Politica
Amministrative 2017, chiacchierata con Michele Decicco
Uno sguardo oltre il risultato elettorale con un "non" candidato vicino a PrimaVera Alternativa
Giovinazzo - lunedì 3 luglio 2017
12.55
Gli occhi quando parla di politica gli brillano, perché per lui non ha mai voluto dire interessi da difendere, fette di torta da spartire, ma pura passione. Passione che fa rima con ideologia, in questo caso socialista.
Michele Decicco, 61 anni, da 39 in Rai, è il nostro primo interlocutore in quelle che abbiamo ribattezzato "chiacchierate informali" con persone che sono state parte attiva della campagna elettorale appena terminata. A lui abbiamo chiesto di farci un quadro di quanto accaduto nel suo campo, quello vicino a Daniele de Gennaro, cercando di carpire qualche inedito e soprattutto di fare una lettura attenta del risultato scaturito dalle urne. Pertanto, ciò che troverete scritto vuol rappresentare davvero una chiacchierata tra amici al bar, senza formalismi di sorta, ma non per questo meno ricca di spunti per voi lettori.
Domani vi riporteremo un'altra chiacchierata, sul fronte opposto, con Enzo Fusaro, l'uomo ovunque del dietro le quinte della campagna elettorale di Tommaso Depalma.
L'abbiamo vista entusiasta di questa esperienza. Ci sbagliamo?
Io il "lei" non lo gradisco. Per voi della stampa locale è assolutamente concesso il "tu", altrimenti non ha senso essere qui al bar.
Ok, resetto. Dimmi perché questa avventura iniziata in ottobre ti è piaciuta così tanto.
Beh, per chi ha fatto politica attiva negli anni '70, come è capitato a me che ero e resto un socialista, questa partecipazione giovanile, questa voglia di esserci, di lottare per le proprie idee, ha risvegliato qualcosa dentro, riportandomi indietro nel tempo. Ed ho scoperto, mio malgrado, che ci sono tanti giovani non solo con idee buone, ma anche con capacità e formazione notevoli per portarle avanti. In quel contesto è poi venuto quasi naturale rimettersi in gioco, così come hanno fatto vecchi amici di tante battaglie che ho potuto rincontrare.
Immagino ti riferisca ai giovani ed ai meno giovani della tua parte politica. Sbaglio?
Esatto, posso parlare di quelli a me più vicini. Vedi, con lo sgretolamento dei partiti tradizionali e con una crisi del PD che ha varie chiavi di lettura, era importante cercare di ripartire da zero a sinistra e mi pare ci siamo riusciti. PrimaVera Alternativa è stata non solo capace di intercettare l'entusiasmo e le proposte di quei giovani, ma sono convinto riuscirà nei prossimi cinque anni a forgiare una nuova classe dirigente. Aspetto non da poco, permettimi. E poi credo che il risultato di PVA associato a quello di X de Gennaro Sindaco significhi proprio che siamo riusciti ad intercettare consensi là dove i partiti tradizionali stavano fallendo.
E sul ballottaggio che mi dici? Che analisi faresti?
Partiamo da due importanti presupposti. Quando si arriva al ballottaggio, io penso si riparta da zero e su questo punto concordo con Antonello Natalicchio. Inoltre proprio da lui, dal suo rimettersi in gioco, sono arrivati a Daniele de Gennaro circa il 70% dei consensi che erano andati al PD nel primo turno. E poi c'è l'altra considerazione, che invece riguarda la partenza ad handicap nostra, che nel primo turno avevamo affrontato ben 8 liste. È stata difficile quella rimonta, ma ripeto, l'apporto di chi ha seguito le indicazioni di Natalicchio c'è stato eccome e si è visto, perché abbiamo toccato quasi il 48%.
Scusami, ma allora cosa non ha funzionato per raggiungere il successo?
Non ha funzionato l'ultimo step. Intendo dire che al ballottaggio non si può fare 2+2 e quindi pacchetti di voti andati a Natalicchio al primo turno sono finiti a Depalma. Lo stesso Sindaco uscente è stato bravo, diciamo così, a mantenere i voti del primo turno, ma come quei voti aggiuntivi siano finiti da quella parte non sta di certo a me dirlo. Resta il fatto chiarissimo che ci sono finiti e che sarebbero bastati per ribaltare il verdetto del primo turno. Pazienza.
Secondo te quando c'è stato quello che io definisco il "controsorpasso" di Depalma ?
Condivido con te quanto scritto e cioè che qualcosa sia accaduto nell'ultima settimana prima del ballottaggio, quando Daniele era in vantaggio. Depalma ha fatto due cose intelligenti: una buona campagna social, che ha fatto presa moltissimo, ed ha tirato dentro i giovani anche lui. Io ho pensato che si fosse tornati un po' sotto nelle ultimissime sere, anche se non ho mai fatto trasparire nulla con i ragazzi che ci stavano mettendo anima e corpo. Non lo meritavano. Mi ripeto: non so esattamente come alcuni pacchetti di voti siano arrivati sull'altro versante.
Quindi ora tocca fare opposizione?
Certo, e bisogna farla con serietà, perché è presidio di democrazia. Chi siederà in Consiglio comunale saprà bene come farla, ne sono certissimo.
Cosa ti ha infastidito in questa campagna elettorale?
Allora... Ho sempre pensato che la campagna elettorale fosse un momento di confronto, anche di scontro, non sono un pivello, ho la mia esperienza. Ma lo scontro, a mio avviso, sarebbe dovuto rimanere sul binario della lealtà. Ci scorniamo politicamente e ci rispettiamo come persone. Così non è stato e questo mi dispiace tanto. Non ho amato i toni con cui spesso si è parlato dell'ambiente cattolico, per esempio, tirato per la giacchetta, quasi strattonato di qua e di là e non mi sono piaciute alcune uscite del Sindaco, dall'attacco a Vincenzo Castrignano, fino a giungere al concetto di "fustigatore" dei dipendenti comunali "infedeli". Ecco, quello, da uomo di sinistra, è un termine che mi fa paura, non mi piace, mi ricorda regimi autoritari.
Ma è vero che hai una parentela con il Sindaco?
Sì, con Tommaso ho una lontana parentela avendo una zia che è cugina di suo padre.
Vabbè ma il caffè me lo paghi tu?
Certo, con piacere, già fatto.
Ok, grazie. Però prima di congedarci so che ci tieni a dire qualcosa, attraverso il nostro portale, alla gente di Giovinazzo. Un qualcosa che condivido appieno.
Tu ricordasti Angelo Depalma in una tua bella lettera aperta all'indomani della sua scomparsa, cosa che apprezzai tanto. Ecco, a me manca molto Angelo, mi sono chiesto tante volte, durante questa campagna elettorale, cosa ci avrebbe consigliato, quanto sarebbe stato utile per smorzare i toni, quali spunti ci avrebbe offerto il suo acume, conosciuto sin dai tempi dell'Ulivo. Una persona di quella levatura manca, non solo alla sua parte politica, ma a tutto il paese, perché capace di guardare oltre il contingente. Sì, a lui rivolgo il mio saluto e lo ringrazio per quello che ci ha insegnato, lui che in questo progetto politico ci aveva creduto sin dall'inizio.
Michele Decicco, 61 anni, da 39 in Rai, è il nostro primo interlocutore in quelle che abbiamo ribattezzato "chiacchierate informali" con persone che sono state parte attiva della campagna elettorale appena terminata. A lui abbiamo chiesto di farci un quadro di quanto accaduto nel suo campo, quello vicino a Daniele de Gennaro, cercando di carpire qualche inedito e soprattutto di fare una lettura attenta del risultato scaturito dalle urne. Pertanto, ciò che troverete scritto vuol rappresentare davvero una chiacchierata tra amici al bar, senza formalismi di sorta, ma non per questo meno ricca di spunti per voi lettori.
Domani vi riporteremo un'altra chiacchierata, sul fronte opposto, con Enzo Fusaro, l'uomo ovunque del dietro le quinte della campagna elettorale di Tommaso Depalma.
L'abbiamo vista entusiasta di questa esperienza. Ci sbagliamo?
Io il "lei" non lo gradisco. Per voi della stampa locale è assolutamente concesso il "tu", altrimenti non ha senso essere qui al bar.
Ok, resetto. Dimmi perché questa avventura iniziata in ottobre ti è piaciuta così tanto.
Beh, per chi ha fatto politica attiva negli anni '70, come è capitato a me che ero e resto un socialista, questa partecipazione giovanile, questa voglia di esserci, di lottare per le proprie idee, ha risvegliato qualcosa dentro, riportandomi indietro nel tempo. Ed ho scoperto, mio malgrado, che ci sono tanti giovani non solo con idee buone, ma anche con capacità e formazione notevoli per portarle avanti. In quel contesto è poi venuto quasi naturale rimettersi in gioco, così come hanno fatto vecchi amici di tante battaglie che ho potuto rincontrare.
Immagino ti riferisca ai giovani ed ai meno giovani della tua parte politica. Sbaglio?
Esatto, posso parlare di quelli a me più vicini. Vedi, con lo sgretolamento dei partiti tradizionali e con una crisi del PD che ha varie chiavi di lettura, era importante cercare di ripartire da zero a sinistra e mi pare ci siamo riusciti. PrimaVera Alternativa è stata non solo capace di intercettare l'entusiasmo e le proposte di quei giovani, ma sono convinto riuscirà nei prossimi cinque anni a forgiare una nuova classe dirigente. Aspetto non da poco, permettimi. E poi credo che il risultato di PVA associato a quello di X de Gennaro Sindaco significhi proprio che siamo riusciti ad intercettare consensi là dove i partiti tradizionali stavano fallendo.
E sul ballottaggio che mi dici? Che analisi faresti?
Partiamo da due importanti presupposti. Quando si arriva al ballottaggio, io penso si riparta da zero e su questo punto concordo con Antonello Natalicchio. Inoltre proprio da lui, dal suo rimettersi in gioco, sono arrivati a Daniele de Gennaro circa il 70% dei consensi che erano andati al PD nel primo turno. E poi c'è l'altra considerazione, che invece riguarda la partenza ad handicap nostra, che nel primo turno avevamo affrontato ben 8 liste. È stata difficile quella rimonta, ma ripeto, l'apporto di chi ha seguito le indicazioni di Natalicchio c'è stato eccome e si è visto, perché abbiamo toccato quasi il 48%.
Scusami, ma allora cosa non ha funzionato per raggiungere il successo?
Non ha funzionato l'ultimo step. Intendo dire che al ballottaggio non si può fare 2+2 e quindi pacchetti di voti andati a Natalicchio al primo turno sono finiti a Depalma. Lo stesso Sindaco uscente è stato bravo, diciamo così, a mantenere i voti del primo turno, ma come quei voti aggiuntivi siano finiti da quella parte non sta di certo a me dirlo. Resta il fatto chiarissimo che ci sono finiti e che sarebbero bastati per ribaltare il verdetto del primo turno. Pazienza.
Secondo te quando c'è stato quello che io definisco il "controsorpasso" di Depalma ?
Condivido con te quanto scritto e cioè che qualcosa sia accaduto nell'ultima settimana prima del ballottaggio, quando Daniele era in vantaggio. Depalma ha fatto due cose intelligenti: una buona campagna social, che ha fatto presa moltissimo, ed ha tirato dentro i giovani anche lui. Io ho pensato che si fosse tornati un po' sotto nelle ultimissime sere, anche se non ho mai fatto trasparire nulla con i ragazzi che ci stavano mettendo anima e corpo. Non lo meritavano. Mi ripeto: non so esattamente come alcuni pacchetti di voti siano arrivati sull'altro versante.
Quindi ora tocca fare opposizione?
Certo, e bisogna farla con serietà, perché è presidio di democrazia. Chi siederà in Consiglio comunale saprà bene come farla, ne sono certissimo.
Cosa ti ha infastidito in questa campagna elettorale?
Allora... Ho sempre pensato che la campagna elettorale fosse un momento di confronto, anche di scontro, non sono un pivello, ho la mia esperienza. Ma lo scontro, a mio avviso, sarebbe dovuto rimanere sul binario della lealtà. Ci scorniamo politicamente e ci rispettiamo come persone. Così non è stato e questo mi dispiace tanto. Non ho amato i toni con cui spesso si è parlato dell'ambiente cattolico, per esempio, tirato per la giacchetta, quasi strattonato di qua e di là e non mi sono piaciute alcune uscite del Sindaco, dall'attacco a Vincenzo Castrignano, fino a giungere al concetto di "fustigatore" dei dipendenti comunali "infedeli". Ecco, quello, da uomo di sinistra, è un termine che mi fa paura, non mi piace, mi ricorda regimi autoritari.
Ma è vero che hai una parentela con il Sindaco?
Sì, con Tommaso ho una lontana parentela avendo una zia che è cugina di suo padre.
Vabbè ma il caffè me lo paghi tu?
Certo, con piacere, già fatto.
Ok, grazie. Però prima di congedarci so che ci tieni a dire qualcosa, attraverso il nostro portale, alla gente di Giovinazzo. Un qualcosa che condivido appieno.
Tu ricordasti Angelo Depalma in una tua bella lettera aperta all'indomani della sua scomparsa, cosa che apprezzai tanto. Ecco, a me manca molto Angelo, mi sono chiesto tante volte, durante questa campagna elettorale, cosa ci avrebbe consigliato, quanto sarebbe stato utile per smorzare i toni, quali spunti ci avrebbe offerto il suo acume, conosciuto sin dai tempi dell'Ulivo. Una persona di quella levatura manca, non solo alla sua parte politica, ma a tutto il paese, perché capace di guardare oltre il contingente. Sì, a lui rivolgo il mio saluto e lo ringrazio per quello che ci ha insegnato, lui che in questo progetto politico ci aveva creduto sin dall'inizio.