Cronaca
Addio a Gerardo Nardò. Raccontò l'altra faccia delle Ferriere
Il suo testo, a quattro mani con Giuseppe Dagostino, fu presentato in Consiglio comunale
Giovinazzo - martedì 18 ottobre 2022
Se ne è andato a 76 anni Gerardo Nardò, uomo mite, a cui i giovinazzesi devono probabilmente la più bella inchiesta giornalistica sulle ex Acciaierie e Ferriere Pugliesi.
Ed il destino ha giocato un tiro beffardo: proprio nei giorni in cui è iniziato l'abbattimento dei capannoni delle AFP, Gerardo ci ha lasciato, un vuoto incolmabile per la sua signora, i figli ed i tanti che gli hanno voluto bene e lo hanno stimato.
Dal gennaio 2012 al novembre 2013, insieme all'amico Giuseppe Dagostino, per l'allora mensile "in Città", raccontò attraverso una inchiesta a puntate, dal titolo "Acciaierie e Ferriere Pugliesi: una identità perduta?", il vero volto della vita all'interno di quei capannoni. Il sudore, la fatica, il cameratismo fra operai, le paure, gli incidenti, le pressioni sindacali e la composizione dei reparti tornarono di attualità attraverso l'incessante ricerca di testimonianze. Il duo Dagostino-Nardò ricostruì anche la piantina toponomastica e l'organigramma delle Ferriere, me presentato ufficialmente nell'Aula consiliare "Luciano Pignatelli" di Palazzo di Città nel dicembre 2013.
Opera titanica poi confluita in un volume, a sua volta presentato nella chiesa di San Giovanni Battista il 5 dicembre 2015 e, ad oggi, un vero e proprio viaggio in quell'epoca che non tornerà più.
Un lutto che colpisce la nostra redazione, i cui componenti avevano condiviso con Gerardo Nardò un lungo percorso giornalistico proprio all'interno della redazione del mensile "in Città" guidato da Filippo D'Attolico.
Con lui se ne va un uomo discreto, capace con caparbietà di raccontare decenni di vita della città di Giovinazzo legata alle Acciaierie, con approccio prettamente giornalistico, un documento che resterà ai posteri. A lui ed a Giuseppe in pochi hanno probabilmente detto quel grazie che avrebbero meritato.
A sua moglie, ai figli ed ai parenti il cordoglio sentito della redazione di GiovinazzoViva.
Ed il destino ha giocato un tiro beffardo: proprio nei giorni in cui è iniziato l'abbattimento dei capannoni delle AFP, Gerardo ci ha lasciato, un vuoto incolmabile per la sua signora, i figli ed i tanti che gli hanno voluto bene e lo hanno stimato.
Dal gennaio 2012 al novembre 2013, insieme all'amico Giuseppe Dagostino, per l'allora mensile "in Città", raccontò attraverso una inchiesta a puntate, dal titolo "Acciaierie e Ferriere Pugliesi: una identità perduta?", il vero volto della vita all'interno di quei capannoni. Il sudore, la fatica, il cameratismo fra operai, le paure, gli incidenti, le pressioni sindacali e la composizione dei reparti tornarono di attualità attraverso l'incessante ricerca di testimonianze. Il duo Dagostino-Nardò ricostruì anche la piantina toponomastica e l'organigramma delle Ferriere, me presentato ufficialmente nell'Aula consiliare "Luciano Pignatelli" di Palazzo di Città nel dicembre 2013.
Opera titanica poi confluita in un volume, a sua volta presentato nella chiesa di San Giovanni Battista il 5 dicembre 2015 e, ad oggi, un vero e proprio viaggio in quell'epoca che non tornerà più.
Un lutto che colpisce la nostra redazione, i cui componenti avevano condiviso con Gerardo Nardò un lungo percorso giornalistico proprio all'interno della redazione del mensile "in Città" guidato da Filippo D'Attolico.
Con lui se ne va un uomo discreto, capace con caparbietà di raccontare decenni di vita della città di Giovinazzo legata alle Acciaierie, con approccio prettamente giornalistico, un documento che resterà ai posteri. A lui ed a Giuseppe in pochi hanno probabilmente detto quel grazie che avrebbero meritato.
A sua moglie, ai figli ed ai parenti il cordoglio sentito della redazione di GiovinazzoViva.