
Musica
Bari in Jazz, Mélissa Laveaux in concerto a Giovinazzo
Il Festival Metropolitano sbarca questa sera in piazza Duomo
Giovinazzo - martedì 24 luglio 2018
Comunicato Stampa
Un mix di radici haitiane, folk e blues per il prossimo strepitoso concerto del Festival Metropolitano Bari in jazz, con un'altra grande voce femminile, quella della cantautrice Mélissa Laveaux. Il concerto, organizzato in collaborazione con il Comune di Giovinazzo, si svolgerà nella bella cornice di Piazza Duomo, questa sera, 24 luglio, alle ore 21.00. Mélissa Laveaux presenta in Italia l'album sulle sue radici, trasformando in musica il suo impegno politico.
Nata a Montréal e cresciuta a Ottawa, la cantautrice canadese è figlia di due haitiani che lasciarono il loro Paese negli anni 60, ancora studenti, in seguito all'uccisione di alcuni militanti sotto il regime di François Duvalier, meglio noto come Papa Doc. Il risultato è che Mélissa, classe 1985, non ha imparato il creolo. Eppure è proprio in creolo che la 33enne, oggi di stanza a Parigi, canta in Radyo Siwèl, opera nata dopo approfondite ricerche presso gli Archivi Nazionali e il Centre d'Art d'Haiti di Port-au-Prince, ancora malmesso, purtroppo, dopo il terremoto che ha devastato l'isola nel 2010. Grazie a quelle ricerche la cantante ha scoperto vecchie canzoni tradizionali che ha rimaneggiato per il disco, mescolato con nuove suggestioni, attualizzato con una moderna e leggera miscela di folk, blues e ritmi caraibici. Leggera nonostante il tema di fondo: l'occupazione americana di Haiti tra il 1915 e il 1934.
«Sono sempre stata parte di un ambiente dove la politica era protagonista. Ho frequentato il Woman Research Center di Ottawa, ho organizzato i Monologhi della Vagina, ho collaborato con un centro specializzato nel soccorso alle donne violentate. Sono sempre stata impegnata nella causa femminista, sin da studentessa - ha dichiarato Mélissa Laveaux -. E anzi, proprio quel tipo di impegno mi ha portato alla musica, perché si sapeva che cantavo e allora capitava spesso che mi chiedessero di cantare qualcosa a questa o a quell'altra iniziativa, durante qualche corteo e così via. Dopodiché, quando ho iniziato a scrivere canzoni - ha chiosato -, per me sono diventate un mezzo per raccontare le mie lotte personali, ma anche questo ha un valore politico, perché non è scontato che io sia qui, che abbia potuto laurearmi, trovare un lavoro, e questi traguardi possono ispirare la gente che ascolta la mia musica».
Tutto è nato da Martha Jean-Claude, importante cantante e compositrice haitiana che Mélissa ascoltava sempre da piccola.
Nata a Montréal e cresciuta a Ottawa, la cantautrice canadese è figlia di due haitiani che lasciarono il loro Paese negli anni 60, ancora studenti, in seguito all'uccisione di alcuni militanti sotto il regime di François Duvalier, meglio noto come Papa Doc. Il risultato è che Mélissa, classe 1985, non ha imparato il creolo. Eppure è proprio in creolo che la 33enne, oggi di stanza a Parigi, canta in Radyo Siwèl, opera nata dopo approfondite ricerche presso gli Archivi Nazionali e il Centre d'Art d'Haiti di Port-au-Prince, ancora malmesso, purtroppo, dopo il terremoto che ha devastato l'isola nel 2010. Grazie a quelle ricerche la cantante ha scoperto vecchie canzoni tradizionali che ha rimaneggiato per il disco, mescolato con nuove suggestioni, attualizzato con una moderna e leggera miscela di folk, blues e ritmi caraibici. Leggera nonostante il tema di fondo: l'occupazione americana di Haiti tra il 1915 e il 1934.
«Sono sempre stata parte di un ambiente dove la politica era protagonista. Ho frequentato il Woman Research Center di Ottawa, ho organizzato i Monologhi della Vagina, ho collaborato con un centro specializzato nel soccorso alle donne violentate. Sono sempre stata impegnata nella causa femminista, sin da studentessa - ha dichiarato Mélissa Laveaux -. E anzi, proprio quel tipo di impegno mi ha portato alla musica, perché si sapeva che cantavo e allora capitava spesso che mi chiedessero di cantare qualcosa a questa o a quell'altra iniziativa, durante qualche corteo e così via. Dopodiché, quando ho iniziato a scrivere canzoni - ha chiosato -, per me sono diventate un mezzo per raccontare le mie lotte personali, ma anche questo ha un valore politico, perché non è scontato che io sia qui, che abbia potuto laurearmi, trovare un lavoro, e questi traguardi possono ispirare la gente che ascolta la mia musica».
Tutto è nato da Martha Jean-Claude, importante cantante e compositrice haitiana che Mélissa ascoltava sempre da piccola.