Territorio
Al via i lavori per la costruzione del biostabilizzatore
«Per il momento sono lavori di sbancamento sui suoli su cui dovrà sorgere l’impianto»
Giovinazzo - giovedì 22 gennaio 2015
10.11
È imminente l'inizio dei lavori di sbancamento dei suoli su cui dovrà sorgere l'impianto di biostabilizzazione dei rifiuti solidi urbani nella discarica di San Pietro Pago. L'annuncio è arrivato direttamente dal sindaco Tommaso Depalma attraverso le pagine dei social network.
«Già lunedì prossimo - ha affermato - faremo un sopralluogo sul sito per verificare se effettivamente la "Daneco Impianti" ha messo in moto le ruspe». Non significa però che l'intero impianto sarà presto realizzato e reso operativo. Al momento mancherebbero ancora le autorizzazioni dal Genio Civile. «Non sono proprio autorizzazioni - ha incalzato l'assessore ai Lavori Pubblici Elio Sannicandro - ma verifiche del progetto che riguardano i calcoli sulla staticità dei capannoni che dovranno essere adeguati alle sopraggiunte norme antisismiche».
Norme che sono cambiate all'indomani della presentazione del progetto, era il 2009, così come sono nel frattempo cambiate le norme sul destino finale di quanto prodotto dall'impianto di biostabizzazione. Il progetto iniziale, infatti, prevedeva due linee di lavorazione. La prima sarebbe servita a ridurre i volumi dei rifiuti la disidratazione attraverso l'arricchimento delle cariche batteriche che sono in grado di distruggere la parte organica del rifiuto. Accelerando così un processo che altrimenti sarebbe durato 20 anni. La seconda linea di lavorazione sarebbe servita poi a produrre compost grigio, utilizzabile, secondo la vecchia normativa, per il risanamento ambientale, come il riempimento di cave, e su tutto il territorio pugliese ce ne sono tante, dismesse e non più produttive. Un materiale che adesso è stato giudicato dall'Arpa, l'agenzia regionale per l'ambiente, non più utilizzabile per questi scopi.
«Per questo - ha affermato Sannicandro - il progetto iniziale si dovrà fermare alla prima linea di lavorazione. Sarà inutile pensare di costruire la seconda parte dell'impianto anche perché in accordo con l'Ato e la Regione Puglia dovremo trovare una soluzione per la destinazione finale di quanto prodotto a San Pietro Pago». Il sistema di raccolta e smaltimento dei rifiuti solidi urbani sta subendo dunque una accelerata? Sembrerebbe di si, anche se in questo momento si dovranno gestire le emergenze, visto che tutte le discariche pubbliche della Provincia sono a vario titolo chiuse. E proprio a riguardo delle emergenze le notizie che arrivano dal sindaco e presidente della città metropolitana, Antonio Decaro, non sembrano essere confortanti per il Comune di Giovinazzo. Almeno secondo le dichiarazioni rilasciate su altri organi di stampa.
Sembrerebbe difatti che stia lavorando perché San Pietro Pago riapra, inducendo il gestore della discarica a ottemperare in tempi brevi alle prescrizioni dell'Arpa. Naturalmente per la "sola" riprofilatura dei lotti I, II e III. Probabilmente sarà questo uno dei temi che saranno messi sul tavolo nel corso dell'incontro che si terrà domani all'Ato.
«Già lunedì prossimo - ha affermato - faremo un sopralluogo sul sito per verificare se effettivamente la "Daneco Impianti" ha messo in moto le ruspe». Non significa però che l'intero impianto sarà presto realizzato e reso operativo. Al momento mancherebbero ancora le autorizzazioni dal Genio Civile. «Non sono proprio autorizzazioni - ha incalzato l'assessore ai Lavori Pubblici Elio Sannicandro - ma verifiche del progetto che riguardano i calcoli sulla staticità dei capannoni che dovranno essere adeguati alle sopraggiunte norme antisismiche».
Norme che sono cambiate all'indomani della presentazione del progetto, era il 2009, così come sono nel frattempo cambiate le norme sul destino finale di quanto prodotto dall'impianto di biostabizzazione. Il progetto iniziale, infatti, prevedeva due linee di lavorazione. La prima sarebbe servita a ridurre i volumi dei rifiuti la disidratazione attraverso l'arricchimento delle cariche batteriche che sono in grado di distruggere la parte organica del rifiuto. Accelerando così un processo che altrimenti sarebbe durato 20 anni. La seconda linea di lavorazione sarebbe servita poi a produrre compost grigio, utilizzabile, secondo la vecchia normativa, per il risanamento ambientale, come il riempimento di cave, e su tutto il territorio pugliese ce ne sono tante, dismesse e non più produttive. Un materiale che adesso è stato giudicato dall'Arpa, l'agenzia regionale per l'ambiente, non più utilizzabile per questi scopi.
«Per questo - ha affermato Sannicandro - il progetto iniziale si dovrà fermare alla prima linea di lavorazione. Sarà inutile pensare di costruire la seconda parte dell'impianto anche perché in accordo con l'Ato e la Regione Puglia dovremo trovare una soluzione per la destinazione finale di quanto prodotto a San Pietro Pago». Il sistema di raccolta e smaltimento dei rifiuti solidi urbani sta subendo dunque una accelerata? Sembrerebbe di si, anche se in questo momento si dovranno gestire le emergenze, visto che tutte le discariche pubbliche della Provincia sono a vario titolo chiuse. E proprio a riguardo delle emergenze le notizie che arrivano dal sindaco e presidente della città metropolitana, Antonio Decaro, non sembrano essere confortanti per il Comune di Giovinazzo. Almeno secondo le dichiarazioni rilasciate su altri organi di stampa.
Sembrerebbe difatti che stia lavorando perché San Pietro Pago riapra, inducendo il gestore della discarica a ottemperare in tempi brevi alle prescrizioni dell'Arpa. Naturalmente per la "sola" riprofilatura dei lotti I, II e III. Probabilmente sarà questo uno dei temi che saranno messi sul tavolo nel corso dell'incontro che si terrà domani all'Ato.