Bollino rosso per Giovinazzo
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Alga tossica tra Molfetta e Giovinazzo: la nostra intervista all'esperto

Abbiamo sentito Nicola Ungaro, Direttore dell'U.O.C. Ambienti naturali - Centro regionale mare

Vacanze o giornate in spiaggia a rischio per colpa dell'alga tossica? Assolutamente no. Questa è stata la risposta degli esperti che da anni monitorano le acque pugliesi e che hanno confermato come non ci sia un rischio concreto di annullare le vacanze per i bagnanti dei litorali rocciosi. Le concentrazioni piuttosto elevate tra Molfetta e Giovinazzo, rilevate da ARPA Puglia al 15 luglio, mete preferite dai terlizzesi, hanno messo in allarme più di qualcuno.

Abbiamo quindi chiesto alcune delucidazioni sulla presenza dell'Ostreopsis Ovata nelle nostre acque e sui possibili rischi e soluzioni a Nicola Ungaro, Direttore dell'U.O.C. Ambienti naturali - Centro regionale mare.
«La situazione attuale è in linea con gli anni precedenti - rassicura Ungaro - ad eccezione di una piccola fluttuazione tra i mesi di giugno e luglio. Tra i siti in cui si sta sviluppando la fioritura di questa microalga ci sono quelli del nord barese e - specifica il direttore - i tratti di litorale interessati sono solo quelli rocciosi e non sabbiosi. Questo perché l'alga tossica si sviluppa solo sui fondali di tipo roccioso».

Ma come possiamo accorgerci della presenza dell' alga tossica?
«In realtà non è visibile a occhio nudo perché si tratta di una microalga molto simile al plancton, proprio per il suo essere microscopica, che vive sul fondale roccioso e si può sviluppare anche su alghe più grandi formando una sorta di pellicola. Quello che l'uomo può vedere è solo la pellicola che attecchisce ad alghe molto più grandi e presenti sulla superficie delle acque».

Quindi l'Ostreopsis come fa a salire in superficie se vive sui fondali rocciosi?
«Se ci sono forti mareggiate la pellicola creata si frammenta e va in sospensione cioè sale sulla superficie del mare. Con il mare agitato le cellule e la tossina in essa contenuta genera una specie di "aerosol" che propaga la tossina nell'aria».

Quali sono i rischi per i bagnanti?
«I frequentatori delle spiagge rocciose, a seguito di una forte mareggiata, possono subire l'azione della frammentazione delle micro cellule che compongono l'alga tossica per via aerea. Tuttavia i disagi sono temporanei, durano un massimo di 48 ore, e possono riguardare sintomi come: congiuntivite, mal di gola, rinite e febbre».

Ci può essere un contatto con l'alga?
«Il contatto con l'alga è difficile anche se non impossibile ma il modo in cui si diffonde più facilmente è con l'inalazione della tossina».

Cosa ci consiglia di fare per goderci un bel mare pugliese senza rischi?
«Innanzitutto consiglio di verificare, il giorno prima della data stabilita per trascorrere una giornata sul litorale roccioso, il sito del Centro regionale mare, i bollettini e soprattutto di verificare se il giorno prima della data prevista per il bagno non si sia verificata una mareggiata. In quest'ultimo caso, se si volesse comunque trascorrere un po' di tempo al mare, si consiglia di evitare di stare molto tempo sulla costa e di non superare le 2/3 ore».

Dove bisogna prestare più attenzione?
«In questo periodo c'è un hotspot a Bisceglie dove nella prima quindicina di luglio è stata constatata una concentrazione che supera il limite previsto dalle linee guida dell'Istituto della Sanità. Secondo quanto stabilito dall'Istituto quando si superano le 30mila cellule litro in colonna d'acqua le cellule in sovrannumero vengono nebulizzate nell'aria e quindi possono dare disagi di tipo sanitari».

In quali condizioni prolifera e in che periodi?
«La microalga si sviluppa in condizioni tropicali e per proliferare ha bisogno di luce, acqua calda e un mare tranquillo con acque limpide che le consentano di svolgere la fotosintesi. Va sottolineato che l'alga tossica ha un periodo di maggiore fioritura da giugno a settembre proprio perché ci sono le condizioni ideali per la proliferazione del vegetale».
  • Alga tossica Giovinazzo
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