Cronaca
Bonifica delle ex AFP: il 21 settembre l'udienza in Tribunale
13 gli imputati, c'è anche il sindaco Depalma. L'accusa contestata dal pm Pisani è l'omessa bonifica del sito
Giovinazzo - martedì 25 gennaio 2022
La Procura della Repubblica, dopo l'udienza celebratasi il 10 novembre scorso, ha nuovamente disposto la citazione a giudizio per i 13 imputati che, in concorso, dovranno rispondere del reato di omessa bonifica delle ex Acciaierie e Ferriere Pugliesi: la nuova data fissata per l'udienza dibattimentale (l'altro decreto era stato annullato dal giudice per difetto di forma) che si svolgerà davanti alla Prima Sezione del Tribunale Penale di Bari è quella del 21 settembre 2022.
Tra i 13 imputati (imprenditori e proprietari dei suoli residenti a Barletta, Bitonto, Corato, Giovinazzo e Molfetta) c'è anche il sindaco Tommaso Depalma. Negli anni successivi al 1984, quando il Comitato Interministeriale per la Politica Industriale deliberò lo smantellamento del siderurgico, poi chiuso nel 1979, si è cominciato a parlare della bonifica di un territorio vasto 98mila metri quadrati, grande cioè quanto il centro storico, che rappresenta una cerniera di congiunzione tra il centro abitato giovinazzese e la lama Castello, e di possibili operazioni di recupero della vecchia area industriale.
Recupero, di fatto, mai concretizzatosi. In quell'area l'Arpa Puglia ha accertato il superamento dei limiti consentiti di CsR (Concentrazione soglia di Rischio) delle singole sostanze inquinanti e materiali di scarto. Al sindaco e ai proprietari si contesta di non aver dato seguito all'ordinanza n. 4.984 della Città Metropolitana di Bari che imponeva la bonifica del sito. Il sindaco, inoltre, non avrebbe azionato nemmeno i poteri sostitutivi attribuitigli dalla legge. Nessuno, dunque, avrebbe fatto nulla per adempiere a quell'atto. Le indagini sono partite da una notizia di reato proveniente dalla stessa Città Metropolitana.
Il pubblico ministero Baldo Pisani contesta agli imputati di non aver «provveduto alla bonifica ordinata con provvedimento della Città Metropolitana» di un sito interessato «dall'ex stabilimento produttivo Acciaierie e Ferriere Pugliesi e dagli scarti di lavorazione di fonderia depositati sul suolo della lama Castello». Tre le parti offese: due persone fisiche e il Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare.
Tra i 13 imputati (imprenditori e proprietari dei suoli residenti a Barletta, Bitonto, Corato, Giovinazzo e Molfetta) c'è anche il sindaco Tommaso Depalma. Negli anni successivi al 1984, quando il Comitato Interministeriale per la Politica Industriale deliberò lo smantellamento del siderurgico, poi chiuso nel 1979, si è cominciato a parlare della bonifica di un territorio vasto 98mila metri quadrati, grande cioè quanto il centro storico, che rappresenta una cerniera di congiunzione tra il centro abitato giovinazzese e la lama Castello, e di possibili operazioni di recupero della vecchia area industriale.
Recupero, di fatto, mai concretizzatosi. In quell'area l'Arpa Puglia ha accertato il superamento dei limiti consentiti di CsR (Concentrazione soglia di Rischio) delle singole sostanze inquinanti e materiali di scarto. Al sindaco e ai proprietari si contesta di non aver dato seguito all'ordinanza n. 4.984 della Città Metropolitana di Bari che imponeva la bonifica del sito. Il sindaco, inoltre, non avrebbe azionato nemmeno i poteri sostitutivi attribuitigli dalla legge. Nessuno, dunque, avrebbe fatto nulla per adempiere a quell'atto. Le indagini sono partite da una notizia di reato proveniente dalla stessa Città Metropolitana.
Il pubblico ministero Baldo Pisani contesta agli imputati di non aver «provveduto alla bonifica ordinata con provvedimento della Città Metropolitana» di un sito interessato «dall'ex stabilimento produttivo Acciaierie e Ferriere Pugliesi e dagli scarti di lavorazione di fonderia depositati sul suolo della lama Castello». Tre le parti offese: due persone fisiche e il Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare.