Angelo Domenico Depalma
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Politica

Angelo Domenico Depalma: «Non scendo in campo. Non ci sono i tempi»

La nostra intervista al magistrato in vista delle elezioni amministrative 2022

Breve, ma pregna di significato.

La nostra intervista al giudice Angelo Domenico Depalma, uomo stimatissimo in città, che nell'ultimo periodo prima del pensionamento è stato Procuratore reggente a Venezia, è stata così: rapida, ma densa di argomenti. Sullo sfondo le elezioni amministrative che potrebbero tenersi, epidemia da Covid permettendo, in maggio. A lui, all'uomo delle istituzioni, è stato chiesto da più parti di candidarsi a sindaco, in un momento storico particolare come quello che sta vivendo la città di Giovinazzo.
E ciò che leggerete è il sunto della nostra chiacchierata telefonica.

Giudice, la ringraziamo per l'opportunità che ci dà di chiarire la sua posizione in vista delle elezioni amministrative ormai prossime. È vero che scende in campo? I rumors si sono susseguiti con insistenza nelle ultime settimane.
Beh, intanto grazie a voi per avermi ospitato sulle vostre pagine. Direi che la notizia sino a qualche giorno fa poteva avere un fondamento, ma l'indirizzo del Governo, che va palesandosi nelle ultime ore, di farle svolgere in primavera, non mi permetterebbe di allestire una campagna elettorale degna di tal nome.

Quindi c'era questa idea, ma i tempi sono stretti. Abbiamo capito bene?
Più che da me, direi che l'idea era venuta a diversi cittadini rimasti nell'ombra in questi anni, un po' soffocati dalla politica giovinazzese che fa fatica a rinnovarsi. Mi era stato chiesto e non me lo aveva di certo prescritto il medico, vista la mia posizione e la mia atavica apatia (sorride...). Ed una riflessione era effettivamente nata. Vede, ho percepito in questi ultimi anni una certa insofferenza di una parte della cittadinanza locale - per la verità in passato spesso indolente e lontana dalle vicende della cosa pubblica - rispetto al modo di condurre l'amministrazione civica e mi sembra un sentimento crescente.

Cosa dunque l'avrebbe convinta a candidarsi?
La necessità di una politica e di un'amministrazione in grado di offrire trasparenza. Ecco, vorrei che si tornasse a tutelare i diritti di tutti, meglio di quanto non sia stato fatto finora, penso a campi quali l'urbanistica, ad esempio, in cui occorre tanta competenza perché materia delicatissima e non improvvisazione.

Lei è stato uomo delle istituzioni in diverse parti d'Italia. Che cosa manca a Giovinazzo per essere più forte, più riconosciuta al di fuori dei confini comunali, diciamo anche meno provinciale?
Io penso che tutti i secondi mandati dei sindaci siano un po' una iattura, non si riesce più ad essere incisivi quanto nel primo mandato. Ma al di là di una considerazione sull'immediato, mi pare di poter dire che Giovinazzo abbia bisogno di competenza e del ritorno ad una parte attiva in politica di alcuni intellettuali, ma anche di giovani con grandi capacità, che guidino una rinascita, anche alla luce di quanto leggiamo in questi giorni sui giornali cittadini. Da osservatore esterno, Giovinazzo mi pare lontana 50 anni da altre realtà e 50 anni indietro nel modo di pensare alla politica.

Diamo quindi per certa una sua rinuncia?
Se si votasse in primavera ci sarebbero tempi stretti, l'ho detto. A meno che non venga "assediato" nelle prossime settimane da coloro che mi avevano proposto di scendere in campo... (sorride di nuovo)

Ultima domanda: suo figlio Vito appoggerà la candidatura di Michele Sollecito a sindaco. Cosa ne pensa?
Se scendessi in campo non lo farei "contro" qualcuno, non voglio essere frainteso. C'è bisogno di rinnovare il modo di pensare alla politica ed alla pubblica amministrazione, questo certamente, ma è un discorso lungo e complesso. Ciascuno fa le sue scelte liberamente. Quanto avevo da dire, l'ho detto.


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