L'arresto operato dai Carabinieri
L'arresto operato dai Carabinieri
Cronaca

Abusi sessuali sui figli minorenni, coniugi arrestati dai Carabinieri

Un 38enne ha seviziato i suoi due figli. La moglie, 34enne, non ha denunciato: entrambi in manette

Oggi i Carabinieri della Sezione di Polizia Giudiziaria della Procura di Bari, in collaborazione con quelli della Compagnia di Molfetta, in esecuzione di una ordinanza di custodia cautelare emessa dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Bari Giulia Romanazzi, su richiesta del pubblico ministero Simona Filoni, hanno tratto in arresto una coppia di coniugi del nord barese, S.M. di 38 anni, sottoposto alla misura della custodia cautelare in carcere, e della moglie G.G., di 34 anni, sottoposta alla custodia detentiva domiciliare.

Gli indagati devono rispondere, in concorso tra di loro, di plurimi atti sessuali con i propri figli minori, di 9 e 5 anni, attraverso una costante opera di induzione, resa possibile dal loro ruolo di genitori, nonché approfittando della situazione di incapacità psichica degli stessi, dovuta non solo alla tenera età, ma anche ai vari disturbi di cui essi soffrono.

«La coppia - si legge in una nota della Procura della Repubblica di Bari - avrebbe indotto i minori a compiere e subire atti sessuali: rapporti sessuali consumati sul divano di casa, in concomitanza con la proiezione di film pornografici (di qui l'ipotesi di reato p. e p. dall'art. 110 c.p., 609 quinquies, 1, 2 e ultimo comma c.p).

Ed ancora: rapporti sessuali intrattenuti tra S.M. e G.G. in presenza e con il coinvolgimento degli stessi bambini; tutte condotte consumate con il concorso morale di G.G., la quale non solo avrebbe assistito agli abusi sessuali plurimi commessi dal marito in danno dei figli, ma non si sarebbe attivata in alcun modo affinché gli stessi avessero fine.

Le indagini, avviate dalla Sezione di P.G. Carabinieri nell'immediatezza dell'acquisizione della notizia criminis, anche alla luce della meritoria e professionale opera nel frattempo profusa dagli educatori ed educatrici della comunità presso la quale, nel giugno 2016, i due minori furono collocati su disposizione del Tribunale per i Minorenni di Bari, ovvero sulla scorta dei drammatici elementi successivamente raccolti dai C.T.U. nominati dal pubblico ministero, hanno aperto il terribile ed imprevedibile scenario investigativo in cui trovano collocazione tutta una serie di turpi e deprecabili violenze poste in essere dagli indagati in danno delle piccole vittime, con l'aggravante di aver commesso il fatto sin dai primissimi anni di vita delle stesse, perpetrate con inaudita, raccapricciante e sistematica violenza, che, inevitabilmente, ha nei piccoli determinato gravi ripercussioni sia dal punto di vista fisico che psicologico.

L'indecente vicenda - rimarca la Procura della Repubblica di Bari - si è sviluppata in ambiente domestico, in quel luogo sacro che avrebbe dovuto per i bambini costituire un rifugio sicuro, in un contesto ambientale coincidente con quello di un nucleo familiare degradato e svilito, governato da un padre sordido, aggressivo e triviale, che, avvalendosi del ruolo genitoriale in chiave sopraffattrice, ha dato sfogo alle sue sudicie abiezioni attraendo i due figli – minori di 10 anni – in una perversa e devastante dimensione sessuale.

Rileva nello specifico - si legge ancora - il modo sordido con cui lo S.M. ha estorto ai propri figli la loro intangibilità sessuale, facendo leva sull'autorevolezza del ruolo genitoriale per indurli a condividere oscene, non consone ed inappropriate esperienze sessuali, così facendoli trascendere in una dimensione di aberrazione sessuale.

La coppia - accusa ancora la Procura della Repubblica di Bari - ha omesso di fornire ai figli i basilari accudimenti legati alla crescita ed alla evoluzione fisiologica, omettendo altresì di insegnare loro le regole igieniche e comportamentali, reiterando negli anni agiti violenti e minacciosi, tradottisi in schiaffi, botte e maltrattamenti fisici costanti, arrivando il padre ad inculcare in loro l'idea di essere "oggetti" nelle sue mani ed arrivando a definirli "una sua proprietà"».

Il materiale probatorio complessivamente raccolto ha permesso in definitiva agli inquirenti di affermare come «ci si trovi in presenza di un nefando esercizio della potestà genitoriale, solcato da empie condotte, aventi ad oggetto gravissimi crimini contro l'infanzia.

In un contesto familiare degradato, connotato da una moglie depressa e psicologicamente mancante, - continua la nota - lo S.M. ha potuto abusare indisturbatamente dei suoi figli, che si trovavano, per le ragioni innanzi accennate, in condizioni di inferiorità fisica e psichica, così rendendoli veri e propri strumenti di piacere nelle sue mani, piegandoli alle proprie squallide smanie sessuali non senza approfittare del ruolo genitoriale.

Un ruolo esercitato attraverso le più turpe delle modalità, tutte imposizioni lascive, penetrative e intrusive sicuramente traumatizzanti per la sfera sessuale dei bambini e per il loro successivo sviluppo psicofisico, oltretutto - termina la nota diffusa dalla Procura della Repubblica di Bari - ostinatamente ripetute per un apprezzabile periodo».

Da più di un anno, da luglio 2016, i due fratellini sono in una comunità su disposizione del Tribunale per i Minorenni, allontanati da quei genitori violenti che li costringevano anche a vivere nella sporcizia e nel degrado e che oggi rispondono di violenza sessuale pluriaggravata, corruzione di minorenne e maltrattamenti.
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