Cronaca
Assalto al caveau di Catanzaro, condannato il cerignolano scovato a Giovinazzo
Il colpo al caveau della Sicurtransport: condannato a 12 anni di reclusione il 37enne Alessandro Morra
Giovinazzo - mercoledì 31 luglio 2019
21.49
Era il 4 dicembre 2016 il giorno in cui ci fu l'assalto al caveau ai danni della Sicurtransport di Germaneto di Catanzaro. I banditi entrarono nel caveau sfondando i muri corazzati con un potente mezzo cingolato, e per farlo, bloccarono tutte le strade di accesso dando fuoco a 11 auto poste come sbarramento.
Le indagini da parte degli inquirenti fecero scattare l'operazione "Keleos" coordinata dalla Procura Distrettuale Antimafia di Catanzaro e condotta dal Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato e dalle Squadre Mobili di Catanzaro e Foggia e, ai responsabili, fu contestata l'aggravante del metodo mafioso. Fu inoltre accertata l'esistenza di uno stretto collegamento tra cerignolani, specializzati nel settore, e basisti calabresi.
Grazie alle dichiarazioni di una collaboratrice di giustizia, una donna legata sentimentalmente ad uno degli organizzatori del colpo, fioccarono i primi arresti e i primi indagati, per la maggior parte calabresi, mentre il 7 agosto 2018, in un casolare di campagna di Giovinazzo, furono arrestati i latitanti Alessandro Morra, cerignolano, ritenuto uno degli organizzatori del colpo che fruttò un bottino 8 milioni e mezzo di euro, e Pasquale Pazienza, bitontino.
Della banda, composta da 12 persone, per gli imputati che chiesero il rito abbreviato i pm Nicola Grattieri e Paolo Sirleo chiesero 14 anni di reclusione mentre il giudice per l'udienza preliminare di Catanzaro Claudio Paris ha condannato a 12 anni di reclusione il 37enne Alessandro Morra, individuato a Giovinazzo.
Le indagini da parte degli inquirenti fecero scattare l'operazione "Keleos" coordinata dalla Procura Distrettuale Antimafia di Catanzaro e condotta dal Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato e dalle Squadre Mobili di Catanzaro e Foggia e, ai responsabili, fu contestata l'aggravante del metodo mafioso. Fu inoltre accertata l'esistenza di uno stretto collegamento tra cerignolani, specializzati nel settore, e basisti calabresi.
Grazie alle dichiarazioni di una collaboratrice di giustizia, una donna legata sentimentalmente ad uno degli organizzatori del colpo, fioccarono i primi arresti e i primi indagati, per la maggior parte calabresi, mentre il 7 agosto 2018, in un casolare di campagna di Giovinazzo, furono arrestati i latitanti Alessandro Morra, cerignolano, ritenuto uno degli organizzatori del colpo che fruttò un bottino 8 milioni e mezzo di euro, e Pasquale Pazienza, bitontino.
Della banda, composta da 12 persone, per gli imputati che chiesero il rito abbreviato i pm Nicola Grattieri e Paolo Sirleo chiesero 14 anni di reclusione mentre il giudice per l'udienza preliminare di Catanzaro Claudio Paris ha condannato a 12 anni di reclusione il 37enne Alessandro Morra, individuato a Giovinazzo.