Mini-discarica a cielo aperto in via Marzella
Rifiuti ad un passo dal Lungomare di Levante frequentato anche dai turisti
venerdì 21 giugno 2019
iReport
Avevamo già dedicato diversi report alla situazione di via Marzella, piccola arteria che porta direttamente alle spiagge del Lungomare Esercito Italiano, ancora più frequentato da circa due anni dopo i lavori di restyling che hanno ridato vita ad un altro punto strategico della città.
E proprio in quelle occasioni, denunciavamo il proliferare di rifiuti in quella viuzza, dove, incivilmente ed impunemente, veniva lasciato di tutto, dai classici sacchetti di immondizia ad elettrodomestici ed ogni sorta di oggetto non più utile a chi aveva deciso di sbarazzarsene senza pudore in quella zona. Tra i rifiuti, qualcuno lo ricorderà, persino materiale frutto di scarti di lavori edili, secchi di vernici, pericolosi per la salute collettiva, ed addirittura materassi.
Una vera e propria discarica, una situazione molto più che indecorosa, che sembra non avere fine.
Le foto a corredo del nostro articolo-denuncia documentano, infatti, in maniera inequivocabile perché sia impossibile non tornare a scriverne con l'inizio dell'estate. Cumuli di bottiglie di plastica e di vetro, ferri vecchi e fogli di carta abbandonati tra i massi, sacchetti ricolmi lungo i lati della strada, ed infine, apoteosi dell'inciviltà, una montagna di rifiuti sovrastati da un triciclo all'interno di una struttura in pietra sventrata.
Questo è lo spettacolo indecente a cui assistono i tanti che percorrono via Marzella prima di farsi un bel bagno nelle acque di Levante. Sembrerebbe quasi di trovarsi in campagna, in una di quelle strade dove lo sport praticato da molti sembra essere buttare di tutto, perché sicuri di non esser visti, ed invece si è ad un passo dai luoghi più frequentati sia di giorno sia di sera.
Un'impressione questa non del tutto sbagliata, visto che proprio quella via è inserita nella zona C2, che le attribuisce una destinazione prettamente agricola. Il cambio del piano regolatore, atteso da diverso tempo, riconvertirebbe l'intera zona, assegnandole una destinazione turistico-ricettiva, decisamente più consona al luogo, non solo meta dei bagnanti ma anche passeggiata serale amata dai giovinazzesi, dai nostri vicini di casa e da molti turisti che vengono da più lontano.
Tale destinazione, tuttavia, non può e non deve essere un alibi. L'educazione ed il decoro dovrebbero già di per sé arginare comportamenti vergognosi che imbruttiscono un territorio e lo rendono non all'altezza delle aspettative di cittadini perbene e di visitatori che sanno rispettarne gli spazi urbani.
Via Marzella è parte integrante di una città che ambisce ad essere ritenuta pulita, civile ed accogliente. Cittadini ed amministratori sono chiamati tutti a fare la loro parte.
E proprio in quelle occasioni, denunciavamo il proliferare di rifiuti in quella viuzza, dove, incivilmente ed impunemente, veniva lasciato di tutto, dai classici sacchetti di immondizia ad elettrodomestici ed ogni sorta di oggetto non più utile a chi aveva deciso di sbarazzarsene senza pudore in quella zona. Tra i rifiuti, qualcuno lo ricorderà, persino materiale frutto di scarti di lavori edili, secchi di vernici, pericolosi per la salute collettiva, ed addirittura materassi.
Una vera e propria discarica, una situazione molto più che indecorosa, che sembra non avere fine.
Le foto a corredo del nostro articolo-denuncia documentano, infatti, in maniera inequivocabile perché sia impossibile non tornare a scriverne con l'inizio dell'estate. Cumuli di bottiglie di plastica e di vetro, ferri vecchi e fogli di carta abbandonati tra i massi, sacchetti ricolmi lungo i lati della strada, ed infine, apoteosi dell'inciviltà, una montagna di rifiuti sovrastati da un triciclo all'interno di una struttura in pietra sventrata.
Questo è lo spettacolo indecente a cui assistono i tanti che percorrono via Marzella prima di farsi un bel bagno nelle acque di Levante. Sembrerebbe quasi di trovarsi in campagna, in una di quelle strade dove lo sport praticato da molti sembra essere buttare di tutto, perché sicuri di non esser visti, ed invece si è ad un passo dai luoghi più frequentati sia di giorno sia di sera.
Un'impressione questa non del tutto sbagliata, visto che proprio quella via è inserita nella zona C2, che le attribuisce una destinazione prettamente agricola. Il cambio del piano regolatore, atteso da diverso tempo, riconvertirebbe l'intera zona, assegnandole una destinazione turistico-ricettiva, decisamente più consona al luogo, non solo meta dei bagnanti ma anche passeggiata serale amata dai giovinazzesi, dai nostri vicini di casa e da molti turisti che vengono da più lontano.
Tale destinazione, tuttavia, non può e non deve essere un alibi. L'educazione ed il decoro dovrebbero già di per sé arginare comportamenti vergognosi che imbruttiscono un territorio e lo rendono non all'altezza delle aspettative di cittadini perbene e di visitatori che sanno rispettarne gli spazi urbani.
Via Marzella è parte integrante di una città che ambisce ad essere ritenuta pulita, civile ed accogliente. Cittadini ed amministratori sono chiamati tutti a fare la loro parte.