Politica
Casa di riposo "San Francesco", il PD la pensa così
I Democratici attaccano l'operato dell'Amministrazione
Giovinazzo - lunedì 3 agosto 2015
1.42
Torna a farsi sentire la voce della Segreteria del Partito Democratico attraverso un comunicato con cui attacca l'Amministrazione comunale sulla vicenda legata alla Casa di riposo "San Francesco".
Nella missiva giuntaci in redazione, i Democratici ricostruiscono l'intera vicenda dal loro punto di vista, partendo dall'8 giugno 2012, giorno in cui l'Amministrazione targata Tommaso Depalma annulla «una gara indetta dalla precedente Amministrazione per l'esecuzione dei lavori di adeguamento della CRSF. Chissà quale studio approfondito abbiano potuto fare in pochissimi giorni dal loro insediamento... », si interrogano i Dem.
All'epoca, spiega il PD nella nota, «Fecero approvare dalla loro maggioranza soltanto una delibera consiliare (n. 52 del 21.12.2012) contenente le linee di indirizzo per l'affidamento dei lavori di adeguamento della CRSF, che risultarono praticamente identiche a quelle stabilite dalla precedente Amministrazione, ovvero:
-confermare che l'immobile deve restare di proprietà del Comune di Giovinazzo, che concede il diritto di uso al concessionario, dietro pagamento di un canone;
- prevedere, mediante gara pubblica, l'affidamento integrato dei lavori e della gestione del servizio;
-confermare la salvaguardia dei livelli occupazionali e delle posizioni lavorative già attive».
Trascorsi due anni da allora, scrivono ancora i Democratici giovinazzesi, si giunge al «Consiglio Comunale del 27 maggio 2014 in cui furono deliberate altre linee di indirizzo». Il PD qui va all'attacco asserendo che l'Amministrazione non avrebbe avuto alcuna idea sulla gestione dell'immobile: «Forse - rimarcano i piddini - volevano semplicemente marcare una "discontinuità" con la precedente amministrazione, per comunicare ai giovinazzesi che loro erano "diversi", più bravi, migliori. O forse - si ipotizza nella missiva - volevano gestire più direttamente il destino della CSRF. Insomma, la revoca di quel bando fu un salto nel buio, come tanti ne abbiamo visti fare da loro in questi anni».
«Hanno guadagnato tempo, tanto tempo, ben due anni (giugno 2012 – maggio 2014). Per fare che? Risposta: solo per spendere soldi, una delle poche attività sulle quali sono davvero specialisti - vanno giù duri - circa 24.000 euro per affidare ad uno studio di ingegneria la redazione di un progetto definitivo e il relativo studio di verifica di vulnerabilità sismica. Due anni per studi e spese: erano queste le soluzioni?».
«All'ennesima lettera della Regione rivolta all'Amministrazione di Giovinazzo - continua il PD - nella quale si chiedono chiarimenti sullo stato della CRSF e sui tempi dei lavori di adeguamento della struttura, gli amministratori si precipitano in Regione preoccupati per la possibile chiusura della CRSF e, finalmente, trovano (per puro caso) una delle possibili soluzioni, che gli viene per giunta suggerita dal personale della Regione (non è dunque neanche farina del loro sacco). La Regione aveva messo già da tempo a disposizione dei finanziamenti, a loro sconosciuti, ai quali era possibile attingere per realizzare quei lavori di adeguamento necessari per tenere aperta la CRSF».
Poi i Democratici ricostruiscono quel Consiglio Comunale in cui «finalmente vede la luce un'idea, con un costo lavori di 1.250.000 euro, e si affida il sospirato annuncio "Urbi et Orbi" al Vice-Sindaco, che nel suddetto C.C. del 27/5/2014, comunica che questa Amministrazione ha "un impianto che riguarda una gara d'appalto integrata e che adesso potrà usufruire di fondi pubblici. Il compito del politico è quello che ha fatto questa Amministrazione, è stato quello di reperire i fondi necessari per fare dei lavori che dovevano essere fatti da anni, questo è il compito del politico e questo abbiamo fatto."
Parole alle quali si aggiungono quelle del Consigliere Fusaro: "Be', adesso ci siamo noi, il problema è nostro e abbiamo tutta l'intenzione di risolverlo nel migliore dei modi».
Secondo i Dem, la maggioranza si sarebbe così aggrappata ad un bando regionale in cui vi sarebbero due vincoli: «1) approvare un progetto esecutivo dei lavori; 2) sgomberare la CRSF da tutto: anziani, dipendenti, oggetti, ecc… ».
Un andirivieni di missive e visite tra Ente regionale e Comune in questi ultimi mesi, secondo il PD, non ha portato ad alcun risultato concreto e così ci si interroga: «a tre anni dal loro insediamento al Comune di Giovinazzo, a tre anni dal loro primo atto di revoca del bando di gara della precedente Amministrazione, a 15 mesi dal C.C. del 27/05/2014, in cui annunciano mirabili soluzioni, qual è il piano di soluzione per la nostra CRSF? Dove stanno i soldi che chiedono per la realizzazione del loro progetto esecutivo? Quali sono i tempi di realizzazione di tale progetto? Cari cittadini, non ci sono ancora risposte certe a queste domande».
Nel lunghissimo comunicato, i piddini scrivono «Cosa certa, invece, è che siamo passati da un bando di gara (2012) che, se portato a conclusione, avrebbe consentito di:
-mantenere la Casa di riposo aperta, risolvendo il problema dell'autorizzazione al funzionamento e delle scadenze ad essa legate;
-assicurare la permanenza degli anziani nella stessa CRSF;
-assicurare il mantenimento del posto di lavoro ai dipendenti della CRSF.
ad una situazione in cui:
-è stata revocata l'autorizzazione al funzionamento con determina del dirigente di settore;
-con la stessa determina è stato intimato lo sgombero della struttura da parte degli anziani e del personale dipendente».
Infine la chiosa a rimarcare quanto già evidenziato a più riprese: «In tutto questo disastro sociale e lavorativo, emerge, ancora una volta, l'assenza di una seppur minima idea di soluzione certa da parte di questi nostri amministratori, a conferma della loro massima incapacità ed incompetenza amministrativa. È l'ennesimo capolavoro catastrofico - concludono - che ci consegnano».
Agli amministratori, appunto, la possibilità, ove riterranno opportuno, di replicare.
Nella missiva giuntaci in redazione, i Democratici ricostruiscono l'intera vicenda dal loro punto di vista, partendo dall'8 giugno 2012, giorno in cui l'Amministrazione targata Tommaso Depalma annulla «una gara indetta dalla precedente Amministrazione per l'esecuzione dei lavori di adeguamento della CRSF. Chissà quale studio approfondito abbiano potuto fare in pochissimi giorni dal loro insediamento... », si interrogano i Dem.
All'epoca, spiega il PD nella nota, «Fecero approvare dalla loro maggioranza soltanto una delibera consiliare (n. 52 del 21.12.2012) contenente le linee di indirizzo per l'affidamento dei lavori di adeguamento della CRSF, che risultarono praticamente identiche a quelle stabilite dalla precedente Amministrazione, ovvero:
-confermare che l'immobile deve restare di proprietà del Comune di Giovinazzo, che concede il diritto di uso al concessionario, dietro pagamento di un canone;
- prevedere, mediante gara pubblica, l'affidamento integrato dei lavori e della gestione del servizio;
-confermare la salvaguardia dei livelli occupazionali e delle posizioni lavorative già attive».
Trascorsi due anni da allora, scrivono ancora i Democratici giovinazzesi, si giunge al «Consiglio Comunale del 27 maggio 2014 in cui furono deliberate altre linee di indirizzo». Il PD qui va all'attacco asserendo che l'Amministrazione non avrebbe avuto alcuna idea sulla gestione dell'immobile: «Forse - rimarcano i piddini - volevano semplicemente marcare una "discontinuità" con la precedente amministrazione, per comunicare ai giovinazzesi che loro erano "diversi", più bravi, migliori. O forse - si ipotizza nella missiva - volevano gestire più direttamente il destino della CSRF. Insomma, la revoca di quel bando fu un salto nel buio, come tanti ne abbiamo visti fare da loro in questi anni».
«Hanno guadagnato tempo, tanto tempo, ben due anni (giugno 2012 – maggio 2014). Per fare che? Risposta: solo per spendere soldi, una delle poche attività sulle quali sono davvero specialisti - vanno giù duri - circa 24.000 euro per affidare ad uno studio di ingegneria la redazione di un progetto definitivo e il relativo studio di verifica di vulnerabilità sismica. Due anni per studi e spese: erano queste le soluzioni?».
«All'ennesima lettera della Regione rivolta all'Amministrazione di Giovinazzo - continua il PD - nella quale si chiedono chiarimenti sullo stato della CRSF e sui tempi dei lavori di adeguamento della struttura, gli amministratori si precipitano in Regione preoccupati per la possibile chiusura della CRSF e, finalmente, trovano (per puro caso) una delle possibili soluzioni, che gli viene per giunta suggerita dal personale della Regione (non è dunque neanche farina del loro sacco). La Regione aveva messo già da tempo a disposizione dei finanziamenti, a loro sconosciuti, ai quali era possibile attingere per realizzare quei lavori di adeguamento necessari per tenere aperta la CRSF».
Poi i Democratici ricostruiscono quel Consiglio Comunale in cui «finalmente vede la luce un'idea, con un costo lavori di 1.250.000 euro, e si affida il sospirato annuncio "Urbi et Orbi" al Vice-Sindaco, che nel suddetto C.C. del 27/5/2014, comunica che questa Amministrazione ha "un impianto che riguarda una gara d'appalto integrata e che adesso potrà usufruire di fondi pubblici. Il compito del politico è quello che ha fatto questa Amministrazione, è stato quello di reperire i fondi necessari per fare dei lavori che dovevano essere fatti da anni, questo è il compito del politico e questo abbiamo fatto."
Parole alle quali si aggiungono quelle del Consigliere Fusaro: "Be', adesso ci siamo noi, il problema è nostro e abbiamo tutta l'intenzione di risolverlo nel migliore dei modi».
Secondo i Dem, la maggioranza si sarebbe così aggrappata ad un bando regionale in cui vi sarebbero due vincoli: «1) approvare un progetto esecutivo dei lavori; 2) sgomberare la CRSF da tutto: anziani, dipendenti, oggetti, ecc… ».
Un andirivieni di missive e visite tra Ente regionale e Comune in questi ultimi mesi, secondo il PD, non ha portato ad alcun risultato concreto e così ci si interroga: «a tre anni dal loro insediamento al Comune di Giovinazzo, a tre anni dal loro primo atto di revoca del bando di gara della precedente Amministrazione, a 15 mesi dal C.C. del 27/05/2014, in cui annunciano mirabili soluzioni, qual è il piano di soluzione per la nostra CRSF? Dove stanno i soldi che chiedono per la realizzazione del loro progetto esecutivo? Quali sono i tempi di realizzazione di tale progetto? Cari cittadini, non ci sono ancora risposte certe a queste domande».
Nel lunghissimo comunicato, i piddini scrivono «Cosa certa, invece, è che siamo passati da un bando di gara (2012) che, se portato a conclusione, avrebbe consentito di:
-mantenere la Casa di riposo aperta, risolvendo il problema dell'autorizzazione al funzionamento e delle scadenze ad essa legate;
-assicurare la permanenza degli anziani nella stessa CRSF;
-assicurare il mantenimento del posto di lavoro ai dipendenti della CRSF.
ad una situazione in cui:
-è stata revocata l'autorizzazione al funzionamento con determina del dirigente di settore;
-con la stessa determina è stato intimato lo sgombero della struttura da parte degli anziani e del personale dipendente».
Infine la chiosa a rimarcare quanto già evidenziato a più riprese: «In tutto questo disastro sociale e lavorativo, emerge, ancora una volta, l'assenza di una seppur minima idea di soluzione certa da parte di questi nostri amministratori, a conferma della loro massima incapacità ed incompetenza amministrativa. È l'ennesimo capolavoro catastrofico - concludono - che ci consegnano».
Agli amministratori, appunto, la possibilità, ove riterranno opportuno, di replicare.