L'hanno rifatto: via Marzella è una pattumiera
Ancora rifiuti derivanti da lavorazioni edili nella piccola arteria di Levante
lunedì 10 ottobre 2016
iReport
Non è bastato il nostro report della scorsa settimana a fermare l'inciviltà in via Marzella, piccola arteria che collega via Papa Giovanni XXIII al Lungomare di Levante.
Ancora una volta sono stati scaricati (come dimostrano le foto inviateci da un lettore, ndr), di sera questa volta, materassi, pensili, scarti di lavorazioni edili. Uno scempio continuo, che sembra non arrestarsi mai, che coinvolge varie zone della città, a turno colpite da pratiche che sono veri e propri reati ambientali. Siamo alla frutta se non si riesce a controllare adeguatamente il territorio, ma siamo alla frutta anche perché una fetta consistente di giovinazzesi continua a comportarsi in questo modo.
Su questo vogliamo richiamare l'attenzione di voi lettori: non si tratta né di casi isolati, né di pratiche sconosciute. Se lì ci sono finiti pensili, materassi, coperte e scarti di lavorazioni, vuol dire che qualcuno si incarica di smaltire illegalmente quei rifiuti mentre ad altri sta bene che lo facciano, magari dietro compenso (anzi, certamente dietro compenso).
Purtroppo questa gente la fa franca quasi sempre e non viene quasi mai sanzionata, come se la repressione dei reati ambientali sia qualcosa da mettere in secondo piano. Attendiamo risposte forti, vogliamo poter scrivere di sanzioni elevate, di persone con le mani nei capelli quando ricevono verbali esosi per lo scempio compiuto, di aziende braccate e controllate negli spostamenti degli operai (spesso sono loro a fare cose del genere). Questo purtroppo è triste, ma è, ad oggi, l'unica strada percorribile proprio nel momento in cui Giovinazzo si appresta ad entrare nel regime di raccolta porta a porta.
Noi continueremo ad accendere i riflettori su questi aspetti che reputiamo primari per la crescita di una comunità. Vogliamo però, contemporaneamente, due risposte: delle istituzioni locali e dei cittadini.
Ancora una volta sono stati scaricati (come dimostrano le foto inviateci da un lettore, ndr), di sera questa volta, materassi, pensili, scarti di lavorazioni edili. Uno scempio continuo, che sembra non arrestarsi mai, che coinvolge varie zone della città, a turno colpite da pratiche che sono veri e propri reati ambientali. Siamo alla frutta se non si riesce a controllare adeguatamente il territorio, ma siamo alla frutta anche perché una fetta consistente di giovinazzesi continua a comportarsi in questo modo.
Su questo vogliamo richiamare l'attenzione di voi lettori: non si tratta né di casi isolati, né di pratiche sconosciute. Se lì ci sono finiti pensili, materassi, coperte e scarti di lavorazioni, vuol dire che qualcuno si incarica di smaltire illegalmente quei rifiuti mentre ad altri sta bene che lo facciano, magari dietro compenso (anzi, certamente dietro compenso).
Purtroppo questa gente la fa franca quasi sempre e non viene quasi mai sanzionata, come se la repressione dei reati ambientali sia qualcosa da mettere in secondo piano. Attendiamo risposte forti, vogliamo poter scrivere di sanzioni elevate, di persone con le mani nei capelli quando ricevono verbali esosi per lo scempio compiuto, di aziende braccate e controllate negli spostamenti degli operai (spesso sono loro a fare cose del genere). Questo purtroppo è triste, ma è, ad oggi, l'unica strada percorribile proprio nel momento in cui Giovinazzo si appresta ad entrare nel regime di raccolta porta a porta.
Noi continueremo ad accendere i riflettori su questi aspetti che reputiamo primari per la crescita di una comunità. Vogliamo però, contemporaneamente, due risposte: delle istituzioni locali e dei cittadini.