Cronaca
«Addio Onofrio». Il pianto dei tifosi del Giovinazzo
Scomparso a 51 anni il popolare tifoso e sub. La cerimonia alle ore 17.00 a San Domenico
Giovinazzo - martedì 4 aprile 2017
06.00
Al PalaPansini e al campo sportivo De Pergola lo conoscevano tutti, e non solo lì. Onofrio Altomare se n'è andato domenica mattina a 51 anni, all'improvviso. «Non c'è da dire più niente. Una bottiglia di juschi e Sant'Antonio» aveva scritto nel suo ultimo post su Facebook il pomeriggio del 1 aprile.
Lui, tifosissimo del Giovinazzo Calcio ma anche dell'AFP e del Giovinazzo C5, sui gradoni dei due impianti sportivi giovinazzesi ci aveva passato una vita ed era una delle anime e delle colonne portanti del tifo caldo biancoverde, il simbolo di quando il tifo era amicizia. Un uomo per bene, gentile, dolce, simpatico, bonario. Grande appassionato non solo di sport (calcio, hockey su pista e calcio a cinque), ma anche di mare (era un esperto pescatore subacqueo) e di giornalismo (collaborava col mensile La Piazza).
«Più che un divertimento, scrivere sulla Piazza è l'unica valvola di sfogo in un paese in cui è proibito anche sfogarsi», raccontava Altomare nel lontano 2005. Lui aveva scelto una vita controcorrente. In equilibrio precario come su quella balaustra dove sventolava il suo bandierone a scacchi biancoverdi. «È stato uno dei precursori della mentalità ultras», dice Vincenzo Rutigliano degli Ultras AFP. Filosofia guerriera. Dove, però, il linguaggio della violenza non ha mai preso il sopravvento sui valori come il rispetto e l'aiuto reciproco.
E nel momento del dolore, oggi nella chiesa San Domenico i supporters giovinazzesi mostreranno questo lato nascosto dell'essere tifoso. «Sono mutati i tempi, i giocatori cambiano squadra per denaro, mentre i tifosi restano sempre al loro posto. Persone come Onofrio, poi, specialmente se sincere, restano nel cuore e diventano bandiere», aggiunge Nicola Altamura delle Teste Matte. «Dobbiamo essere uniti: nei valori e nella goliardia. Dobbiamo vivere la nostra passione rispettando i limiti», dice ancora Rutigliano.
La notizia ha sconvolto e scosso tutta la comunità biancoverde. Questo pomeriggio l'ultimo saluto. Alle ore 17.00 inizierà la messa in suo ricordo. In ricordo di un guerriero, ma dal cuore tenero. Buon viaggio Onofrio, che questa tua ultima trasferta sia ricca di pace e tranquillità, certo che continuerai a sventolare la bandiera del Giovinazzo anche dal cielo.
Lui, tifosissimo del Giovinazzo Calcio ma anche dell'AFP e del Giovinazzo C5, sui gradoni dei due impianti sportivi giovinazzesi ci aveva passato una vita ed era una delle anime e delle colonne portanti del tifo caldo biancoverde, il simbolo di quando il tifo era amicizia. Un uomo per bene, gentile, dolce, simpatico, bonario. Grande appassionato non solo di sport (calcio, hockey su pista e calcio a cinque), ma anche di mare (era un esperto pescatore subacqueo) e di giornalismo (collaborava col mensile La Piazza).
«Più che un divertimento, scrivere sulla Piazza è l'unica valvola di sfogo in un paese in cui è proibito anche sfogarsi», raccontava Altomare nel lontano 2005. Lui aveva scelto una vita controcorrente. In equilibrio precario come su quella balaustra dove sventolava il suo bandierone a scacchi biancoverdi. «È stato uno dei precursori della mentalità ultras», dice Vincenzo Rutigliano degli Ultras AFP. Filosofia guerriera. Dove, però, il linguaggio della violenza non ha mai preso il sopravvento sui valori come il rispetto e l'aiuto reciproco.
E nel momento del dolore, oggi nella chiesa San Domenico i supporters giovinazzesi mostreranno questo lato nascosto dell'essere tifoso. «Sono mutati i tempi, i giocatori cambiano squadra per denaro, mentre i tifosi restano sempre al loro posto. Persone come Onofrio, poi, specialmente se sincere, restano nel cuore e diventano bandiere», aggiunge Nicola Altamura delle Teste Matte. «Dobbiamo essere uniti: nei valori e nella goliardia. Dobbiamo vivere la nostra passione rispettando i limiti», dice ancora Rutigliano.
La notizia ha sconvolto e scosso tutta la comunità biancoverde. Questo pomeriggio l'ultimo saluto. Alle ore 17.00 inizierà la messa in suo ricordo. In ricordo di un guerriero, ma dal cuore tenero. Buon viaggio Onofrio, che questa tua ultima trasferta sia ricca di pace e tranquillità, certo che continuerai a sventolare la bandiera del Giovinazzo anche dal cielo.