Musica
Alex Gibson, un talento musicale tutto giovinazzese
La nostra intervista
Giovinazzo - martedì 5 marzo 2024
Continua il nostro viaggio tra i talenti musicali di Giovinazzo. Questa volta vogliamo raccontarvi di un chitarrista, un musicista, Alessandro C., che abbiamo già avuto modo di ascoltare e che da un po' di tempo sta ampliando i suoi linguaggi musicali nella direzione dell'innovazione, della ricerca e della sperimentazione.
Il mondo artistico di Alessandro C., da quasi dieci anni con il nome d'arte Alex Gibson (Gibson non come l'attore, ma come il noto marchio di chitarre) è un contesto culturale e musicale ampio e interessante che ci ha incuriosito tanto da condividere con i nostri lettori quello che è stato il frutto di questo racconto che vi proponiamo. Ecco cosa ci ha raccontato il musicista in una intervista che abbiamo realizzato gustando un drink in uno dei luoghi d'incontro, tra i più frequentati a Giovinazzo, situati in piazza Vittorio Emanuele.
L'intervista
«Dall'età di vent'anni- ci ha detto Alessandro C.- sono stato bassista e chitarrista in diverse formazioni musicali, con le quali ho affinato le mie conoscenze musicali e le mie capacità nel suonare. Due formazioni in particolare mi hanno dato modo di crescere: i Clivage (Mauro Stallone, Alessandro Tagariello, Vito Lopraino) e l'esperienza con Junior V, con il quale siamo approdati allo Sziget Festival di Budapest nel 2018. Alex Gibson è diventata anche la firma apposta sui miei lavori fotografici di nudo e di grafica, oltre a quelli pittorici. Dopo una lunga esperienza come grafico pubblicitario, ho deciso di riprendere il percorso di studio in Accademia di Belle Arti, a Bari, per specializzarmi in Grafica ed Editoria Artistica. Nell'estate del 2023, mentre meditavo sull'idea di tornare all'Accademia delle Belle Arti, ho acquistato un piccolo sintetizzatore elettronico. Ciò ha dato inizio a un nuovo percorso artistico-musicale, prettamente personale e solitario. Ho sempre sperimentato e suonato con strumenti a corda, quindi l'ascolto di nuove possibilità sonore offerte dal sintetizzatore mi hanno aperto nuovi orizzonti sonori. Da qui, nel giro di pochi mesi, ho pubblicato un EP di quattro tracce, con lo pseudonimo di Philip Buronji».
Gli abbiamo chiesto da cosa nasce il suo nuovo nome d'arte e di che stile musicale tratta il suo nuovo lavoro.«Questo nome nasce per segnare un nuovo punto di partenza nel mio percorso musicale, che non si è mai cristallizzato in una produzione incisa fino a oggi - ci ha fatto sapere Alessandro C. - Non si tratta di una crisi d'identità, ma di una nuova sfumatura della mia personalità creativa. "Philip" è un tributo a Philip Glass, compositore "delle strutture ripetitive". Buronji è frutto della trascrizione fonetica, in cinese, di un intercalare che ha accompagnato la scoperta del complesso mondo dei sintetizzatori: "non è facile". Con l'aiuto della mia compagna Carla, ho tradotto questa frase in cinese, concedendomi il piccolo lusso di storpiarne la pronuncia per renderla più "esotica" e transeuropea.
Con "Sountracks for an empty apartment", concept album d'esordio- ci ha spiegato il musicista- ho reso concreto il mio nuovo percorso espressivo. Come lascia intuire il titolo, ho "descritto" quattro stanze di un appartamento mai esistito che riverberano presenze svanite di vite vissute. Tra quattro ipotetiche mura s'incontrano musica elettronica, ambient, musica concreta e leggeri accenni di psichedelia. Ho selezionato registrazioni audio di probabili azioni quotidiane di un qualsiasi individuo (lavatrici, aspirapolvere, l'atto del tagliare della verdura, ecc) si fondono con linee melodiche sintetiche, raggiungendo anche livelli più astratti Potete ascoltarlo su tutte le piattaforme di Streaming come Spotify, Apple Music, ecc. Inoltre, su Spotify c'è una biografia e brani a cui si può accedere, oltre a mie playlist di artisti a me cari».
Il musicista ha ripreso gli studi presso l'Accademia delle Belle Arti di Bari, e in questi giorni è immerso nello studio per la preparazione di esami importanti; il momento ricco di fermento a trecentosessanta gradi arriva dopo aver svolto il lavoro di grafico per un po' di anni. La sua vena artistica e creativa cammina di pari passo alla sua passione per la musica che sta curando anche nell'aspetto della produzione. «Ad oggi potete ascoltare, oltre "Soundtracks", anche un piccolissimo EP, un dittico sperimentale intitolato "When I Was a Child"- ci ha raccontato Alessandro C. - Si tratta di due lunghe tracce di totale improvvisazione, registrate quasi dodici anni fa, "quando ero un bambino" e abbandonate in un vecchio hard disk. Non si tratta di canzoni vere e proprie ma di panorami, paesaggi sonori nei quali immergersi: l'ascolto potrebbe essere duro, stridente ed io non chiedo la comprensione totale dell'ascoltatore. Sono già al lavoro a un nuovo album costituito da un numero maggiore di tracce e che seguirà, seppur con le dovute variazioni, il filo sonoro di Soundtracks. Cerco di ritagliarmi degli spazi di tempo tra le lezioni, gli impegni accademici e le creazioni visuali, per creare le bozze e consolidarne le strutture basilari. Tutto nasce nella mia cameretta, un piccolo, scarno, laboratorio multimediale. Per i consigli acustici, le limature sonore e la finalizzazione delle tracce, ho chiesto l'aiuto di Claudio La Piana, in arte Kif Kiffen, del Superwatt Studio 2.0. Con il suo aiuto, le mie registrazioni grezze e squilibrate hanno assunto spazialità, profondità e professionalità. Che dire...prendete posto sul vostro divano, mettete play, chiudete gli occhi e lasciate che vi ospiti nel mio "appartamento abbandonato"».
Il mondo artistico di Alessandro C., da quasi dieci anni con il nome d'arte Alex Gibson (Gibson non come l'attore, ma come il noto marchio di chitarre) è un contesto culturale e musicale ampio e interessante che ci ha incuriosito tanto da condividere con i nostri lettori quello che è stato il frutto di questo racconto che vi proponiamo. Ecco cosa ci ha raccontato il musicista in una intervista che abbiamo realizzato gustando un drink in uno dei luoghi d'incontro, tra i più frequentati a Giovinazzo, situati in piazza Vittorio Emanuele.
L'intervista
«Dall'età di vent'anni- ci ha detto Alessandro C.- sono stato bassista e chitarrista in diverse formazioni musicali, con le quali ho affinato le mie conoscenze musicali e le mie capacità nel suonare. Due formazioni in particolare mi hanno dato modo di crescere: i Clivage (Mauro Stallone, Alessandro Tagariello, Vito Lopraino) e l'esperienza con Junior V, con il quale siamo approdati allo Sziget Festival di Budapest nel 2018. Alex Gibson è diventata anche la firma apposta sui miei lavori fotografici di nudo e di grafica, oltre a quelli pittorici. Dopo una lunga esperienza come grafico pubblicitario, ho deciso di riprendere il percorso di studio in Accademia di Belle Arti, a Bari, per specializzarmi in Grafica ed Editoria Artistica. Nell'estate del 2023, mentre meditavo sull'idea di tornare all'Accademia delle Belle Arti, ho acquistato un piccolo sintetizzatore elettronico. Ciò ha dato inizio a un nuovo percorso artistico-musicale, prettamente personale e solitario. Ho sempre sperimentato e suonato con strumenti a corda, quindi l'ascolto di nuove possibilità sonore offerte dal sintetizzatore mi hanno aperto nuovi orizzonti sonori. Da qui, nel giro di pochi mesi, ho pubblicato un EP di quattro tracce, con lo pseudonimo di Philip Buronji».
Gli abbiamo chiesto da cosa nasce il suo nuovo nome d'arte e di che stile musicale tratta il suo nuovo lavoro.«Questo nome nasce per segnare un nuovo punto di partenza nel mio percorso musicale, che non si è mai cristallizzato in una produzione incisa fino a oggi - ci ha fatto sapere Alessandro C. - Non si tratta di una crisi d'identità, ma di una nuova sfumatura della mia personalità creativa. "Philip" è un tributo a Philip Glass, compositore "delle strutture ripetitive". Buronji è frutto della trascrizione fonetica, in cinese, di un intercalare che ha accompagnato la scoperta del complesso mondo dei sintetizzatori: "non è facile". Con l'aiuto della mia compagna Carla, ho tradotto questa frase in cinese, concedendomi il piccolo lusso di storpiarne la pronuncia per renderla più "esotica" e transeuropea.
Con "Sountracks for an empty apartment", concept album d'esordio- ci ha spiegato il musicista- ho reso concreto il mio nuovo percorso espressivo. Come lascia intuire il titolo, ho "descritto" quattro stanze di un appartamento mai esistito che riverberano presenze svanite di vite vissute. Tra quattro ipotetiche mura s'incontrano musica elettronica, ambient, musica concreta e leggeri accenni di psichedelia. Ho selezionato registrazioni audio di probabili azioni quotidiane di un qualsiasi individuo (lavatrici, aspirapolvere, l'atto del tagliare della verdura, ecc) si fondono con linee melodiche sintetiche, raggiungendo anche livelli più astratti Potete ascoltarlo su tutte le piattaforme di Streaming come Spotify, Apple Music, ecc. Inoltre, su Spotify c'è una biografia e brani a cui si può accedere, oltre a mie playlist di artisti a me cari».
Il musicista ha ripreso gli studi presso l'Accademia delle Belle Arti di Bari, e in questi giorni è immerso nello studio per la preparazione di esami importanti; il momento ricco di fermento a trecentosessanta gradi arriva dopo aver svolto il lavoro di grafico per un po' di anni. La sua vena artistica e creativa cammina di pari passo alla sua passione per la musica che sta curando anche nell'aspetto della produzione. «Ad oggi potete ascoltare, oltre "Soundtracks", anche un piccolissimo EP, un dittico sperimentale intitolato "When I Was a Child"- ci ha raccontato Alessandro C. - Si tratta di due lunghe tracce di totale improvvisazione, registrate quasi dodici anni fa, "quando ero un bambino" e abbandonate in un vecchio hard disk. Non si tratta di canzoni vere e proprie ma di panorami, paesaggi sonori nei quali immergersi: l'ascolto potrebbe essere duro, stridente ed io non chiedo la comprensione totale dell'ascoltatore. Sono già al lavoro a un nuovo album costituito da un numero maggiore di tracce e che seguirà, seppur con le dovute variazioni, il filo sonoro di Soundtracks. Cerco di ritagliarmi degli spazi di tempo tra le lezioni, gli impegni accademici e le creazioni visuali, per creare le bozze e consolidarne le strutture basilari. Tutto nasce nella mia cameretta, un piccolo, scarno, laboratorio multimediale. Per i consigli acustici, le limature sonore e la finalizzazione delle tracce, ho chiesto l'aiuto di Claudio La Piana, in arte Kif Kiffen, del Superwatt Studio 2.0. Con il suo aiuto, le mie registrazioni grezze e squilibrate hanno assunto spazialità, profondità e professionalità. Che dire...prendete posto sul vostro divano, mettete play, chiudete gli occhi e lasciate che vi ospiti nel mio "appartamento abbandonato"».