Attualità
A Giovinazzo ora c'è Largo Fedele Marrano (FOTO)
Stamane la cerimonia di intitolazione alla presenza di familiari, istituzioni militari e civili
Giovinazzo - mercoledì 22 marzo 2017
13.18
Fedele Marrano, da questa mattina, sarà per sempre nella sua Giovinazzo. Sul Lungomare Marina Italiana è stato inaugurato il Largo e scoperto il monumento alla memoria del cadetto dell'Accademia Navale di Livorno, morto il 3 marzo 1977 in un tragico incidente aereo sul Monte Serra, in Toscana, insieme ad altri 37 fra compagni di corso ed ufficiali.
L'Hercules C130 decollò dall'aeroporto di Pisa-San Giusto alle 15.05 per poi, per cause ancora sconosciute, schiantarsi sulle pendici del Monte Serra, in località Prato a Ceragiola. Giovinazzo ha così saldato un debito di riconoscenza con un suo figlio, che amava il mare e che intendeva onorare la sua patria.
Alla cerimonia hanno presenziato, oltre al Sindaco, Tommaso Depalma, al Presidente del Consiglio Comunale, Vito Favuzzi, anche parte della Giunta e dei Consiglieri, il Consigliere Regionale, Domenico Damascelli, i vertici locali dell'Arma dei Carabinieri e quelli delle Esercito Italiano, ma soprattutto l'Ammiraglio Edoardo Serra, compagno di corso del povero Marrano. Con loro anche il Presidente Nazionale ANMI (Associazione Nazionale Marina Italiana), Paolo Pagnottella, tutti i vertici della locale sezione dell'Associazione e tante delegazioni da tutta la Puglia e dalla Basilicata, oltre alla Fanfara del Comando Marittimo di Taranto e l'impeccabile picchetto d'onore della Capitaneria di Porto di Molfetta.
Presenti alla cerimonia, in rappresentanza di papà Paolo e dell'altro fratello, Vincenzo, assenti giustificati, il fratello Antonello e la cugina, Cinzia Marzella, insieme ad Annamaria Natalicchio, che ha letto alcuni passi di una lettera rivolta dai familiari a Fedele ad alla cittadinanza tutta. Erano visibilmente commossi al momento in cui è stata scoperta la stele realizzata dalla ditta Turco Costruzioni, la stessa che ha operato il restyling di Ponente, con finiture della azienda Ronchi. A coordinare il contatto tra istituzioni locali e vertici militari è stato l'Assessore al Patrimonio, Gaetano Depalo.
A benedire il monumento al figlio amato di una Giovinazzo che non vuole dimenticare, c'era Mons. Renato Pizzigallo, cappellano del Comando Marina Sud di Taranto e uomo assai carismatico.
Il prelato ha ricordato la bellezza dell'essere marinai, del sentirsi parte di un progetto che guarda alla vita e non alla morte, che pensa alla pace e non alla guerra.
Per il Sindaco, Tommaso Depalma, intervenuto prima che fosse scoperto anche il riferimento toponomastico al Largo Fedele Marrano, questa è stata «un'altra giornata speciale dopo quella di ieri. Fedele - ha detto visibilmente commosso anch'egli - è un eroe, esattamente come quelli che giorno dopo giorno rendono più sicuro il nostro Paese vestendo quelle divise». Poi rivolgendosi agli alunni delle scuole primarie presenti ha ribadito: «sono questi gli esempi che dovete seguire. Il mondo reale non è fatto di Pokemon, ma di uomini come quelli che avete davanti a voi. E quegli uomini e donne devono essere i vostri punti di riferimento, quelli da ammirare».
L'Ammiraglio Serra, compagno di Fedele in quel corso di 40 anni fa, non ha saputo trattenere la commozione ricordando i momenti trascorsi insieme, il dolore della perdita di 38 commilitoni e la difficoltà a superare quel momento tragico. Nella bandiera strappata di quel corso dell'Accademia livornese, il simbolo di un unione che va oltre il tempo e la presenza fisica.
A fine cerimonia, scambio di presenti tra il Sindaco e l'Ammiraglio e tra il Presidente Vito Favuzzi e Paolo Pagnottella dell'ANMI nazionale.
Su quella stele la poesia scritta da Gaetano Natalicchio, giornalista giovinazzese parente dei Marrano, recentemente citato dal libro di Agostino Picicco fra gli uomini illustri di Giovinazzo, concessa dalla famiglia ad imperitura memoria di un ragazzo troppo presto scomparso, che aveva solo il sogno di difendere la vita e di vivere per mare.
L'Hercules C130 decollò dall'aeroporto di Pisa-San Giusto alle 15.05 per poi, per cause ancora sconosciute, schiantarsi sulle pendici del Monte Serra, in località Prato a Ceragiola. Giovinazzo ha così saldato un debito di riconoscenza con un suo figlio, che amava il mare e che intendeva onorare la sua patria.
Alla cerimonia hanno presenziato, oltre al Sindaco, Tommaso Depalma, al Presidente del Consiglio Comunale, Vito Favuzzi, anche parte della Giunta e dei Consiglieri, il Consigliere Regionale, Domenico Damascelli, i vertici locali dell'Arma dei Carabinieri e quelli delle Esercito Italiano, ma soprattutto l'Ammiraglio Edoardo Serra, compagno di corso del povero Marrano. Con loro anche il Presidente Nazionale ANMI (Associazione Nazionale Marina Italiana), Paolo Pagnottella, tutti i vertici della locale sezione dell'Associazione e tante delegazioni da tutta la Puglia e dalla Basilicata, oltre alla Fanfara del Comando Marittimo di Taranto e l'impeccabile picchetto d'onore della Capitaneria di Porto di Molfetta.
Presenti alla cerimonia, in rappresentanza di papà Paolo e dell'altro fratello, Vincenzo, assenti giustificati, il fratello Antonello e la cugina, Cinzia Marzella, insieme ad Annamaria Natalicchio, che ha letto alcuni passi di una lettera rivolta dai familiari a Fedele ad alla cittadinanza tutta. Erano visibilmente commossi al momento in cui è stata scoperta la stele realizzata dalla ditta Turco Costruzioni, la stessa che ha operato il restyling di Ponente, con finiture della azienda Ronchi. A coordinare il contatto tra istituzioni locali e vertici militari è stato l'Assessore al Patrimonio, Gaetano Depalo.
A benedire il monumento al figlio amato di una Giovinazzo che non vuole dimenticare, c'era Mons. Renato Pizzigallo, cappellano del Comando Marina Sud di Taranto e uomo assai carismatico.
Il prelato ha ricordato la bellezza dell'essere marinai, del sentirsi parte di un progetto che guarda alla vita e non alla morte, che pensa alla pace e non alla guerra.
Per il Sindaco, Tommaso Depalma, intervenuto prima che fosse scoperto anche il riferimento toponomastico al Largo Fedele Marrano, questa è stata «un'altra giornata speciale dopo quella di ieri. Fedele - ha detto visibilmente commosso anch'egli - è un eroe, esattamente come quelli che giorno dopo giorno rendono più sicuro il nostro Paese vestendo quelle divise». Poi rivolgendosi agli alunni delle scuole primarie presenti ha ribadito: «sono questi gli esempi che dovete seguire. Il mondo reale non è fatto di Pokemon, ma di uomini come quelli che avete davanti a voi. E quegli uomini e donne devono essere i vostri punti di riferimento, quelli da ammirare».
L'Ammiraglio Serra, compagno di Fedele in quel corso di 40 anni fa, non ha saputo trattenere la commozione ricordando i momenti trascorsi insieme, il dolore della perdita di 38 commilitoni e la difficoltà a superare quel momento tragico. Nella bandiera strappata di quel corso dell'Accademia livornese, il simbolo di un unione che va oltre il tempo e la presenza fisica.
A fine cerimonia, scambio di presenti tra il Sindaco e l'Ammiraglio e tra il Presidente Vito Favuzzi e Paolo Pagnottella dell'ANMI nazionale.
Su quella stele la poesia scritta da Gaetano Natalicchio, giornalista giovinazzese parente dei Marrano, recentemente citato dal libro di Agostino Picicco fra gli uomini illustri di Giovinazzo, concessa dalla famiglia ad imperitura memoria di un ragazzo troppo presto scomparso, che aveva solo il sogno di difendere la vita e di vivere per mare.