Eventi e cultura
Apertura straordinaria di Casale Rufolo grazie al FAI
Questa mattina visite guidate dalle 10.00 alle 13.00
Giovinazzo - domenica 20 maggio 2018
00.30 Comunicato Stampa
Il gruppo FAI di Giovinazzo, proseguendo la collaborazione con il Consorzio Oliveti d' Italia, domenica 20 maggio propone l' apertura straordinaria di Casale Rufolo, sulla strada provinciale che collega Giovinazzo a Terlizzi. Le visite guidate saranno curate dai volontari FAI e dagli Apprendisti Ciceroni studenti del Liceo Classico e Scientifico "M.Spinelli" di Giovinazzo.
La costruzione del Casale Rufolo è connessa alla storia della produzione dell'olio in terra di Bari: tra l'XI ed il XIII secolo grazie ai proventi rivenienti dal commercio dell'olio numerosi centri tra cui Giovinazzo e Bitonto, acquisirono grande importanza. Qui si stabilirono importanti famiglie di Amalfitani, Ravellesi e Sorrentini: Labini, Bove e Rogadeo a Bitonto, Rufolo a Giovinazzo.
Grazie all'apporto di queste famiglie il paesaggio agrario di questa zona nel periodo normanno si popolò di strutture fortificate che rispondevano non solo ad esigenze di difesa, ma costituivano con i centri urbani e gli insediamenti rurali un sistema integrato di organizzazione del territorio. Torre Rufolo si avvalse altresì del porto naturale di Giovinazzo per il commercio dell'olio con i centri adriatici della costa dalmata, con l'Istria e con Venezia.
Il 6 maggio del 1957 con Decreto del Ministro della Pubblica Istruzione il complesso viene dichiarato di interesse pubblico e culturale in quanto espressione di Arte Medioevale , dagli anni '70 diviene di proprietà del Demanio che nel 2006 avvia la prima fase del progetto di recupero come elaioteca, conclusa nel 2008. Costruito nella seconda metà del 1300 il Casale Rufolo dal punto di vista architettonico si prefigura come una masseria fortificata estesa circa 1 ettaro, cinta da mura con due torri angolari a due piani, che presenta una serie di costruzioni a piano terra assimilabili per tecnica di costruzione all'età sveva e protoangioina.
Dal punto di vista dell'economia agraria può essere assimilato alle prime forme di produzione preindustriale di olio, per la presenza di due grandi volumi di pianta rettangolare con grandi lamie coperte a chiancarelle adibiti alla lavorazione delle olive per la produzione di olio, che sostanziano il "trappeto di campagna", distinto da quello urbano. Al centro di questi volumi sono presenti le postazioni dei torchi, al di sotto dei quali vi sono le vasche di raccolta dell'olio; nelle pareti laterali sono posizionati i pozzetti, i separatori e le posture.
Dal 2011 la gestione ed il completamento del progetto di recupero è stato affidato al Consorzio "Oliveti d'Italia" , al fine di realizzare un centro di animazione territoriale per la promozione dell'olio di qualità, del turismo e degli eventi culturali di Terra di Bari La visita è a contributo libero richiesto dai volontari per la raccolta fondi FAI, Fondo Ambiente Italiano.
Le visite guidate cominceranno alle ore 10.00 e si terranno fino alle 13.00. Gli iscritti al FAI avranno corsie preferenziali.
La costruzione del Casale Rufolo è connessa alla storia della produzione dell'olio in terra di Bari: tra l'XI ed il XIII secolo grazie ai proventi rivenienti dal commercio dell'olio numerosi centri tra cui Giovinazzo e Bitonto, acquisirono grande importanza. Qui si stabilirono importanti famiglie di Amalfitani, Ravellesi e Sorrentini: Labini, Bove e Rogadeo a Bitonto, Rufolo a Giovinazzo.
Grazie all'apporto di queste famiglie il paesaggio agrario di questa zona nel periodo normanno si popolò di strutture fortificate che rispondevano non solo ad esigenze di difesa, ma costituivano con i centri urbani e gli insediamenti rurali un sistema integrato di organizzazione del territorio. Torre Rufolo si avvalse altresì del porto naturale di Giovinazzo per il commercio dell'olio con i centri adriatici della costa dalmata, con l'Istria e con Venezia.
Il 6 maggio del 1957 con Decreto del Ministro della Pubblica Istruzione il complesso viene dichiarato di interesse pubblico e culturale in quanto espressione di Arte Medioevale , dagli anni '70 diviene di proprietà del Demanio che nel 2006 avvia la prima fase del progetto di recupero come elaioteca, conclusa nel 2008. Costruito nella seconda metà del 1300 il Casale Rufolo dal punto di vista architettonico si prefigura come una masseria fortificata estesa circa 1 ettaro, cinta da mura con due torri angolari a due piani, che presenta una serie di costruzioni a piano terra assimilabili per tecnica di costruzione all'età sveva e protoangioina.
Dal punto di vista dell'economia agraria può essere assimilato alle prime forme di produzione preindustriale di olio, per la presenza di due grandi volumi di pianta rettangolare con grandi lamie coperte a chiancarelle adibiti alla lavorazione delle olive per la produzione di olio, che sostanziano il "trappeto di campagna", distinto da quello urbano. Al centro di questi volumi sono presenti le postazioni dei torchi, al di sotto dei quali vi sono le vasche di raccolta dell'olio; nelle pareti laterali sono posizionati i pozzetti, i separatori e le posture.
Dal 2011 la gestione ed il completamento del progetto di recupero è stato affidato al Consorzio "Oliveti d'Italia" , al fine di realizzare un centro di animazione territoriale per la promozione dell'olio di qualità, del turismo e degli eventi culturali di Terra di Bari La visita è a contributo libero richiesto dai volontari per la raccolta fondi FAI, Fondo Ambiente Italiano.
Le visite guidate cominceranno alle ore 10.00 e si terranno fino alle 13.00. Gli iscritti al FAI avranno corsie preferenziali.