Vita di città
Commemorazione dei defunti a Giovinazzo: LE FOTO
Messa al cimitero comunale officiata da Monsignor Cornacchia
Giovinazzo - giovedì 3 novembre 2022
Erano oltre trecento i fedeli presenti ieri pomeriggio, 2 novembre, alla tradizionale messa di commemorazione dei defunti, svoltasi all'interno del cimitero comunale ed officiata dal vescovo di Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi, S.E. Monsignor Domenico Cornacchia.
Prima un corteo con le associazioni delle armi, le istituzioni civili e militari cittadine si era mosso dal porticato di Palazzo di Città per poi raggiungere la necropoli di via Crocifisso dove è stata deposta una corona di fiori in memoria dei giovinazzesi valorosi caduti in tempo di pace e di guerra.
Monsignor Cornacchia, accompagnato durante la celebrazione da tutto il clero cittadino, durante l'omelia ha ricordato come lo chiamino camposanto poiché «è santo perché ospita persone che vissero santamente». Il prelato ha quindi evidenziato come sarebbe forse stato giusto lasciare spazio al silenzio, alla riflessione «facendo parlare loro, i nostri morti», rimarcando a più riprese la necessità di una vita proba che lasci un segno nella comunità ben oltre la propria cerchia famigliare.
«La fede - ha quindi detto monsignore - non è un riempitivo, ma certezza: noi cattolici crediamo davvero che Nostro Signore, facendosi uomo, ci ha reso parte di uno stesso corpo. Da quanto faremo in vita, dunque, dipenderà ciò che ci accadrà dopo».
Non una fede di facciata, quindi, ma fede autentica che crede nella resurrezione nel Regno dei Cieli, a rimarcare la volontà espressa da Gesù che è Dio. Cornacchia ha altresì sottolineato come Cristo sia «in mezzo a noi non solo dopo, ma anche prima della morte e noi dobbiamo chiedere al Signore la grazia di riconoscerlo in qualunque forma Egli voglia presentarsi a noi».
Infine il vescovo ha rimarcato come «il Regno di Dio è Regno di pace, amore, giustizia, carità e sull'esempio di chi ha speso la vita nel fare del bene in vari campi, dobbiamo portare a termine quanto da loro rimasto incompiuto».
Vita e morte non sono due mondi separati, ma confinante e comunicanti. Il riverbero del messaggio terreno, per i credenti, deve essere luce piena nell'altra dimensione.
Al termine della celebrazione, attraverso le parole di don Pietro Rubini, la comunità di fedeli giovinazzese ha augurato a Mons. Cornacchia buon viaggio pastorale in Brasile, dove il prelato visiterà la missione di Casa Betania.
Prima un corteo con le associazioni delle armi, le istituzioni civili e militari cittadine si era mosso dal porticato di Palazzo di Città per poi raggiungere la necropoli di via Crocifisso dove è stata deposta una corona di fiori in memoria dei giovinazzesi valorosi caduti in tempo di pace e di guerra.
Monsignor Cornacchia, accompagnato durante la celebrazione da tutto il clero cittadino, durante l'omelia ha ricordato come lo chiamino camposanto poiché «è santo perché ospita persone che vissero santamente». Il prelato ha quindi evidenziato come sarebbe forse stato giusto lasciare spazio al silenzio, alla riflessione «facendo parlare loro, i nostri morti», rimarcando a più riprese la necessità di una vita proba che lasci un segno nella comunità ben oltre la propria cerchia famigliare.
«La fede - ha quindi detto monsignore - non è un riempitivo, ma certezza: noi cattolici crediamo davvero che Nostro Signore, facendosi uomo, ci ha reso parte di uno stesso corpo. Da quanto faremo in vita, dunque, dipenderà ciò che ci accadrà dopo».
Non una fede di facciata, quindi, ma fede autentica che crede nella resurrezione nel Regno dei Cieli, a rimarcare la volontà espressa da Gesù che è Dio. Cornacchia ha altresì sottolineato come Cristo sia «in mezzo a noi non solo dopo, ma anche prima della morte e noi dobbiamo chiedere al Signore la grazia di riconoscerlo in qualunque forma Egli voglia presentarsi a noi».
Infine il vescovo ha rimarcato come «il Regno di Dio è Regno di pace, amore, giustizia, carità e sull'esempio di chi ha speso la vita nel fare del bene in vari campi, dobbiamo portare a termine quanto da loro rimasto incompiuto».
Vita e morte non sono due mondi separati, ma confinante e comunicanti. Il riverbero del messaggio terreno, per i credenti, deve essere luce piena nell'altra dimensione.
Al termine della celebrazione, attraverso le parole di don Pietro Rubini, la comunità di fedeli giovinazzese ha augurato a Mons. Cornacchia buon viaggio pastorale in Brasile, dove il prelato visiterà la missione di Casa Betania.