Eventi e cultura
Claudia Koll a Giovinazzo parla di conversione e riconciliazione col Signore
Venerdì 8 ottobre l'evento all'interno della parrocchia San Domenico
Giovinazzo - domenica 10 ottobre 2021
L'incontro-testimonianza, che ha avuto quale protagonista l'attrice Claudia Koll, svoltosi venerdì sera, 8 ottobre, nella parrocchia San Domenico, è stato semplice nella sua essenzialità, ma davvero ricco di spunti di riflessione condivisa sulle fragilità umane, sulle occasioni in cui "il maligno" può attraversare la vita di una persona e modificarla avvinghiandosi ai suoi arti e ai suoi pensieri.
Questo evento è stato inserito a conclusione del programma dei festeggiamenti in onore di Maria SS. del Rosario, a cui l'attrice romana è molto devota. Claudia Koll, protagonista di svariate pagine di spettacolo negli anni '90, ha divulgato con intensa semplicità parte delle sue esperienze di vita, raccontando ad un numeroso ed attento pubblico il suo percorso esperienziale che l'ha portata alla conversione e sostanzialmente a nuova vita. Nei suoi saluti di benvenuto, don Pietro Rubini è stato un ottimo padrone di casa, conducendo già l'attenzione del pubblico sul concetto di "conversione" e anticipando che si sarebbe parlato della conversione, di un' attrice, scaturita venti anni fa a seguito di una crisi interiore.
«Siamo grati a Claudia Koll - ha affermato il sacerdote - per quanto vorrà condividere con noi; lei, missionaria laica nel mondo, ama Gesù e ne parla per trasmettere questo suo amore, affinché il mondo ami Gesù. La missione di cui ci parlerà arriverà di sicuro al nostro cuore dei presenti».
«L'essere giunta alla conversione - ha affermato Claudia Koll - è nata dalla mia famiglia fortemente legata alla fede. Mamma è morta nel 2012, io mi sono convertita nel 2000 e abbiamo vissuto un lungo tempo di grazia cristiana insieme: abbiamo fatto viaggi a Lourdes in più occasioni. Nell'adolescenza mi sono smarrita, la scuola ha fatto la sua parte perché se i docenti non sono credenti si può rischiare di influenzare negativamente gli studenti. Mi sono appassionata di filosofia, prendevo nove e ho iniziato ad interessarmi al senso della vita, all'esistenza, alla politica e mi attraeva una formazione più umana con meno apertura verso il Cielo. Man mano, crescendo, i miei studi hanno preso un'altra strada; i miei genitori avrebbero voluto che io diventassi medico, invece io ho riposto i miei interessi nella recitazione incontrando la contrarietà dei miei genitori che hanno vissuto un trauma per questa mia scelta. Io desideravo conoscere la vita, mi sono innamorata del cinema e per me i film rappresentavano i mondi delle emozioni che volevo conoscere. Ho partecipato ad un laboratorio dell'attore russo Stanislavskij, autore dell'omonimo metodo di recitazione, ho studiato cinema e sono andata via di casa a venti anni arrecando dolore alla mia famiglia. Non ho frequentato più la Chiesa e, nonostante i miei genitori mi abbiano sempre cercata, io ho sperimentato una vita in cui sono accadute tante cose incontrando il Maligno a causa delle mie fragilità. Sono stata ingannata nelle trappole che il Maligno mi ha teso e, dopo una profonda crisi interiore, ho iniziato ad affrontare un percorso di riavvicinamento alla fede e di conversione che ha richiesto molto tempo. Con il passaggio dalla Porta Santa nella Basilica di San Pietro, il Signore mi ha teso la mano e ha scoperto un pochino della mia miseria dandomi la sua misericordia. La verità e la carità si sono incontrate in me facendomi capire che Dio è fedele e non manca di trovare la sua pecorella smarrita. Le volte in cui sono caduta, Dio è venuto a prendermi per farmi rialzare e ho capito che le mie attenzioni dovevo rivolgerle solo a Lui, facendo il mio atto di fede e dicendo: "Dio pensaci tu"».
Al termine della testimonianza sono state proiettate immagini e contributi video sul maxischermo che hanno illustrato le opere di carità che Claudia Koll promuove con il suo gruppo di volontari, avendo fondato l'associazione onlus "Le opere del Padre", fondata nel 2005 dall'attrice, con sede a Roma e dedita a trecentosessanta gradi ai poveri, alle persone senza fissa dimora, a persone disagiate e vittime di dipendenze. L'opera di carità, espressa attraverso racconti e testimonianze in video, ha toccato il cuore del pubblico intervenuto che ha potuto vivere un intenso momento di narrazione di vita vera, apprezzando il messaggio finale, sintesi della testimonianza della filantropa: «Quando ci troviamo a combattere con persone che ci tolgono la pace dobbiamo rivolgerci al Signore, chiedendogli di darci il Suo cuore».
IL SALUTO FINALE DI DON PIETRO RUBINI
Le conclusioni nel pensiero finale di Don Pietro Rubini: «Il frutto di questo racconto qual è? Non provare rancore per nessuno, amare i nemici e non solo gli amici. Una bella confessione nella vita di ognuno di noi va fatta come non è mai stata fatta finora. Si tornerà a riconciliarsi con il Signore e vivere con la pace nel cuore», ha concluso il parroco della Chiesa di San Domenico.
Questo evento è stato inserito a conclusione del programma dei festeggiamenti in onore di Maria SS. del Rosario, a cui l'attrice romana è molto devota. Claudia Koll, protagonista di svariate pagine di spettacolo negli anni '90, ha divulgato con intensa semplicità parte delle sue esperienze di vita, raccontando ad un numeroso ed attento pubblico il suo percorso esperienziale che l'ha portata alla conversione e sostanzialmente a nuova vita. Nei suoi saluti di benvenuto, don Pietro Rubini è stato un ottimo padrone di casa, conducendo già l'attenzione del pubblico sul concetto di "conversione" e anticipando che si sarebbe parlato della conversione, di un' attrice, scaturita venti anni fa a seguito di una crisi interiore.
«Siamo grati a Claudia Koll - ha affermato il sacerdote - per quanto vorrà condividere con noi; lei, missionaria laica nel mondo, ama Gesù e ne parla per trasmettere questo suo amore, affinché il mondo ami Gesù. La missione di cui ci parlerà arriverà di sicuro al nostro cuore dei presenti».
LA TESTIMONIANZA DI CLAUDIA KOLL
L'attrice ha subito catturato l'attenzione dei presenti ponendo accento sulla bellezza della chiesa che ha ospitato la sua visita a Giovinazzo e l'altare della Madonna del Rosario abbellito con grande amore. Non a caso, infatti, l'incontro è stato inserito in questa festività liturgica: la benefattrice e missionaria è particolarmente legata alla Madonna ed ha subito ricordato l'infanzia accanto alla sua mamma pediatra e donna di grande fede cristiana, ammalatasi mentre stava per metterla al mondo. Nei suoi ricordi di bambina, i genitori entrambi medici e l'amata nonna, con la quale ha trascorso molto tempo, grande appassionata di cinema e di lettura che le ha trasmesso queste passioni.«L'essere giunta alla conversione - ha affermato Claudia Koll - è nata dalla mia famiglia fortemente legata alla fede. Mamma è morta nel 2012, io mi sono convertita nel 2000 e abbiamo vissuto un lungo tempo di grazia cristiana insieme: abbiamo fatto viaggi a Lourdes in più occasioni. Nell'adolescenza mi sono smarrita, la scuola ha fatto la sua parte perché se i docenti non sono credenti si può rischiare di influenzare negativamente gli studenti. Mi sono appassionata di filosofia, prendevo nove e ho iniziato ad interessarmi al senso della vita, all'esistenza, alla politica e mi attraeva una formazione più umana con meno apertura verso il Cielo. Man mano, crescendo, i miei studi hanno preso un'altra strada; i miei genitori avrebbero voluto che io diventassi medico, invece io ho riposto i miei interessi nella recitazione incontrando la contrarietà dei miei genitori che hanno vissuto un trauma per questa mia scelta. Io desideravo conoscere la vita, mi sono innamorata del cinema e per me i film rappresentavano i mondi delle emozioni che volevo conoscere. Ho partecipato ad un laboratorio dell'attore russo Stanislavskij, autore dell'omonimo metodo di recitazione, ho studiato cinema e sono andata via di casa a venti anni arrecando dolore alla mia famiglia. Non ho frequentato più la Chiesa e, nonostante i miei genitori mi abbiano sempre cercata, io ho sperimentato una vita in cui sono accadute tante cose incontrando il Maligno a causa delle mie fragilità. Sono stata ingannata nelle trappole che il Maligno mi ha teso e, dopo una profonda crisi interiore, ho iniziato ad affrontare un percorso di riavvicinamento alla fede e di conversione che ha richiesto molto tempo. Con il passaggio dalla Porta Santa nella Basilica di San Pietro, il Signore mi ha teso la mano e ha scoperto un pochino della mia miseria dandomi la sua misericordia. La verità e la carità si sono incontrate in me facendomi capire che Dio è fedele e non manca di trovare la sua pecorella smarrita. Le volte in cui sono caduta, Dio è venuto a prendermi per farmi rialzare e ho capito che le mie attenzioni dovevo rivolgerle solo a Lui, facendo il mio atto di fede e dicendo: "Dio pensaci tu"».
Al termine della testimonianza sono state proiettate immagini e contributi video sul maxischermo che hanno illustrato le opere di carità che Claudia Koll promuove con il suo gruppo di volontari, avendo fondato l'associazione onlus "Le opere del Padre", fondata nel 2005 dall'attrice, con sede a Roma e dedita a trecentosessanta gradi ai poveri, alle persone senza fissa dimora, a persone disagiate e vittime di dipendenze. L'opera di carità, espressa attraverso racconti e testimonianze in video, ha toccato il cuore del pubblico intervenuto che ha potuto vivere un intenso momento di narrazione di vita vera, apprezzando il messaggio finale, sintesi della testimonianza della filantropa: «Quando ci troviamo a combattere con persone che ci tolgono la pace dobbiamo rivolgerci al Signore, chiedendogli di darci il Suo cuore».
IL SALUTO FINALE DI DON PIETRO RUBINI
Le conclusioni nel pensiero finale di Don Pietro Rubini: «Il frutto di questo racconto qual è? Non provare rancore per nessuno, amare i nemici e non solo gli amici. Una bella confessione nella vita di ognuno di noi va fatta come non è mai stata fatta finora. Si tornerà a riconciliarsi con il Signore e vivere con la pace nel cuore», ha concluso il parroco della Chiesa di San Domenico.