Turismo
"Chiese aperte", il bilancio dell'assessora alla Cultura
Chiacchierata a cuore aperto con Marianna Paladino
Giovinazzo - martedì 20 gennaio 2015
7.50
Più di un mese di programmazione, tante idee da convogliare in un unico progetto, chiari e scuri da valutare attentamente. "Chiese aperte", l'iniziativa voluta dall'Assessorato alla Cultura del Comune di Giovinazzo, dovrebbe essere giunta alla sua conclusione, almeno per la fascia invernale.
Noi abbiamo voluto fare il punto della situazione con Marianna Paladino, neo assessora alla Cultura ed ideatrice di quello che a buon diritto può essere definito un vero e proprio percorso storico-architettonico nel nostro borgo antico. Nella nostra passeggiata sotto la pioggia durante i falò di Sant'Antonio Abate ci ha confidato che «si è trattato di una prima volta e come tutte le prime c'è sempre qualcosa di perfettibile. Però - ha aggiunto - sono soddisfatta di come sia andata complessivamente».
Entrando nel dettaglio ci ha ribadito il suo entusiasmo «per questo progetto che ha messo insieme teste diverse ed idee differenti. È sempre bello quando una comunità si ritrova a dialogare ed a confrontarsi su temi come quello della valorizzazione del nostro patrimonio artistico. Questo è un aspetto che mi ha molto colpita - ha proseguito -. La possibilità di far sintesi tra più modi di pensare è davvero stimolante e comporta anche per gli amministratori la possibilità di imparare dagli altri».
Qualcuno aveva lamentato chiesette chiuse troppo presto in alcuni fine settimana, mentre altre confraternite non hanno mai lasciato sotto chiave i loro gioielli. Su questo la Paladino ha glissato, come era logico fosse, rimettendosi «ad una valutazione complessiva che non può di certo arrivare nella serata in cui la pioggia rappresenta un ostacolo per i falò di Sant'Antonio Abate e l'amministrazione sta lavorando per avere un quadro più chiaro». Aspettando un comunicato che faccia totale chiarezza su "Chiese aperte" abbiamo continuato il nostro giro per il centro storico, riscontrando l'apertura di gioielli come Maria SS. di Costantinopoli, Santa Maria degli Angeli, Sant'Andrea, la Madonna del Carmine e San Giovanni Battista. Un punto a favore dell'assessora che intanto scrutava il cielo cercando tregua per la manifestazione in corso.
«Sono qui da poco più di due mesi - ha precisato - e sto conoscendo meglio tante realtà. Oggi sono addentro alla macchina amministrativa e inizio a valutare con lucidità i prossimi progetti da mettere in campo. Quello che garantisco - ha sottolineato - come già ebbi modo di dire, è il costante impegno ed un monitoraggio completo dei fenomeni associativi cittadini. Un grazie - ha concluso - va alle confraternite, alla Pro Loco ed all'Arac, tutti preziosi ausili a questa mia attività».
L'abbiamo lasciata sotto la pioggia, mentre cercava di coordinare al meglio una serata in cui il meteo non è stato dalla sua parte. La sappiamo già impegnata ad elaborare qualcosa di importante per celebrare degnamente la "Giornata della Memoria" e il "Giorno del Ricordo". Parte proprio dalla trasmissione della conoscenza del passato, a nostro avviso, la strada che porta ad un sentimento nazionale condiviso.
E la cultura è l'unico grande strumento che abbiamo tra le mani per forgiare una società futura più consapevole e forse migliore.
Noi abbiamo voluto fare il punto della situazione con Marianna Paladino, neo assessora alla Cultura ed ideatrice di quello che a buon diritto può essere definito un vero e proprio percorso storico-architettonico nel nostro borgo antico. Nella nostra passeggiata sotto la pioggia durante i falò di Sant'Antonio Abate ci ha confidato che «si è trattato di una prima volta e come tutte le prime c'è sempre qualcosa di perfettibile. Però - ha aggiunto - sono soddisfatta di come sia andata complessivamente».
Entrando nel dettaglio ci ha ribadito il suo entusiasmo «per questo progetto che ha messo insieme teste diverse ed idee differenti. È sempre bello quando una comunità si ritrova a dialogare ed a confrontarsi su temi come quello della valorizzazione del nostro patrimonio artistico. Questo è un aspetto che mi ha molto colpita - ha proseguito -. La possibilità di far sintesi tra più modi di pensare è davvero stimolante e comporta anche per gli amministratori la possibilità di imparare dagli altri».
Qualcuno aveva lamentato chiesette chiuse troppo presto in alcuni fine settimana, mentre altre confraternite non hanno mai lasciato sotto chiave i loro gioielli. Su questo la Paladino ha glissato, come era logico fosse, rimettendosi «ad una valutazione complessiva che non può di certo arrivare nella serata in cui la pioggia rappresenta un ostacolo per i falò di Sant'Antonio Abate e l'amministrazione sta lavorando per avere un quadro più chiaro». Aspettando un comunicato che faccia totale chiarezza su "Chiese aperte" abbiamo continuato il nostro giro per il centro storico, riscontrando l'apertura di gioielli come Maria SS. di Costantinopoli, Santa Maria degli Angeli, Sant'Andrea, la Madonna del Carmine e San Giovanni Battista. Un punto a favore dell'assessora che intanto scrutava il cielo cercando tregua per la manifestazione in corso.
«Sono qui da poco più di due mesi - ha precisato - e sto conoscendo meglio tante realtà. Oggi sono addentro alla macchina amministrativa e inizio a valutare con lucidità i prossimi progetti da mettere in campo. Quello che garantisco - ha sottolineato - come già ebbi modo di dire, è il costante impegno ed un monitoraggio completo dei fenomeni associativi cittadini. Un grazie - ha concluso - va alle confraternite, alla Pro Loco ed all'Arac, tutti preziosi ausili a questa mia attività».
L'abbiamo lasciata sotto la pioggia, mentre cercava di coordinare al meglio una serata in cui il meteo non è stato dalla sua parte. La sappiamo già impegnata ad elaborare qualcosa di importante per celebrare degnamente la "Giornata della Memoria" e il "Giorno del Ricordo". Parte proprio dalla trasmissione della conoscenza del passato, a nostro avviso, la strada che porta ad un sentimento nazionale condiviso.
E la cultura è l'unico grande strumento che abbiamo tra le mani per forgiare una società futura più consapevole e forse migliore.