«Sogno in grande, ma vorrei vincere col Giovinazzo»

Ruben Vitale presenta la gara con la Victrix Trinitapoli: «Un solo obiettivo da raggiungere, la salvezza»

sabato 19 novembre 2016 12.53
«Sono un ragazzo fortunato perché mi hanno regalato un sogno». La storia di Ruben Vitale si può riassumere nel pensiero musicale di Lorenzo Jovanotti. Il trequartista del Giovinazzo cresciuto col pallone tra i piedi e che adesso sogna uno stadio intero ai suoi piedi: «Sì, ma per ora, magari, vincere col Giovinazzo sarebbe già un grande risultato».

«Siamo in testa alla Prima Categoria - ammette - ma a settembre, con una squadra giovanissima come la nostra, non ci aspettavamo minimamente di essere così in alto in classifica. Il campionato, però, è lungo quindi rimanere con i piedi per terra è il segreto principale per ottenere il prima possibile la salvezza». Intanto domani pomeriggio al Raffaele De Pergola (fischio d'inizio fissato alle ore 14.30) arriva la Victrix Trinitapoli: «Li rispettiamo, ma li affronteremo avendo dalla nostra la mentalità vincente. Nelle precedenti gare abbiamo dimostrato di avere delle doti importanti».

Vitale sa di essere una pedina importante nello scacchiere biancoverde: «Mi sento in forma, mi sto allenando bene e questo mi permette di arrivare pronto e concentrato alla partita ed essere incisivo negli ultimi metri. Mi fa piacere che stiano arrivando i gol perché per un attaccante sono indispensabili. Se servo al Giovinazzo? Sì, alla pari di tutti gli altri perché siamo tutti importanti. La Prima Categoria mi sta stretta solo perché sono un sognatore e provo sempre a crescere. In questo avvio di stagione stiamo facendo bene e riesco sempre a giocare come voglio, quindi per ora va bene cosi. Ma mai accontentarsi!».

Intanto in vista del match casalingo di domani, il tecnico Nicola Biancofiore non potrà disporre di Costantino, Ingrosso e Stufano: «Faremo la nostra partita - le parole dell'allenatore - cercando di ottenere un buon risultato al cospetto di una signora squadra diretta da un tecnico dal passato illustre. Purtroppo, però, il campo resta il nostro principale nemico».