Rifiuti in mare a Levante
E le mareggiate c'entrano fino ad un certo punto
giovedì 19 ottobre 2017
iReport
Continuiamo la serie di report sulla situazione a Levante, quello che dovrebbe essere il salotto buono della città. E lo è in buona parte, poiché sono tantissimi i visitatori, italiani e stranieri, che in questi mesi hanno goduto della tranquillità, della bellezza degli scorci e del panorama.
Purtroppo tutto questo non è sempre accompagnato da civiltà ed in quel caso la colpa è di chi abitualmente ci viene a far visita da centri vicini oppure degli stessi giovinazzesi. Le foto che abbiamo scattato la scorsa settimana testimoniano la situazione al di sotto della passerella.
Dopo una mareggiata di qualche giorno prima, ristagnava in un acqua che sarebbe pulita un po' di tutto: plasticame, bottiglie in vetro, contenitori per creme abbronzanti, finanche vestiario lasciato sulla riva e finito in mare.
Non sappiamo quanto le mareggiate di cui sopra abbiano influito, ma ciò che resta poi a riva, sotto la passerella e vicino agli scogli, rappresenta un pugno nell'occhio al cospetto di tanta bellezza che circonda quel luogo.
«Ma che peccato, perché fanno questo?», si chiedeva una donna dal forte accento veneto quando abbiamo scattato quelle foto. Ecco, la domanda per noi resta valida: perché lo facciamo? Perché continuiamo a violare mare, strade e campagne nonostante sanzioni, fototrappole e telecamere sparse, salvo poi mugugnare al primo disservizio?
Siamo sempre più curiosi di capire fino in fondo il meccanismo che porta a gettare di tutto in mare, in quello stesso mare che da tutte le coalizioni che hanno partecipato alla competizione elettorale è stato definito bene "primario" per la crescita economica di Giovinazzo.
Enigma sin qui insoluto, quindi, ma nel frattempo anche i turisti (quelli veri, non quelli del "mordi e fuggi" del sabato sera) non possono che notare ciò che non va a fronte di un'accoglienza che li fa sentire coccolati. Levante bello, da cartolina, invidiato da chiunque non sia giovinazzese, ma amaro, ancora una volta, tanto amaro.
E tutto questo, è ora di chiederci, accade davvero solo "per colpa di pochi" come sogliamo dire sovente?
Purtroppo tutto questo non è sempre accompagnato da civiltà ed in quel caso la colpa è di chi abitualmente ci viene a far visita da centri vicini oppure degli stessi giovinazzesi. Le foto che abbiamo scattato la scorsa settimana testimoniano la situazione al di sotto della passerella.
Dopo una mareggiata di qualche giorno prima, ristagnava in un acqua che sarebbe pulita un po' di tutto: plasticame, bottiglie in vetro, contenitori per creme abbronzanti, finanche vestiario lasciato sulla riva e finito in mare.
Non sappiamo quanto le mareggiate di cui sopra abbiano influito, ma ciò che resta poi a riva, sotto la passerella e vicino agli scogli, rappresenta un pugno nell'occhio al cospetto di tanta bellezza che circonda quel luogo.
«Ma che peccato, perché fanno questo?», si chiedeva una donna dal forte accento veneto quando abbiamo scattato quelle foto. Ecco, la domanda per noi resta valida: perché lo facciamo? Perché continuiamo a violare mare, strade e campagne nonostante sanzioni, fototrappole e telecamere sparse, salvo poi mugugnare al primo disservizio?
Siamo sempre più curiosi di capire fino in fondo il meccanismo che porta a gettare di tutto in mare, in quello stesso mare che da tutte le coalizioni che hanno partecipato alla competizione elettorale è stato definito bene "primario" per la crescita economica di Giovinazzo.
Enigma sin qui insoluto, quindi, ma nel frattempo anche i turisti (quelli veri, non quelli del "mordi e fuggi" del sabato sera) non possono che notare ciò che non va a fronte di un'accoglienza che li fa sentire coccolati. Levante bello, da cartolina, invidiato da chiunque non sia giovinazzese, ma amaro, ancora una volta, tanto amaro.
E tutto questo, è ora di chiederci, accade davvero solo "per colpa di pochi" come sogliamo dire sovente?