Turismo
Che turista straniero sei?
Una nostra mini-inchiesta (informale) per tracciare l'identikit di chi ci viene a far visita
Giovinazzo - lunedì 17 agosto 2015
20.37
Lo zainetto in spalla ed il sandalo col calzino stanno lasciando spazio a passeggini, biberon ed I phone, oltre alle immancabili guide.
Cambiano i tempi e cambiano anche i turisti che vengono a farci visita. O meglio, cambia il prototipo di turista che si affaccia sulla sponde meridionali dell'Adriatico.
In attesa che l'Infopoint turistico, sito all'interno dell'Urp, ci fornisca, a fine estate, i dati ufficiali sulle presenze in città, abbiamo fatto diversi giri tra esercizi commerciali, vicoli e piazze del centro storico ed abbiamo chiesto ad alcune guide ed operatori di settore alcune informazioni.
Ne è emerso un quadro molto vicino alle nostre impressioni (ecco perché vi abbiamo scritto di inchiesta "informale", ndr), che ci hanno portato a notare tante famiglie composte in media da 4-5 persone massimo, soggiornare non solo in hotel, ma anche in bed & breakfast ed appartamentini affittati all'uopo. Amano spostarsi a piedi e, se i figli hanno un'età che lo consente, noleggiano bici. Presenze da diverse nazioni anche in camping.
Si tratta spesso di giovani coppie con bimbi al seguito, tanti dal centro Europa (Francia, Germania e sorprendentemente Olanda), ma moltissimi dalla Russia e qualcuno persino dalla Scandinavia. Quanto ai russi, ci hanno raccontato alcuni addetti ai lavori che molti di essi sono giunti in Puglia ed a Giovinazzo, grazie ad accordi con tour operator scaturiti un paio di anni fa, dovuti principalmente all'interessamento dell'ex onorevole Gabriella Carlucci per promuovere il nord-barese fino alla provincia Bat.
Se i russi però, come croati ed olandesi, arrivano per il mare ed il paesaggio, dalla Germania giungono qui per visitare monumenti e chiese (delusione per l'assenza temporanea a San Domenico del "San Felice in Cattedra" di Lorenzo Lotto, attualmente all'Expo di Milano) e restano affascinati dalla nostra cucina, diventando via via sempre più esigenti e competenti. Insomma è tramontata l'idea che lo spaghetto italiano, comunque esso sia cucinato, possa abbagliarli.
I francesi viaggiano di più in coppia, non tutti soggiornano a Giovinazzo, ma vi transitano, in questo caso spesso senza figli al seguito ed hanno un'età tra i 40 ed i 50 anni circa. Apprezzatissimi dai britannici e dagli anglofoni in genere i luoghi d'arte e gli "open days" in lingua, con prenotazioni anche in settembre, mentre i tedeschi lamentano la scarsezza di informazioni relativamente ad itinerari turistici fuori città e l'apertura a singhiozzo dei bagni pubblici.
Piacciono moltissimo i locali con tavolini all'aperto, soprattutto pizzerie e ristoranti, dove ci si può fermare un po' di più, magari sorseggiando vino fino a tarda ora ascoltando musica (tanti, contrariamente al passato, cercano il vino, secondo operatori del settore, rinunciando per una sera alla birra).
Poi i nei, legati quasi sempre alla sporcizia di alcune spiagge e di alcuni angoli della città ed alla mancata apertura dei monumenti nel primo pomeriggio, inconcepibile per chi ha una cultura mitteleuropea. Lo capiremo mai?
E se Jan, da Utrecht, in Olanda, famosa dalle nostre parti più per aver dato i natali al calciatore Marco Van Basten che per il suo splendido duomo gotico, e Mario, da Dubrovnik, in Croazia, città patrimonio dell'Unesco, concordano nell'asserire che Giovinazzo «è bella e rilassante ma i giovinazzesi devono volerle più bene», c'è da credere che ci abbiano visto giusto.
Cambiano i tempi e cambiano anche i turisti che vengono a farci visita. O meglio, cambia il prototipo di turista che si affaccia sulla sponde meridionali dell'Adriatico.
In attesa che l'Infopoint turistico, sito all'interno dell'Urp, ci fornisca, a fine estate, i dati ufficiali sulle presenze in città, abbiamo fatto diversi giri tra esercizi commerciali, vicoli e piazze del centro storico ed abbiamo chiesto ad alcune guide ed operatori di settore alcune informazioni.
Ne è emerso un quadro molto vicino alle nostre impressioni (ecco perché vi abbiamo scritto di inchiesta "informale", ndr), che ci hanno portato a notare tante famiglie composte in media da 4-5 persone massimo, soggiornare non solo in hotel, ma anche in bed & breakfast ed appartamentini affittati all'uopo. Amano spostarsi a piedi e, se i figli hanno un'età che lo consente, noleggiano bici. Presenze da diverse nazioni anche in camping.
Si tratta spesso di giovani coppie con bimbi al seguito, tanti dal centro Europa (Francia, Germania e sorprendentemente Olanda), ma moltissimi dalla Russia e qualcuno persino dalla Scandinavia. Quanto ai russi, ci hanno raccontato alcuni addetti ai lavori che molti di essi sono giunti in Puglia ed a Giovinazzo, grazie ad accordi con tour operator scaturiti un paio di anni fa, dovuti principalmente all'interessamento dell'ex onorevole Gabriella Carlucci per promuovere il nord-barese fino alla provincia Bat.
Se i russi però, come croati ed olandesi, arrivano per il mare ed il paesaggio, dalla Germania giungono qui per visitare monumenti e chiese (delusione per l'assenza temporanea a San Domenico del "San Felice in Cattedra" di Lorenzo Lotto, attualmente all'Expo di Milano) e restano affascinati dalla nostra cucina, diventando via via sempre più esigenti e competenti. Insomma è tramontata l'idea che lo spaghetto italiano, comunque esso sia cucinato, possa abbagliarli.
I francesi viaggiano di più in coppia, non tutti soggiornano a Giovinazzo, ma vi transitano, in questo caso spesso senza figli al seguito ed hanno un'età tra i 40 ed i 50 anni circa. Apprezzatissimi dai britannici e dagli anglofoni in genere i luoghi d'arte e gli "open days" in lingua, con prenotazioni anche in settembre, mentre i tedeschi lamentano la scarsezza di informazioni relativamente ad itinerari turistici fuori città e l'apertura a singhiozzo dei bagni pubblici.
Piacciono moltissimo i locali con tavolini all'aperto, soprattutto pizzerie e ristoranti, dove ci si può fermare un po' di più, magari sorseggiando vino fino a tarda ora ascoltando musica (tanti, contrariamente al passato, cercano il vino, secondo operatori del settore, rinunciando per una sera alla birra).
Poi i nei, legati quasi sempre alla sporcizia di alcune spiagge e di alcuni angoli della città ed alla mancata apertura dei monumenti nel primo pomeriggio, inconcepibile per chi ha una cultura mitteleuropea. Lo capiremo mai?
E se Jan, da Utrecht, in Olanda, famosa dalle nostre parti più per aver dato i natali al calciatore Marco Van Basten che per il suo splendido duomo gotico, e Mario, da Dubrovnik, in Croazia, città patrimonio dell'Unesco, concordano nell'asserire che Giovinazzo «è bella e rilassante ma i giovinazzesi devono volerle più bene», c'è da credere che ci abbiano visto giusto.