Cronaca
Arresti dopo l'omicidio Fiorentino, oggi dieci pentiti faccia a faccia
Il gip Perrelli ha accolto la richiesta degli indagati per cristallizzare le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia
Giovinazzo - mercoledì 27 marzo 2024
11.26
Al via oggi in Tribunale, a Bari, l'incidente probatorio in cui saranno sentiti dieci pentiti nell'ambito dell'indagine per il delitto di Claudio Fiorentino. Il giudice per le indagini preliminari Anna Perrelli, infatti, ha accolto la richiesta degli indagati per cristallizzare le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia che li hanno accusati.
E così, a partire dalle ore 11.00 e per tutto il corso della giornata, collegati in videoconferenza, i pentiti Giuseppe Coletta, Michele e Vincenzo Di Cosola, Eleonora Di Mario, Cosimo Genchi, Antonio Maggio, Paolo e Vincenzo Masciopinto, Giuseppe Pappagallo e Adriano Pontrelli, dovranno riferire «quanto a loro conoscenza sui fatti» per cui si indaga «e, in particolare, sulle responsabilità dei singoli indagati, nonché ogni circostanza utile e rilevante ai fini dell'accertamento dei fatti».
L'incidente probatorio di oggi, in cui le dichiarazioni rese saranno acquisite come prova, assunte alla presenza delle parti ed in contraddittorio tra di loro, servirà a cristallizzare le parole dei dieci collaboratori di giustizia, rispondendo alle domande di accusa e difese. A rivelare i dettagli di quell'omicidio, avvenuto il 3 giugno 2014, è stato un altro pentito, Michele Giangaspero, che nel 2018 ha deciso di collaborare con la giustizia, raccontando ogni dettaglio e facendo trovare l'arma.
«Ricordo quella scena, quando arrivai con la moto sotto, vidi il viso di Claudio, che si girò, l'impatto. Claudio stava sul lato destro e si girò di scatto, perché arrivai proprio attaccato a lui; quando Claudio fu sparato, il cavallo continuò a camminare. Lui cadde, e mi è rimasto impresso i colpi dietro la spalla che prese», ha detto Giangaspero. Alle sue dichiarazioni, infine, si sono aggiunte quelle di altri collaboratori di giustizia, fra i quali due parenti del deceduto boss Antonio Di Cosola.
A chiedere l'incidente probatorio sono stati gli avvocati Raffaele Quarta, difensore di Luigi Guglielmi, Massimo Roberto Chiusolo, difensore di Piero Mesecorto, e Marcello Belsito, difensore di Mario Del Vecchio e Pasquale Maisto in quanto «l'ulteriore cospicuo lasso di tempo che intercorrerà fino all'assunzione della prova nel contraddittorio delle parti pregiudicherebbe il ricordo degli stessi, essendo dato d'esperienza quello che i ricordi si affievoliscano col trascorrere del tempo».
Nell'accogliere la richiesta, la gip ha spiegato che «si tratta di una prova rilevante per la decisione, non rinviabile alla fase dibattimentale anche in considerazione del fatto che trattandosi di reati risalenti al 2014, l'esame a dibattimento potrebbe poi compromettere la puntualità, la precisione del ricordo e della narrazione».
E così, a partire dalle ore 11.00 e per tutto il corso della giornata, collegati in videoconferenza, i pentiti Giuseppe Coletta, Michele e Vincenzo Di Cosola, Eleonora Di Mario, Cosimo Genchi, Antonio Maggio, Paolo e Vincenzo Masciopinto, Giuseppe Pappagallo e Adriano Pontrelli, dovranno riferire «quanto a loro conoscenza sui fatti» per cui si indaga «e, in particolare, sulle responsabilità dei singoli indagati, nonché ogni circostanza utile e rilevante ai fini dell'accertamento dei fatti».
L'incidente probatorio di oggi, in cui le dichiarazioni rese saranno acquisite come prova, assunte alla presenza delle parti ed in contraddittorio tra di loro, servirà a cristallizzare le parole dei dieci collaboratori di giustizia, rispondendo alle domande di accusa e difese. A rivelare i dettagli di quell'omicidio, avvenuto il 3 giugno 2014, è stato un altro pentito, Michele Giangaspero, che nel 2018 ha deciso di collaborare con la giustizia, raccontando ogni dettaglio e facendo trovare l'arma.
«Ricordo quella scena, quando arrivai con la moto sotto, vidi il viso di Claudio, che si girò, l'impatto. Claudio stava sul lato destro e si girò di scatto, perché arrivai proprio attaccato a lui; quando Claudio fu sparato, il cavallo continuò a camminare. Lui cadde, e mi è rimasto impresso i colpi dietro la spalla che prese», ha detto Giangaspero. Alle sue dichiarazioni, infine, si sono aggiunte quelle di altri collaboratori di giustizia, fra i quali due parenti del deceduto boss Antonio Di Cosola.
A chiedere l'incidente probatorio sono stati gli avvocati Raffaele Quarta, difensore di Luigi Guglielmi, Massimo Roberto Chiusolo, difensore di Piero Mesecorto, e Marcello Belsito, difensore di Mario Del Vecchio e Pasquale Maisto in quanto «l'ulteriore cospicuo lasso di tempo che intercorrerà fino all'assunzione della prova nel contraddittorio delle parti pregiudicherebbe il ricordo degli stessi, essendo dato d'esperienza quello che i ricordi si affievoliscano col trascorrere del tempo».
Nell'accogliere la richiesta, la gip ha spiegato che «si tratta di una prova rilevante per la decisione, non rinviabile alla fase dibattimentale anche in considerazione del fatto che trattandosi di reati risalenti al 2014, l'esame a dibattimento potrebbe poi compromettere la puntualità, la precisione del ricordo e della narrazione».