Cronaca
Arresti nell'Arma, il processo inizia con un rinvio
Slitta al 18 maggio l'udienza preliminare per consentire alle difese di avanzare richieste di riti alternativi
Giovinazzo - domenica 2 maggio 2021
È stata rinviata al prossimo 18 maggio l'udienza preliminare a carico di Antonio Salerno, Domenico Laforgia, Gerardo Giotti e Mario Del Vecchio. I quattro (i primi tre confinati ai domiciliari, il quarto rinchiuso in carcere) sono stati arrestati il 18 giugno 2020 nell'ambito di un'inchiesta della Direzione Distrettuale Antimafia.
Il 30 aprile scorso il giudice dell'udienza preliminare del Tribunale di Bari, Antonella Cafagna, avrebbe dovuto decidere in merito al rinvio a giudizio degli indagati, accusati, a vario titolo, di concorso esterno in associazione mafiosa, corruzione in atti giudiziari e rivelazione del segreto d'ufficio, ma per consentire alle difese di avanzare eventuali richieste di riti alternativi, subordinate all'acquisizione di atti d'indagine difensivi, prima dell'inizio del dibattimento, l'udienza è stata rinviata.
Stando a quanto emerso dalle indagini dei Carabinieri del Nucleo Investigativo, sotto il coordinamento del sostituto procuratore Federico Perrone Capano, i due militari avrebbero agevolato esponenti del clan Di Cosola, rivelando informazioni relative ad operazioni di polizia giudiziaria, raccontando i dettagli delle indagini in corso, indicando i turni di servizio dei colleghi della Stazione e gli orari in cui sarebbero avvenuti i controlli nei confronti degli affiliati sottoposti ai domiciliari.
In tre occasioni, infine, secondo le indagini i due militari, il primo difeso dagli avvocati Angelo Dibello e Mario Malcangi, il secondo da Massimo Roberto Chiusolo e Tiziano Tedeschi, avrebbero consegnato documenti informatici e cartacei contenenti registrazioni e verbali di dichiarazioni rese da collaboratori di giustizia.
Il 30 aprile scorso il giudice dell'udienza preliminare del Tribunale di Bari, Antonella Cafagna, avrebbe dovuto decidere in merito al rinvio a giudizio degli indagati, accusati, a vario titolo, di concorso esterno in associazione mafiosa, corruzione in atti giudiziari e rivelazione del segreto d'ufficio, ma per consentire alle difese di avanzare eventuali richieste di riti alternativi, subordinate all'acquisizione di atti d'indagine difensivi, prima dell'inizio del dibattimento, l'udienza è stata rinviata.
Stando a quanto emerso dalle indagini dei Carabinieri del Nucleo Investigativo, sotto il coordinamento del sostituto procuratore Federico Perrone Capano, i due militari avrebbero agevolato esponenti del clan Di Cosola, rivelando informazioni relative ad operazioni di polizia giudiziaria, raccontando i dettagli delle indagini in corso, indicando i turni di servizio dei colleghi della Stazione e gli orari in cui sarebbero avvenuti i controlli nei confronti degli affiliati sottoposti ai domiciliari.
In tre occasioni, infine, secondo le indagini i due militari, il primo difeso dagli avvocati Angelo Dibello e Mario Malcangi, il secondo da Massimo Roberto Chiusolo e Tiziano Tedeschi, avrebbero consegnato documenti informatici e cartacei contenenti registrazioni e verbali di dichiarazioni rese da collaboratori di giustizia.