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Cronaca

Carolina Serrone querela Alfonso Arbore: il giudice dà ragione al Consigliere

Francesco Mastro: «Consumata ancora una volta una questione tutta politica»

I FATTI - La giudice Alessandra Piliego della Seconda Sezione penale del Tribunale di Bari, con un provvedimento datato 8 marzo 2017, ha respinto l'atto di opposizione presentato dai legali di Carolina Serrone alla richiesta di archiviazione giunta dal Pubblico Ministero il 28 settembre scorso, su una presunta diffamazione (ex articolo 595 c.p) subita dalla stessa opponente da parte del Consigliere comunale, Alfonso Arbore.

Il 4 febbraio del 2016 Carolina Serrone aveva ratificato la sua querela nei confronti del Consigliere esponente della maggioranza. La contesa si inserisce nella querelle sui lavori a Ponente e sulle ripetute denunce sulla presenza di un geosito da tutelare. Sulla pagina Facebook "Cittadini in rete", Arbore aveva usato toni forti nei confronti della Pro Loco, scusandosi poi successivamente. La vicenda è finita in tribunale ed il Pubblico Ministero non aveva ravvisato gli estremi per procedere, disponendo l'archiviazione del caso. La difesa della Serrone ha quindi presentato atto di opposizione a questa archiviazione, rigettato dalla Seconda Sezione penale barese.

Nel provvedimento si legge che la «stessa Serrone ha rimarcato che "il sig. Alfonso Arbore è un Consigliere comunale di maggioranza e, per effetto del suo ruolo, dovrebbe essere disposto ad accettare ogni eventuale e sacrosanto diritto di critica da parte dei cittadini e delle associazioni deputate anche al controllo delle eventuali opere di depauperamento del patrimonio pubblico", ed - scrive la dott.ssa Piliego -, in tal modo, è la stessa opponente ad aver inquadrato la vicenda fattuale, doppiata successivamente da quella virtuale, in un ambito di cronaca politica locale».

La frase di Arbore, insomma, per la Seconda Sezione penale del Tribunale di Bari, si traduce «non già in un attacco gratuito e fuori luogo alla reputazione della Serrone (che non viene neanche nominativamente menzionata), bensì in un'opinione dissenziente - scrive ancora la giudice - sebbene espressa in termini non eleganti, espressione di critica democratica da parte di un esponente di maggioranza».

IL COMMENTO DELL'AVVOCATO FRANCESCO MASTRO - A difendere Alfonso Arbore c'era l'avvocato Francesco Mastro, noto penalista giovinazzese, che ha così commentato la vicenda: «La questione è stata abbastanza delicata e controversa. Si è consumata - ha detto il legale - una contesa del tutto politica tra Pro Loco e Comune, ma sul piano tecnico-giuridico si è cercato di configurare un reato che non c'era. A mio avviso l'opposizione è stata avventata. Di certo, insistere quando il pm ha disposto la richiesta di archiviazione, facendo una opposizione corposa e venendo a discutere in aula in maniera anche intensa ed accorata, è stato qualcosa che mi ha lasciato esterrefatto sotto il piano del diritto.

Il mio lavoro - ha continuato Mastro - si è concentrato sulla giurisprudenza di Cassazione che dava torto alla Serrone e di conseguenza alla Pro Loco. Ho sfoderato - ha proseguito - una serie di sentenze che rimarcano sia il fatto che non vi era la rappresentatività della Pro Loco alla Presidente per poter fare querela, sia che non vi erano gli estremi affinché le frasi fossero, dal punto di vista soggettivo ed oggettivo, reputate offensive. E, cosa più importante - ha evidenziato ancora -, la Cassazione ha stabilito che la frase diffamatoria debba essere assolutamente e necessariamente riconducibile ad una persona quando questa rappresenti un ente.

Si è trattato di una querela superficiale, a mio parere - ha poi chiosato Mastro -, ed il giudice non ha potuto far altro che dar ragione al PM ed a noi in seguito».

ALFONSO ARBORE - Il Consigliere comunale ha voluto anch'egli commentare l'accaduto. «Sono rimasto esterrefatto e stupito dalla denuncia che la stessa Carolina Serrone, in nome e per conto della Pro Loco, ha fatto al sottoscritto per una gazzarra avvenuta, ahimè, sulla pagina Facebook "Cittadini in rete". Ma la cosa più strana - ha continuato Arbore - è stata l'opposizione alla prima archiviazione, tenuto conto che purtroppo su Facebook spesso si trascende, se ne danno e se ne prendono, e dove, faccio ammenda, qualche volta sono cascato anch'io nel gioco del botta e risposta acceso. Naturalmente la dott.ssa Piliego ha rigettato quella opposizione all'archiviazione richiesta dal PM.

Da questa vicenda scaturiscono due interrogativi e una riflessione: intanto, la Signora Serrone con quali sodi ha proposto la querela? E in conseguenza di questo, visto che Lei parla in nome e per conto della Pro Loco di Giovinazzo, il Direttivo e/o altri membri del Consiglio sapevano o hanno deliberato in merito?

La mia considerazione finale è chiaramente sarcastica - ha poi rincarato la dose Arbore -: oggi capisco perché la Presidente e i suoi fedelissimi non riescano ad organizzare il nostro celebre Corteo Storico e altre manifestazioni a beneficio della città, in quanto impegnati in questi spettacoli poco edificanti, cercando di "beccare e fare colpo grosso" su Consiglieri come me di una maggioranza a Lei antipatica.

C'è un punto - ha concluso Arbore - su cui siamo perfettamente in sintonia: tra la chiacchiera e il fare per la nostra splendida e amata città c'è un oceano. Quell'oceano che ci divide e di cui vado fiero con la mia storia».

Nei prossimi giorni ascolteremo, per fornirvi un completo quadro della vicenda ed una corretta informazione, la Presidentessa della Pro Loco, che potrà raccontare la sua versione dei fatti ed il perché abbia inteso intraprendere le vie legali.
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