Vita di città
Antiquarium, la Soprintendenza boccia la Pro Loco
Da piazza Umberto I: «Una ripicca del Sindaco»
Giovinazzo - giovedì 16 aprile 2015
03.15
Un'altra saga in salsa giovinazzese, che si arricchisce ogni giorno di un capitolo nuovo. Anche la Gazzetta del Mezzogiorno si è occupata della lunga diatriba tra la locale Pro Loco e l'Amministrazione comunale.
Questa volta la storia la raccontiamo dall'ultimo capitolo scritto, che ha tutta l'aria di non essere però quello conclusivo. È notizia di questi giorni, infatti, che la Soprintendenza Archeologica di Taranto, competente in materia, ha fatto pervenire al Comune di Giovinazzo ed alla Pro Loco una nota in cui sostanzialmente boccia l'operato di quest'ultima, relativamente all'apertura dell'Antiquarium, un centro di documentazione archeologica, soprattutto lapidea e di varie epoche storiche, ospitato nei locali attigui alla Pro Loco stessa, ma di proprietà comunale.
«A seguito di recenti verifiche - scrivono da Taranto - circa la mancata apertura al pubblico del centro di documentazione archeologica e l'assenza di idonee garanzie circa la corretta conservazione di un nucleo di reperti rinvenuti nell'abitato e nel territorio giovinazzese, di proprietà demaniale, non sussistono più i termini per concedere la proroga per la custodia e l'esposizione temporanea degli stessi reperti nella sede di piazza Umberto I».
La replica piccata della Pro Loco non si è fatta attendere ed è stata dura: «Quella missiva è frutto di una ripicca che l'Amministrazione comunale sta perseguendo ai danni della nostra associazione», hanno voluto evidenziare. Ma perché ci sarebbe stata questa paventata "ripicca"?
La Pro Loco, per fare un po' d'ordine, era l'associazione che aveva interpellato la stessa Soprintendenza ionica per un parere sugli scavi relativi al progetto di riqualificazione di via Marina, cassati come improponibili dalla stessa. Ecco dunque l'altro capitolo della vicenda: la Pro Loco sospetta di aver messo i bastoni fra le ruote a Depalma ed i suoi su quel progetto e che dunque questi ultimi meditassero una sorta di vendetta. Ma in realtà, nelle ultime giornate, vi sono stati nuovi sopralluoghi della Soprintendenza di Taranto e di quella di Bari ai Beni Artistici e Paesaggistici che, congiuntamente, hanno verificato lo stato del progetto. Secondo fonti vicine a Palazzo di Città, starebbe per arrivare un parere unanime di approvazione che chiuderebbe il cerchio e farebbe partire il cantiere di via Marina. E tutto questo sarà verificabile, continuano dagli uffici comunali, a breve, quando i due Enti, quello barese e quello ionico, metteranno nero su bianco.
In attesa che si risolvano questi aspetti, la Pro Loco ha ricevuto anche una sorta di sfratto dall'Amministrazione comunale che, come confermato dal primo cittadino, sta «procedendo con nuovi regolamenti che prevedono la sottoscrizione di contratti di fitto, cosa a cui la Pro Loco - chiosa il Sindaco - non ha mai adempiuto». A volerla dire tutta, esiste dagli anni '60 un accordo per una locazione sostanzialmente gratuita dei locali di piazza Umberto I, che è comprensibile vada rivista. Dalla Pro Loco, però, ammoniscono che i tempi restano sospetti e che il Comune vuole liberare «la sede che occupiamo a favore di un non meglio precisato "Urban center"», una sorta di centro informazioni per i progetti posti in essere dall'Amministrazione. La Pro Loco passerebbe proprio nel locale attiguo all'attuale sede.
Brutta gatta da pelare, se non fosse che il problema dei reperti di cui vi abbiamo scritto in apertura resta irrisolto. La Soprintendenza li richiede, ed ora?
Da Palazzo di Città tranquillizzano: si riscriverà la convenzione ed il Comune di Giovinazzo manterrà i reperti. Ed inoltre insistono su un punto: «I pareri della Soprintendenza ionica li abbiamo sempre rispettati, anche quando erano negativi per noi ed è assurdo collegarli con altre questioni locali che nulla hanno a che vedere con questa vicenda. Vorremmo - spiegano - che questa posizione fosse comune a tutti e che si rispettassero le decisioni di un Ente terzo competente». In Pro Loco non ci stanno e preannunciano battaglia su più fronti, sentendosi defraudati di una storia di impegno per la cittadinanza durato tanti anni e che continua a coinvolgere uomini e donne di Giovinazzo.
La saga, purtroppo, ha tutta l'aria di poter continuare. Il nostro auspicio, invece, è che ci si risieda a tavolino, si smussino le divergenze nel rispetto dei pareri vincolanti ineludibili e si ricominci, tutti assieme, a remare nella stessa direzione, l'unica possibile: il bene dell'intera comunità giovinazzese. Inutile continuare a spargere veleni, da qualunque parte arrivino. C'è una importante stagione turistica da affrontare ed uniti, con molte competenze in gioco, si potrà fornire un'accoglienza adeguata ai tanti che, anche quest'anno, sceglieranno di soggiornare in questa parte di Puglia.
Questa volta la storia la raccontiamo dall'ultimo capitolo scritto, che ha tutta l'aria di non essere però quello conclusivo. È notizia di questi giorni, infatti, che la Soprintendenza Archeologica di Taranto, competente in materia, ha fatto pervenire al Comune di Giovinazzo ed alla Pro Loco una nota in cui sostanzialmente boccia l'operato di quest'ultima, relativamente all'apertura dell'Antiquarium, un centro di documentazione archeologica, soprattutto lapidea e di varie epoche storiche, ospitato nei locali attigui alla Pro Loco stessa, ma di proprietà comunale.
«A seguito di recenti verifiche - scrivono da Taranto - circa la mancata apertura al pubblico del centro di documentazione archeologica e l'assenza di idonee garanzie circa la corretta conservazione di un nucleo di reperti rinvenuti nell'abitato e nel territorio giovinazzese, di proprietà demaniale, non sussistono più i termini per concedere la proroga per la custodia e l'esposizione temporanea degli stessi reperti nella sede di piazza Umberto I».
La replica piccata della Pro Loco non si è fatta attendere ed è stata dura: «Quella missiva è frutto di una ripicca che l'Amministrazione comunale sta perseguendo ai danni della nostra associazione», hanno voluto evidenziare. Ma perché ci sarebbe stata questa paventata "ripicca"?
La Pro Loco, per fare un po' d'ordine, era l'associazione che aveva interpellato la stessa Soprintendenza ionica per un parere sugli scavi relativi al progetto di riqualificazione di via Marina, cassati come improponibili dalla stessa. Ecco dunque l'altro capitolo della vicenda: la Pro Loco sospetta di aver messo i bastoni fra le ruote a Depalma ed i suoi su quel progetto e che dunque questi ultimi meditassero una sorta di vendetta. Ma in realtà, nelle ultime giornate, vi sono stati nuovi sopralluoghi della Soprintendenza di Taranto e di quella di Bari ai Beni Artistici e Paesaggistici che, congiuntamente, hanno verificato lo stato del progetto. Secondo fonti vicine a Palazzo di Città, starebbe per arrivare un parere unanime di approvazione che chiuderebbe il cerchio e farebbe partire il cantiere di via Marina. E tutto questo sarà verificabile, continuano dagli uffici comunali, a breve, quando i due Enti, quello barese e quello ionico, metteranno nero su bianco.
In attesa che si risolvano questi aspetti, la Pro Loco ha ricevuto anche una sorta di sfratto dall'Amministrazione comunale che, come confermato dal primo cittadino, sta «procedendo con nuovi regolamenti che prevedono la sottoscrizione di contratti di fitto, cosa a cui la Pro Loco - chiosa il Sindaco - non ha mai adempiuto». A volerla dire tutta, esiste dagli anni '60 un accordo per una locazione sostanzialmente gratuita dei locali di piazza Umberto I, che è comprensibile vada rivista. Dalla Pro Loco, però, ammoniscono che i tempi restano sospetti e che il Comune vuole liberare «la sede che occupiamo a favore di un non meglio precisato "Urban center"», una sorta di centro informazioni per i progetti posti in essere dall'Amministrazione. La Pro Loco passerebbe proprio nel locale attiguo all'attuale sede.
Brutta gatta da pelare, se non fosse che il problema dei reperti di cui vi abbiamo scritto in apertura resta irrisolto. La Soprintendenza li richiede, ed ora?
Da Palazzo di Città tranquillizzano: si riscriverà la convenzione ed il Comune di Giovinazzo manterrà i reperti. Ed inoltre insistono su un punto: «I pareri della Soprintendenza ionica li abbiamo sempre rispettati, anche quando erano negativi per noi ed è assurdo collegarli con altre questioni locali che nulla hanno a che vedere con questa vicenda. Vorremmo - spiegano - che questa posizione fosse comune a tutti e che si rispettassero le decisioni di un Ente terzo competente». In Pro Loco non ci stanno e preannunciano battaglia su più fronti, sentendosi defraudati di una storia di impegno per la cittadinanza durato tanti anni e che continua a coinvolgere uomini e donne di Giovinazzo.
La saga, purtroppo, ha tutta l'aria di poter continuare. Il nostro auspicio, invece, è che ci si risieda a tavolino, si smussino le divergenze nel rispetto dei pareri vincolanti ineludibili e si ricominci, tutti assieme, a remare nella stessa direzione, l'unica possibile: il bene dell'intera comunità giovinazzese. Inutile continuare a spargere veleni, da qualunque parte arrivino. C'è una importante stagione turistica da affrontare ed uniti, con molte competenze in gioco, si potrà fornire un'accoglienza adeguata ai tanti che, anche quest'anno, sceglieranno di soggiornare in questa parte di Puglia.