Vita di città
Altarini di San Giuseppe, la devozione che diventa tradizione
Oggi l'atteso appuntamento annuale nelle case dei privati e nella sede Anffas. Mons. Cornacchia nella parrocchia di via Dogali
Giovinazzo - martedì 19 marzo 2019
Le belle tradizioni, quelle che connotano l'identità cittadina, sono patrimonio da custodire e preservare gelosamente, con la premura di tramandare quelle specificità che le rendono particolari, uniche.
Quella degli altarini in onore di San Giuseppe è certamente in cima alla lista delle tradizioni che i giovinazzesi, con amore ed orgoglio, mantengono anno dopo anno, come custodi di un tesoro inestimabile. Ecco perché stasera, 19 marzo, sarà certamente rispettata la consuetudine di allestire altari in garage o angoli di casa, abbellendoli con candele e splendidi fiori profumati, come segno di immensa fede e profonda devozione al protettore delle famiglie. Importante l'appuntamento con quello allestito nella sede Anffas in via Giuliodibari, a metà strada tra religiosità e solidarietà, probabili quelli in via Marziani, via Sottotenente de Ceglie, via Piscitelli quasi angolo via Bitonto e via Crocifisso.
Sin dal pomeriggio, la città si animerà per rinnovare quell'irrinunciabile rito che prevede il disporsi in fila per potersi raccogliere in preghiera dinnanzi alla statuina di San Giuseppe o anche solo farsi un segno della croce. Poi, si sa, dopo il dovere viene anche il piacere, ed allora non si potrà dire di no a tarallini e cuoricini, quest'ultimi da tenere per ricordo o da conservare come rimedio al maltempo quando fulmini e saette si abbattono senza sosta, distribuiti generosamente dalle laboriose mani delle padrone di casa.
Prima ancora di recarsi in pellegrinaggio agli altarini, per celebrare ancora più intensamente la giornata in onore di San Giuseppe e di tutti i papà, molti saranno coloro che assisteranno alla Celebrazione Eucaristica presieduta da Mons. Cornacchia, fissata per le ore 18.30 presso la Parrocchia San Giuseppe, culmine di dieci giorni di preparazione che la chiesa di via Dogali ha dedicato al proprio Patrono.
Parafrasando un pensiero di Igor Stravinskij, finché una tradizione sarà, non espressione di un passato remoto, ma ispirazione per un presente vivo e pulsante, c'è da sperare che il tempo non scalfisca usi e costumi di una comunità che non vuole perdere l'essenza di ciò che è stata e ciò che è. Gli altarini di San Giuseppe sono simbolo di questa testarda volontà collettiva, con la fede a far da potente collante tra ritualità e folklore.
Quella degli altarini in onore di San Giuseppe è certamente in cima alla lista delle tradizioni che i giovinazzesi, con amore ed orgoglio, mantengono anno dopo anno, come custodi di un tesoro inestimabile. Ecco perché stasera, 19 marzo, sarà certamente rispettata la consuetudine di allestire altari in garage o angoli di casa, abbellendoli con candele e splendidi fiori profumati, come segno di immensa fede e profonda devozione al protettore delle famiglie. Importante l'appuntamento con quello allestito nella sede Anffas in via Giuliodibari, a metà strada tra religiosità e solidarietà, probabili quelli in via Marziani, via Sottotenente de Ceglie, via Piscitelli quasi angolo via Bitonto e via Crocifisso.
Sin dal pomeriggio, la città si animerà per rinnovare quell'irrinunciabile rito che prevede il disporsi in fila per potersi raccogliere in preghiera dinnanzi alla statuina di San Giuseppe o anche solo farsi un segno della croce. Poi, si sa, dopo il dovere viene anche il piacere, ed allora non si potrà dire di no a tarallini e cuoricini, quest'ultimi da tenere per ricordo o da conservare come rimedio al maltempo quando fulmini e saette si abbattono senza sosta, distribuiti generosamente dalle laboriose mani delle padrone di casa.
Prima ancora di recarsi in pellegrinaggio agli altarini, per celebrare ancora più intensamente la giornata in onore di San Giuseppe e di tutti i papà, molti saranno coloro che assisteranno alla Celebrazione Eucaristica presieduta da Mons. Cornacchia, fissata per le ore 18.30 presso la Parrocchia San Giuseppe, culmine di dieci giorni di preparazione che la chiesa di via Dogali ha dedicato al proprio Patrono.
Parafrasando un pensiero di Igor Stravinskij, finché una tradizione sarà, non espressione di un passato remoto, ma ispirazione per un presente vivo e pulsante, c'è da sperare che il tempo non scalfisca usi e costumi di una comunità che non vuole perdere l'essenza di ciò che è stata e ciò che è. Gli altarini di San Giuseppe sono simbolo di questa testarda volontà collettiva, con la fede a far da potente collante tra ritualità e folklore.