Cronaca
Assenteismo all'ospedale di Molfetta: a processo 30 furbetti del cartellino
I dipendenti dell'Asl timbravano il cartellino, ma in realtà erano assenti durante l'orario di lavoro. Oggi la prima udienza
Giovinazzo - martedì 22 giugno 2021
8.08
Inizierà stamane, presso il Tribunale di Trani, davanti al giudice per le indagini preliminari Lucia Anna Altamura il processo ai 30 dipendenti dell'Azienda Sanitaria Locale di Bari accusati di timbrare regolarmente il proprio cartellino, ma in realtà di assentarsi durante l'orario di lavoro all'ospedale don Tonino Bello di Molfetta.
Per questo, al termine dell'indagine "Quinto Piano" svolta dai militari della Guardia di Finanza della locale Tenenza, cinque medici, una caposala, una infermiera professionale, diciassette impiegati amministrativi, cinque impiegati tecnici manutentori ed un soggetto esterno alla Azienda Sanitaria Locale, affronteranno un processo per i reati - a vario titolo - di truffa aggravata ai danni di Ente pubblico, falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale, abuso d'ufficio e di peculato.
Dodici di loro - Marco Bellapianta, Salvatore Boccanegra, Raffaele Croce, Francesco Saverio De Bari, Francesco Dimiccoli, Vincenza Farinola, Giovanni Gadaleta, Luigi La Forgia, Demetrio Losciale, Giuseppe Piccininni, Isabellangela Sgherza e Filomena Squeo -, l'8 luglio 2019, furono arrestati su ordinanza del giudice per le indagini preliminari di Trani, Maria Grazia Caserta, e posti ai domiciliari, misure revocate dopo gli interrogatori di garanzia e in seguito dal Tribunale del Riesame.
L'inchiesta dei finanzieri, coordinati dal sostituto procuratore Silvia Curione, durò due anni e fece emergere circa 300 episodi di assenteismo da parte di medici, infermieri, impiegati amministrativi e tecnici manutentori. Le Fiamme Gialle avrebbero accertato numerose assenze dal luogo di lavoro in orario d'ufficio, spesso autorizzate da permessi sindacali o dalla legge 104/92, ma usate per svolgere attività in altre strutture o per motivi privati, anche utilizzando le auto di servizio.
In qualche caso sarebbe stata constatata anche la collaborazione di un soggetto esterno alla Asl, il quale si presentava per "smarcare" ai rilevatori la presenza, timbrando cartellini illecitamente. Si sarebbero assentati anche vari impiegati dell'ufficio rilevazioni presenze e assenze, addetti al controllo del corretto rispetto dell'orario di lavoro dei dipendenti che, approfittando della possibilità di accedere al sistema informatico, avrebbero modificato manualmente gli orari di lavoro.
Così, nel 2019, il dg dell'Asl di Bari, Antonio Sanguedolce, commentò in una nota l'inchiesta e i dodici arresti per i vari casi di assenteismo. «L'Asl di Bari licenzierà senza indugio i dipendenti interessati dalla vicenda, se i fatti contestati dalla Procura di Trani dovessero essere confermati nelle modalità previste dalla legge».
Per questo, al termine dell'indagine "Quinto Piano" svolta dai militari della Guardia di Finanza della locale Tenenza, cinque medici, una caposala, una infermiera professionale, diciassette impiegati amministrativi, cinque impiegati tecnici manutentori ed un soggetto esterno alla Azienda Sanitaria Locale, affronteranno un processo per i reati - a vario titolo - di truffa aggravata ai danni di Ente pubblico, falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale, abuso d'ufficio e di peculato.
Dodici di loro - Marco Bellapianta, Salvatore Boccanegra, Raffaele Croce, Francesco Saverio De Bari, Francesco Dimiccoli, Vincenza Farinola, Giovanni Gadaleta, Luigi La Forgia, Demetrio Losciale, Giuseppe Piccininni, Isabellangela Sgherza e Filomena Squeo -, l'8 luglio 2019, furono arrestati su ordinanza del giudice per le indagini preliminari di Trani, Maria Grazia Caserta, e posti ai domiciliari, misure revocate dopo gli interrogatori di garanzia e in seguito dal Tribunale del Riesame.
L'inchiesta dei finanzieri, coordinati dal sostituto procuratore Silvia Curione, durò due anni e fece emergere circa 300 episodi di assenteismo da parte di medici, infermieri, impiegati amministrativi e tecnici manutentori. Le Fiamme Gialle avrebbero accertato numerose assenze dal luogo di lavoro in orario d'ufficio, spesso autorizzate da permessi sindacali o dalla legge 104/92, ma usate per svolgere attività in altre strutture o per motivi privati, anche utilizzando le auto di servizio.
In qualche caso sarebbe stata constatata anche la collaborazione di un soggetto esterno alla Asl, il quale si presentava per "smarcare" ai rilevatori la presenza, timbrando cartellini illecitamente. Si sarebbero assentati anche vari impiegati dell'ufficio rilevazioni presenze e assenze, addetti al controllo del corretto rispetto dell'orario di lavoro dei dipendenti che, approfittando della possibilità di accedere al sistema informatico, avrebbero modificato manualmente gli orari di lavoro.
Così, nel 2019, il dg dell'Asl di Bari, Antonio Sanguedolce, commentò in una nota l'inchiesta e i dodici arresti per i vari casi di assenteismo. «L'Asl di Bari licenzierà senza indugio i dipendenti interessati dalla vicenda, se i fatti contestati dalla Procura di Trani dovessero essere confermati nelle modalità previste dalla legge».