, ma empatiche. Anche il giornalismo ne ha risentito, con una informazione spesso veloce, che non lascia spazio all'inchiesta, all'indagine, all'approfondimento.
Gianluca Battista, nostro caporedattore, ha confermato questa visione ed ha però voluto rimarcare la distanza tra l'informazione in senso stretto, anche on line, che segue sempre le regole deontologiche del giornalismo, e quella "presunta" che scaturisce dai social network, in cui spesso i commenti alle notizie stesse sembrano dettare verità assolute ed invece sono sovente inutili esercizi di pavoneggiamento mediatico, privi di fondamento. Si legge poco, ci si sofferma sui titoli, ha ribadito Battista, senza nemmeno peritarsi di comprendere ciò che il giornalista aveva voluto scrivere. Un mondo di esperti e commentatori seriali, insomma, che puntano ai "mi piace" facili e che poco conoscono i fatti che commentano improvvisandosi operatori dell'informazione per qualche ora.
È dunque tutto perduto? La tecnologia 2.0, tanto cara ai cosiddetti millennials, ha definitivamente soverchiato i ritrovi fisici, le comitive, i caffè presi per parlare ed il tempo libero inteso come assenza di influenze esterne nei nostri pensieri?
La risposta è solo parzialmente affermativa secondo Agostino Picicco ed i relatori, poiché, pur restando acclarato il tentativo di "dittatura" di questi mezzi di comunicazione moderna, i rapporti umani finiranno in ogni caso per prevalere (è questo il messaggio positivo che arriva dalla serata di ieri), volenti o nolenti, perché la natura "politica" dell'essere umano non verrà mai meno.
Torneremo quindi a corteggiarci nelle piazze o agli angoli di strada, o forse, in fondo non abbiamo mai smesso, nonostante la devastante invadenza della tecnologia di massa.
Di particolare pregio nel libro di Picicco, come ha ricordato Raffaella Leone, il capitolo in cui l'autore immagina (ed immagina bene!) come si comporterebbe con i social network don Tonino Bello se fosse vivo. Ne emerge un quadro romantico, che porta il magone a salire, ma che inquadra l'uomo ed il pastore di anime il cui valore va oltre il suo tempo.
Al Sindaco Tommaso Depalma è andato il compito dei saluti iniziali. Si è detto orgoglioso di ospitare a Giovinazzo la prima nazionale di questo nuovo libro di Picicco, figliol prodigo che mai dimentica le sue radici, nonostante le grandi fortune ottenute in Lombardia. Il primo cittadino ha anche raccontato, attraverso la sua esperienza, quanto i nuovi social network influiscano nella sua vita politica, citando esempi di notizie che dai confini cittadini lo hanno proiettato su agenzie, giornali e tv nazionali.
Vita da web, dunque, con pro e contro tutti ben raccontati da Agostino Picicco nel suo libro scorrevole, in cui ci si ritrova anche a dover fare i conti con se stessi e con le proprie inclinazioni digitali o presunte tali. Non un saggio, ma una «acuta ed empirica» dimostrazione, per dirla come Marolla e Battista, di quanto l'autore conosca un mondo nuovo in continua evoluzione, ricco di risorse ed opportunità, ma che nasconde insidie e trappole da schivare per conservare la propria libertà.
Sorpresa a fine serata, con l'arrivo in San Felice di Mons. Domenico Cornacchia, che ha salutato volentieri i pugliesi residenti al nord, intrattenendosi con loro. In gallery alcuni momenti dell'evento.