Eventi e cultura
Alla Vedetta “Verso possibili approdi”
Fino al 6 gennaio una mostra sui relitti dei nostri mari e sulle loro storie
Giovinazzo - sabato 6 dicembre 2014
0.17
«I viaggi terminano, gli uomini muoiono, le storie vengono dimenticate e le navi, pure quelle, in un modo o nell'altro se ne vanno. Così alla fine restano solamente i relitti», scrive Alberto Cavanna, scrittore e premio "Bancarella 2004". I relitti sono quindi lo strumento più importante e affascinante per ricostruire grandi storie di navi e soprattutto di uomini.
Ed è così che un accurato censimento sui relitti nell'Adriatico e nello Jonio pugliese diventa una mostra. "Verso possibili approdi", il titolo dell'esposizione, voluta dalla "Vedetta sul Mediterraneo" e "Il Giardino Mediterraneo", che si inaugura oggi presso la ex stazione di "Vedetta della Marina". La mostra fotografica è il prodotto di un lungo lavoro di ricerca, catalogazione e classificazione di circa 80 navi di epoche diverse, naufragate al largo delle coste pugliesi. Grazie alla collaborazione dei fotografi della "Vedetta", come Umberto Raganato, e del nucleo barese dei Carabinieri subacquei, è stato realizzata una scheda iconografica per ogni imbarcazione, che sarà esposta assieme alla ricostruzione della storia di ogni affondamento.
Una storia romanzata, così hanno voluto i curatori della mostra, come quella del "Lombardo", la nave con la quale Garibaldi sbarcò a Marsala e che riposa attualmente nei fondali delle isole Tremiti, o del sommergibile "Pietro Micca", naufragato a Santa Maria di Leuca, o ancora del liberty americano Samuel Tilden, che venne affondato nel bombardamento di Bari del 2 dicembre 1943. Un lavoro certosino, alla fine, che rappresenta un patrimonio di identità e di memoria. «Quei relitti - ha affermato il presidente della "Vedetta", Nicolò Carnimeo - hanno una triplice valenza. Sono un sacrario sommerso, che custodisce ancora oggi i corpi di tanti marinai morti nei naufragi, sono un scrigno biologico per via del ripopolamento attuato dalla fauna ittica, può rivelarsi anche un luogo di interesse turistico-subacqueo che fa crescere la Blue Economy».
L'inaugurazione della mostra, sarà inaugurata questo pomeriggio alle ore 17.30, alla presenza di Stefano Medas, presidente dell'Istituto Nazionale di Archeologia ed Etnologia Navale, di Daniela Daloiso, Angela Tursi, Annarita Somma, Nicolò Carnimeo, Giuseppe Fuggiano e Paolo Miraglino. L'evento della Vedetta sul Mediterraneo, organizzato con il patrocinio della Biblioteca Regionale della Puglia, dell'Assessorato al Mediterraneo e l'Istiaen, l'istituto di archeologia navale che ha sede a Venezia, si preannuncia come itinerante per l'importanza del lavoro di ricerca che anticipa l'esposizione ed è solo il punto di partenza di un lungo studio storico e iconografico che sarà implementato con nuove ricerche con l'obiettivo finale di creare un volume sui relitti.
Ed è così che un accurato censimento sui relitti nell'Adriatico e nello Jonio pugliese diventa una mostra. "Verso possibili approdi", il titolo dell'esposizione, voluta dalla "Vedetta sul Mediterraneo" e "Il Giardino Mediterraneo", che si inaugura oggi presso la ex stazione di "Vedetta della Marina". La mostra fotografica è il prodotto di un lungo lavoro di ricerca, catalogazione e classificazione di circa 80 navi di epoche diverse, naufragate al largo delle coste pugliesi. Grazie alla collaborazione dei fotografi della "Vedetta", come Umberto Raganato, e del nucleo barese dei Carabinieri subacquei, è stato realizzata una scheda iconografica per ogni imbarcazione, che sarà esposta assieme alla ricostruzione della storia di ogni affondamento.
Una storia romanzata, così hanno voluto i curatori della mostra, come quella del "Lombardo", la nave con la quale Garibaldi sbarcò a Marsala e che riposa attualmente nei fondali delle isole Tremiti, o del sommergibile "Pietro Micca", naufragato a Santa Maria di Leuca, o ancora del liberty americano Samuel Tilden, che venne affondato nel bombardamento di Bari del 2 dicembre 1943. Un lavoro certosino, alla fine, che rappresenta un patrimonio di identità e di memoria. «Quei relitti - ha affermato il presidente della "Vedetta", Nicolò Carnimeo - hanno una triplice valenza. Sono un sacrario sommerso, che custodisce ancora oggi i corpi di tanti marinai morti nei naufragi, sono un scrigno biologico per via del ripopolamento attuato dalla fauna ittica, può rivelarsi anche un luogo di interesse turistico-subacqueo che fa crescere la Blue Economy».
L'inaugurazione della mostra, sarà inaugurata questo pomeriggio alle ore 17.30, alla presenza di Stefano Medas, presidente dell'Istituto Nazionale di Archeologia ed Etnologia Navale, di Daniela Daloiso, Angela Tursi, Annarita Somma, Nicolò Carnimeo, Giuseppe Fuggiano e Paolo Miraglino. L'evento della Vedetta sul Mediterraneo, organizzato con il patrocinio della Biblioteca Regionale della Puglia, dell'Assessorato al Mediterraneo e l'Istiaen, l'istituto di archeologia navale che ha sede a Venezia, si preannuncia come itinerante per l'importanza del lavoro di ricerca che anticipa l'esposizione ed è solo il punto di partenza di un lungo studio storico e iconografico che sarà implementato con nuove ricerche con l'obiettivo finale di creare un volume sui relitti.