Attualità
ASI, investimenti a Modugno. Giovinazzo osserva e chiede chiarezza alla Regione Puglia
Depalma: «800 ettari vanno infrastrutturati, altrimenti rimarranno buone intenzioni»
Giovinazzo - sabato 6 novembre 2021
11.49
Il colosso svedese Midsummer sta investendo nel campo delle energie rinnovabili e lo farà nell'Area di Sviluppo Industriale di Bari-Modugno, di cui fa parte anche Giovinazzo. La società fornisce soluzioni tecnologiche avanzate per l'energia solare, per la produzione e l'installazione di pannelli solari a film sottile e potrebbe in un paio d'anni assumere circa 200 persone.
In tanti, anche a Giovinazzo, auspicano un'apertura da parte dell'Amministrazione comunale guidata da Tommaso Depalma, che ha sempre guardato con diffidenza il Consorzio ASI, da più parti ritenuto un carrozzone, tanto da creare un'apposita commissione consiliare, presieduta da Ruggero Iannone, per comprendere se vi fossero i presupposti per uscire.
Partorito il classico topolino, il comune adriatico è rimasto a metà del guado: non è uscito, ma attende parole chiare dalla Regione Puglia sull'infrastrutturazione dell'area che ricade nel suo territorio. Nella primavera del 2017 erano stati assegnati a Giovinazzo e Bitonto circa 15 milioni di euro da ripartire, rinvenienti dal Patto per lo Sviluppo per la Città Metropolitana di Bari, siglato nel capoluogo dall'allora Premier, Matteo Renzi, e dal Sindaco metropolitano, Antonio Decaro. Ed aspetto ancor più importante, nell'aprile di quattro anni fa l'Assemblea ASI aveva deciso di accogliere la richiesta del Comune di Giovinazzo di liberare dal vincolo di destinazione industriale le aree, sollevando i tanti proprietari da una elevata pressione fiscale legata alla destinazione "edificabile" dei terreni.
Le opposizioni, in particolar modo il Partito Democratico, hanno sempre spinto affinché l'Amministrazione Depalma desse segnali chiari e non abbandonasse il Consorzio, in previsione di possibili investimenti che avrebbero potuto cambiare le sorti di un'economia asfittica come quella giovinazzese se si escludono turismo e parzialmente il commercio.
Investimenti che per il momento sono andati altrove: Giovinazzo non è infrastrutturata abbastanza, forse, o semplicemente non è ancora appetibile. Sta di fatto che con l'occupazione di migliaia di ettari tra Bari e Modugno, i prossimi investimenti potrebbero toccare a Giovinazzo e Bitonto. Forse. Depalma però non ne è certo.
Queste le parole del sindaco Tommaso Depalma, rilasciate al collega Riccardo Resta per BariSera News.
Il primo cittadino giovinazzese continua dunque ad essere perplesso e non vuole illudere nessuno: «Ci vuole un intervento convinto - ha continuato nell'intervista rilasciata al quotidiano del capoluogo -, la Regione deve decidere se utilizzare quell'area. Non esiste una via di mezzo: anche per un colosso come Intel la precondizione è trovare un'area allestita. Ci sono problemi urgenti da risolvere, come per esempio l'espianto degli ulivi e la loro ricollocazione. Parliamo di terreni che, nella stragrande maggioranza, sono coltivati. Bisognerebbe essere onesti fino in fondo: se la Regione non mette mano al portafoglio in maniera consistente, rimarranno buone intenzioni e nulla più», ha concluso lapidario.
In tanti, anche a Giovinazzo, auspicano un'apertura da parte dell'Amministrazione comunale guidata da Tommaso Depalma, che ha sempre guardato con diffidenza il Consorzio ASI, da più parti ritenuto un carrozzone, tanto da creare un'apposita commissione consiliare, presieduta da Ruggero Iannone, per comprendere se vi fossero i presupposti per uscire.
Partorito il classico topolino, il comune adriatico è rimasto a metà del guado: non è uscito, ma attende parole chiare dalla Regione Puglia sull'infrastrutturazione dell'area che ricade nel suo territorio. Nella primavera del 2017 erano stati assegnati a Giovinazzo e Bitonto circa 15 milioni di euro da ripartire, rinvenienti dal Patto per lo Sviluppo per la Città Metropolitana di Bari, siglato nel capoluogo dall'allora Premier, Matteo Renzi, e dal Sindaco metropolitano, Antonio Decaro. Ed aspetto ancor più importante, nell'aprile di quattro anni fa l'Assemblea ASI aveva deciso di accogliere la richiesta del Comune di Giovinazzo di liberare dal vincolo di destinazione industriale le aree, sollevando i tanti proprietari da una elevata pressione fiscale legata alla destinazione "edificabile" dei terreni.
Le opposizioni, in particolar modo il Partito Democratico, hanno sempre spinto affinché l'Amministrazione Depalma desse segnali chiari e non abbandonasse il Consorzio, in previsione di possibili investimenti che avrebbero potuto cambiare le sorti di un'economia asfittica come quella giovinazzese se si escludono turismo e parzialmente il commercio.
Investimenti che per il momento sono andati altrove: Giovinazzo non è infrastrutturata abbastanza, forse, o semplicemente non è ancora appetibile. Sta di fatto che con l'occupazione di migliaia di ettari tra Bari e Modugno, i prossimi investimenti potrebbero toccare a Giovinazzo e Bitonto. Forse. Depalma però non ne è certo.
TOMMASO DEPALMA LA PENSA COSÌ
«Sarebbe una grande opportunità di espansione, perché parliamo di quasi 800 ettari, che però vanno infrastrutturati. Se la Regione Puglia non fa una scelta chiara, investendo risorse ingenti, rimarrà un treno di richieste senza riscontro. Senza investimenti, per la nostra area non prevedo nulla di buono: le aziende vengono se trovano dei suoli già infrastrutturati. Altrimenti i costi non sarebbero sostenibili».Queste le parole del sindaco Tommaso Depalma, rilasciate al collega Riccardo Resta per BariSera News.
Il primo cittadino giovinazzese continua dunque ad essere perplesso e non vuole illudere nessuno: «Ci vuole un intervento convinto - ha continuato nell'intervista rilasciata al quotidiano del capoluogo -, la Regione deve decidere se utilizzare quell'area. Non esiste una via di mezzo: anche per un colosso come Intel la precondizione è trovare un'area allestita. Ci sono problemi urgenti da risolvere, come per esempio l'espianto degli ulivi e la loro ricollocazione. Parliamo di terreni che, nella stragrande maggioranza, sono coltivati. Bisognerebbe essere onesti fino in fondo: se la Regione non mette mano al portafoglio in maniera consistente, rimarranno buone intenzioni e nulla più», ha concluso lapidario.