Attualità
Antenne su Palazzo di Città, il TAR dà ragione al Comune di Giovinazzo
L'Assessore Depalo: «Cupa pagina che andava cancellata»
Giovinazzo - giovedì 23 aprile 2020
Comunicato Stampa
Di seguito una nota di Palazzo di Città.
Il Comune di Giovinazzo può procedere allo sgombero degli impianti di telefonia mobile installati sul terrazzo di Palazzo di Città. A seguito di un lungo contenzioso, il Comune di Giovinazzo difeso dall'avv. Ciro Testini, ha visto riconosciuta la correttezza e legittimità del proprio operato.
Con sentenza n. 516 del 21.4.2020 il TAR Bari, sez. III, dopo aver riunito i ricorsi proposti, ha ritenuto pienamente legittimi i provvedimenti adottati dall'Amministrazione, atteso che gli stessi sono correttamente motivati sulla intervenuta decorrenza del termine finale del contratto di concessione e la scadenza della concessione impone la restituzione del sito comunale, rientrante nel patrimonio indisponibile. Tale pronuncia riveste particolare interesse anche perché è stato affermato il principio di matrice comunitaria secondo cui "la scelta del concessionario deve avvenire attraverso procedure concorsuali" sicché non esiste alcun diritto del concessionario al rinnovo automatico della concessione.
La vicenda parte da lontano, con una determinazione dirigenziale del 21.11.2017, con cui il Comune di Giovinazzo ordinava la rimozione delle infrastrutture di telefonia mobile presenti sul lastrico solare della Casa Comunale, per decorrenza del termine di validità del contratto di concessione. Avverso tale ordinanza insorgevano sia il concessionario, sia una compagnia telefonica proponendo ricorso dinanzi al TAR Bari invocando l'essenzialità del servizio offerto e le previsioni del locale regolamento comunale per l'insediamento di infrastrutture per telecomunicazioni e la minimizzazione dell'esposizione ai campi elettromagnetici, ritenendo che competesse al Comune individuare una nuova sede prima della rimozione.
Oggi il TAR ha dato ragione al Comune e finalmente potrà essere liberata dalla vista delle antenne una delle più belle piazze della Puglia.
«Battersi contro le multinazionali è battaglia durissima, ma noi rivendichiamo rispetto per la bellezza della nostra piazza - dichiara il sindaco, Tommaso Depalma -. La tecnologia deve certamente avere il suo spazio, ma non può offendere la bellezza dei nostri luoghi più rappresentativi. Spero di vedere, quanto prima, Palazzo di Città libero da quelle orrende propaggini e sono certo che la maggior parte dei giovinazzesi la penserà come me».
Al commento del primo cittadino si aggiunge la soddisfazione dell'assessore al ramo, Gaetano Depalo, che si era opposto al rinnovo del contratto e aveva cristallizzato la naturale scadenza dello stesso attivando, attraverso gli uffici, le procedure per la rimozione delle antenne.
«Un'altra cupa pagina che proviene dal passato e che andava cancellata - commenta Depalo -. Ovviamente le antenne andranno rimosse dando esecuzione all'ordinanza del 2017, ma non si può escludere un ricorso al Consiglio di Stato ma. Se così sarà, ci opporremo per tutelare una scelta che fu contestata dall'intera città ma che comunque, altri amministratori, non gli attuali,decisero di non considerare».
Il Comune di Giovinazzo può procedere allo sgombero degli impianti di telefonia mobile installati sul terrazzo di Palazzo di Città. A seguito di un lungo contenzioso, il Comune di Giovinazzo difeso dall'avv. Ciro Testini, ha visto riconosciuta la correttezza e legittimità del proprio operato.
Con sentenza n. 516 del 21.4.2020 il TAR Bari, sez. III, dopo aver riunito i ricorsi proposti, ha ritenuto pienamente legittimi i provvedimenti adottati dall'Amministrazione, atteso che gli stessi sono correttamente motivati sulla intervenuta decorrenza del termine finale del contratto di concessione e la scadenza della concessione impone la restituzione del sito comunale, rientrante nel patrimonio indisponibile. Tale pronuncia riveste particolare interesse anche perché è stato affermato il principio di matrice comunitaria secondo cui "la scelta del concessionario deve avvenire attraverso procedure concorsuali" sicché non esiste alcun diritto del concessionario al rinnovo automatico della concessione.
La vicenda parte da lontano, con una determinazione dirigenziale del 21.11.2017, con cui il Comune di Giovinazzo ordinava la rimozione delle infrastrutture di telefonia mobile presenti sul lastrico solare della Casa Comunale, per decorrenza del termine di validità del contratto di concessione. Avverso tale ordinanza insorgevano sia il concessionario, sia una compagnia telefonica proponendo ricorso dinanzi al TAR Bari invocando l'essenzialità del servizio offerto e le previsioni del locale regolamento comunale per l'insediamento di infrastrutture per telecomunicazioni e la minimizzazione dell'esposizione ai campi elettromagnetici, ritenendo che competesse al Comune individuare una nuova sede prima della rimozione.
Oggi il TAR ha dato ragione al Comune e finalmente potrà essere liberata dalla vista delle antenne una delle più belle piazze della Puglia.
«Battersi contro le multinazionali è battaglia durissima, ma noi rivendichiamo rispetto per la bellezza della nostra piazza - dichiara il sindaco, Tommaso Depalma -. La tecnologia deve certamente avere il suo spazio, ma non può offendere la bellezza dei nostri luoghi più rappresentativi. Spero di vedere, quanto prima, Palazzo di Città libero da quelle orrende propaggini e sono certo che la maggior parte dei giovinazzesi la penserà come me».
Al commento del primo cittadino si aggiunge la soddisfazione dell'assessore al ramo, Gaetano Depalo, che si era opposto al rinnovo del contratto e aveva cristallizzato la naturale scadenza dello stesso attivando, attraverso gli uffici, le procedure per la rimozione delle antenne.
«Un'altra cupa pagina che proviene dal passato e che andava cancellata - commenta Depalo -. Ovviamente le antenne andranno rimosse dando esecuzione all'ordinanza del 2017, ma non si può escludere un ricorso al Consiglio di Stato ma. Se così sarà, ci opporremo per tutelare una scelta che fu contestata dall'intera città ma che comunque, altri amministratori, non gli attuali,decisero di non considerare».